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Comunicato stampa
Mosca, 10 dicembre 1996
Stamattina alla Corte Krasnopresnenskij giudice Anton Sokolovskij ha deciso di non procedere contro Vadim Doludenko, militante del Partito Radicale, per violazione dell'ordine dell'organizzazione delle azioni di massa (reato amministrativo). Il giorno prima Doludenko e l'altro iscritto al PR Vladimir Parfenov furono fermati dalla milizia durante la guardia di 24 ore per la liberazione dei prigion ieri politici in Cina: il bambino di 7 anni Gedhun Choekyi Nyima, l'undicesimo Panchen Lama del Tibet, e il dissidente cinese Wei Jingsheng, premio Sakharov per i diritti dell'uomo. I militanti sono stati accusati del "picchetto illegale" nonostante che la legge non regoli l'ordine dell'organizzazione delle azioni di strada con meno di tre partecipanti. Il giudice ha constatato che le "azioni illegittime" di Viktor Doludenko "sono confermati dai materiali del caso", pero' , vista "poca importanza del reato", delibera di limitarsi dal "biasimo orale". La data dell'udienza di Vladimir Parfenov non e' ancora stabilita.
Durante l'udienza si e' rivelato che il giudice non conosce "Il regolamento provvisorio sull' ordine dell'informazione degli organi del potere esecutivo di Mosca sull'organizzazione di comizi, processioni, manifestazioni e picchetti nelle strade, nelle piazze e in altri aperti luoghi pubblici della citta'" e in modo molto originale ha spiegato al "reo" la sua "colpa": "Bisognava stare li', coi manifesti, zitti e buoni, la bocca chiusa a lampo, e voi, invece, a distribuire i volantini!". Viktor Doludenko ha l'intenzione di rivolgersi nei prossimi giorni alla Procura chiedendo di impugnare la decisione di giudice Sokolovskij, controllando la sua legalita', e, dal suo canto, di presentare un reclamo alla Corte Krasnopresnenskij contro le azioni illegittime della milizia.
La conferenza stampa, annunciata per oggi, la giornata internazionale dei diritti dell'uomo, per le ore 13 all'ingresso principale del grattacielo del MAE in piazza Smolenskaja-Sennaja, dedicata alle violazioni dei diritti dell'uomo da parte delle autorita' cinesi e alla campagna internazionale "La Liberta' del Tibet, la democrazia in Cina", non ha avuto luogo: non si e' presentato nessun (!) giornalista, benche' gli inviti alla conferenza fossero spediti per tempo via fax in piu' di 100 mass- media russi e internazionali. Allora, vuol dire che il problema di gravissime violazioni dei diritti dell'uomo non interessa la stampa, vista la sua "poca importanza", oppure noi tutti possiamo testimoniare che la bocca della stampa libera viene chiusa a lampo, quando si tratta dei rapporti con il n
ostro "grande vicino orientale"?
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