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Partito Radicale Roma - 14 gennaio 1997
Tribunale internazionale/Rassegna stampa

IL PAPA INVOCA NORIMBERGA PERMANENTE SUI CRIMINI NEL MONDO

Agli ambasciatori in Vaticano: l'"ingerenza umanitaria" non sia un espediente per la "giustizia dei vincitori". IL PAPA: "AL MONDO SERVE UNA NORIMBERGA PERMANENTE".

Corriere della Sera, 14 gennaio 1997, pag.8 con machette in prima

di Luigi Accatoli

Citta' del Vaticano - La comunita' internazionale resta "indifferente" di fronte ai drammi dell'umanita', e quando vuole intervenire scopre che non ne ha gli strumenti. Convenzioni e assemblee "sono persino troppe", quel che manca e' piuttosto una legge morale e il coraggio di riferrirsi ad essa". L'umanita' ha bisogno di un "diritto della pace", che superi la "legge dei piu' forti". Lo ha detto ieri il Papa al corpo diplomatico ricevuto per gli auguri del nuovo anno (gli ambasciatori accreditati presso il Vaticano sono ora 164, su 191 Stati indipendenti: un numero doppio a quanti Wojtyla ne trovo' al momento della sua elezione). Come d'abitudine Giovanni Paolo ha fatto denunce precise, chiedendo che si rimedi all'"indifferenza" di fronte al dramma dell'Africa e che si organizzi una giustizia penale internazionale che pero' non sia la "giustizia dei vincitori". Sull'Africa: "La Comunita' internazionale, e qui intendo includere le organizzazioni regionali africane, non soltanto devono rimediare all'indifferen

za manifestata negli ultimi tempi di fronte a drammi umani dei quali il mondo intero e' testimone, ma deve pure accrescere la sua azione politica al fine di evitare che nuovi tragici sviluppi vengano a creare situazioni che nessuno sarebbe in grado di controllare. Non si fonda la sicurezza di un Paese o di una regione sull'accumulo dei rischi".

Ed ecco la richiesta di una Norimberga permanente: "E' urgente organizzare la pace del dopo-guerra fredda e la liberta' del dopo-1989, basandosi su valori morali che sono agli antipodi della legge dei piu' forti, dei piu' ricchi o dei piu' grandi che impongono i loro modelli culturali, i loro diktat economici e le loro tendenze economiche. I tentativi di organizzare una giustizia penale internazionale sono, in questo senso, un reale progresso della coscienza morale delle nazioni". L'espressione "giustizia penale internazionale" usata dal Papa lascia intendere che si dovrebbe arrivare a qualcosa come il Tribunale permanente internazionale che e' auspicato anche dall'Italia e di cui i due Tribunali per le ex Jugoslavia e per il Ruanda sono solo una timida anticipazione. Wojtyla ha messo ieri un altro mattoncino sulla costruzione della sua dottrina dell'ingerenza umanitaria: "Lo sviluppo delle iniziative umanitarie, intergovernative o private, e' anch'esso un segnale positivo di un risveglio della solidarieta'

. Ma pure qui, bisogna stare attenti a che questi atti di generosita' non divengano rapidamente la giustizia dei vincitori, o che non nascondano secondi fini egemonici che farebbero ragionare in termini di sfere d'influenza, di monopoli o di riconquiste di mercati". Tra le questioni particolari trattate ieri dal Papa, la piu' importante e' stata l'integrazione di Hong Kong nella Cina continentale, prevista per il 1. luglio: "La Santa Sede seguira' con interesse tutto particolare tale nuova tappa, augurandosi che il rispetto delle differenze, dei diritti fondamentali della persona umana e della supremazia del diritto segni questo nuovo itinerario, preparato da pazienti negoziati".

 
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