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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Mihai - 10 gennaio 1997
Corriere della Sera
10 gennaio 1997, pg 8, rubrica: la polemica

Troppe campagne a senso unico

La vita non è valore universale?

Le tre esecuzioni di ieri nell'Arkansas, che probabilmente inaugurano l'Anno del Boia in America, pongono un interrogativo i fondo: perché mai l'opinione pubblica mondiale e in particolare quella italiana si mobilitino su certi casi, vedasi quello di Joseph O'Dell, ma non su certi altri. Questo giornale è contrario alla pena di morte, e dà eco a tutte le bataglie civili. Ma non può non chiedersi come mai la guerra contro un istituto cosi barbaro possa essere selettiva: sia combattuta cioè contro gli USA ma non, per esempio, contro la Cina o la Libia; per O'Dell ma non per Kirt Wainwright, teuto ieri legato per 40 minuti con l'ago nella vena; in base a criteri arbitrari e non al principio della sacralità della vita.

Non possiamo esprimere alcun giudizio sulla colpevolezza di O'Dell: la sua compagna, Lori Urs, dice di avere le prove della sua innocenza, la Corte Suprema ne conferma la colpevolezza, e deciderà soltanto se comutare la sentenza in ergastolo. Ma dobbiamo deprecare il "Silenzio Italiano" che circonda la stragrande maggiornaza delle esecuzioni in tutto il mondo. Non ci convince l'asserzione che in guerre del genere si può solo individuare un caso o personaggio simbolo per raggiungere l'obbiettivo generale della abolizione della pena di morte: la Nunziatura Apostolica interviene contro ogni esecuzione in America. E ci convince ancora di meno che gli Usa siano un Paese civile, cultore dei valori occidentali, mentre altri non lo sarebbero: la sacralità della vita è un valore universale, non conosce confini.

Ci auguriamo che non solo O'Dell abbia salva la vita, ma la abbiano salva gli altri 3100 esseri umani, colpevoli fin che si vuole, chiusi nei Bracci della Morte. E che l'Italia promuova una campagna per l'abolizione della pena di morte ovunque e comunque.

E.C.

 
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