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Partito Radicale Silvja - 28 dicembre 1996
PARLEZ VOUS FRANCAIS? NO, WE SPEAK ENGLISH Y ELLOS HABLAN ESPANOL
Così comunica il mondo

(Il Foglio, sabato 28 dicembre 1996)

Anche all'Onu eletto un segretario che parla inglese sconfiggendo altri quattro candidati francofoni

La ritirata linguistica di Parigi

Parigi - L'ultima sconfitta si è consumata al Palazzo di Vetro, dove gli Usa hanno imposto l'elezione alla segreteria dell'Onu dell'anglofono ghaniano Kofi Annan, contro ben quattro francofoni. L'egiziano Boutros-Ghali, il segretario uscente, era un beniamino di Parigi, in quanto sì proveniente da un paese colonizzato dagli inglesi, ma dove, proprio per questo la buona borghesia ha sempre ostentato la propria preferenza per la lingua di Voltaire. Come dimostra la traslitterazione di "Boutros" con il dittongo "ou" transalpino. "Si sviluppa l'offensiva contro la nostra lingua", ha scritto su Le Figaro Philippe Lalanne-Berdoutiq, consigliere di amministrazione di "Difesa della lingua francese".

La Waterloo è ormai a livello mondiale. In Oceania, la mobilitazione dei paesi anglofoni, guidati da Australia e Nuova Zelanda, ha costretto la Francia a rinunciare all'utilizzazione del poligono atomico di Mururoa. E la fronda indipendentista appoggiata dagli anglofoni in Polinesia e Nuova Caledonia rischia di buttar fuori la Francia dagli ultimi avamposti territoriali su cui potrebbe contare per poter diventare membro dell'Apec, accedendo così al grande mercato comune che sta nascendo tra Estremo Oriente e Pacifico. E' fermo il no di Clinton alla richiesta di Chirac di avere un comandante "europeo" per almeno uno dei due comandi regionali Nato in Europa, come compenso per il ritorno di Parigi nell'organizzazione militare integrata.

Nel Maghreb, il governo algerino ha annunciato che in futuro sarà privilegiato l'insegnamento dell'inglese al posto del francese come lingua straniera (e gli estremisti del Fis chiedono addirittura che Algeri abbandoni del tutto l'uso del francese). In Africa orientale la nascita strisciante di un impero Tutsi sponsorizzato dagli Stati Uniti e dall'anglofona Uganda intacca l'unità dello Zaire, colosso francofono. Il governo "rivoluzionario" del Ruanda, retto da un'élite formatasi nell'esilio in paesi anglofoni, proclama l'inglese lingua ufficiale accanto al francese. In Africa occidentale, il colosso anglofono Nigeria minaccia le frontiere del francofono Camerun. Nelle stesse Americhe, dopo il fallimento del separatismo in Quebec, la maggior influenza della nuova diplomazia spagnola mette in discussione la tradizionale francofilia che le classi dirigenti ostentavano per controbilanciare lo strapotere Usa. In Brasile la palma della lingua straniera più studiata, già passata nel 1970 dal francese all'ingl

ese, è ora dello spagnolo. Nella stessa America Latina, è ormai in pericolo la stessa presenza fisica della Francia attraverso l'avamposto della Guayana. Nell'ex colonia penale, tra ottobre e novembre, una banale agitazione di liceali contro la soppressione del locale rettorato autonomo è degenerata in un grave moto indipendentista. Il governo di Parigi è stato costretto a intervenire, calmando i "ribelli" a suon di investimenti e concessioni.

Il modello francese e quello spagnolo

Quando liquidò l'eredità dell'Algeria, De Gaulle aveva cercato di rilanciare il ruolo mondiale della Francia con grandi impegni di bilancio. Stanziamenti in spese militari, per dotarsi di Force de frappe nucleare e reparti d'élite da intervento rapido. Stanziamenti in spese sociali, per comprare la fedeltà di quanti più territori d'oltremare possibile. Stanziamenti in spese per la cooperazione allo sviluppo, per tenersi comunque legate le colonie che invece preferivano l'indipendenza, e penetrare in quelle a esse contigue. Esempi da mostrare, la "cattura" dall'influenza belga di Zaire, Ruanda e Burundi, e quella dall'influenza spagnola della Guinea equatoriale. Infine, stanziamenti per la promozione della lingua e cultura transalpina nel mondo: dall'Alliance Française al ministero per la Francofonia, ai vertici "dei paesi aventi in comune l'uso del francese", secondo l'espressione consacrata da Mitterrand.

Ma il modello di influenza seguito da Parigi dimostra tutti i limiti se confrontato con l'ispanofonia. Più conosciuto dello spagnolo come lingua di cultura, il francese ha però meno persone che lo usano come lingua materna, e con un tasso di crescita demografica minore. Anche nella maggior parte dei paesi dove è lingua ufficiale, il francese è in realtà usato da un'élite. E' poi il ruolo internazionale più definito, che la Spagna ha avuto, nell'ultimo secolo, a renderla meno contestata. Nella storia della conquista del mondo, la Spagna è venuta prima dell'Inghilterra, lasciando un tratto indelebile. La Francia invece non ha mai recuperato il ritardo.

 
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