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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Budapest - 22 gennaio 1997
ANTIPROIBIZIONISMO SULLE DROGHE/UNGHERIA

LA STRATEGIA RADICALE PER LA DROGA

"Magyar Narancs" settimanale, Budapest 16 gennaio 1997

CORA

Le statistiche sulle droghe negli ultimi anni convincono gli

elettori sull'aggravamento del problema, nonostante cio' non

possono votare a favore di cambiamenti notevoli in mancanza di

informazioni decenti. L'associazione CORA del Partito Radicale

Transnazionale resta cosi' un fenomeno abbastanza separato. I

loro obiettivi, le loro proposte per cambiare le leggi sembrano

molto dure in questo mondo ugualmente duro, pieno di proibizioni.

Due cose sono certe: il vincitore della guerra alla droga per

adesso e' la droga ed il CORA non e' ancora un frutto maturo.

Nel 1988 si e' separato dal partito originale, ovvero si e'

formata una organizzazione autofinanziata di coordinamento che si

occupa anche della legalizzazione delle droghe. Oltre alla

legalizzazione delle droghe, il Partito radicale è impegnato per

l'abolizione della pena di morte, per la liberazione del Tibet e

la democrazia in Cina ed altri obiettivi che sembrano impossibili

da conseguire. Inoltre viene considerata una organizzazione

internazionale importante, come la Croce rossa o Amnesty

International. Il CORA, organizzazione politica nonviolenta

attiva quasi da nove anni ha stabilito come programma minimo

l'annullamento della narcomafia. Non tiene neanche conto del

fatto che per raggiungere i suoi obiettivi radicali, valutando

realmente la situazione d'oggi, ci vorranno ancora alcuni secoli

e che dovra' transnazionalizzare il suo aspetto fortemente

italiano, che pero' anche la mafia vuole tenere per se. Forse e'

per questo che sugli opuscoli delle loro conferenze si trova il

viso ciccione di Al Capone con il sigaro in bocca, come

conseguenza disgustosa eppure naturale del proibizionismo.

DIRITTI UMANI

I membri del CORA non odiano la politica del proibizionismo

soltanto perché nutre il benessere della narcomafia, ma anche

perche' sono i politici di tutto il mondo che ne diventano

responsabili diffondendo i cartelli di alcuni paesi nel mondo

intero e concludendo con loro accordi invece di mettere sotto

controllo di stato la questione della droga. Permettono che

giorno dopo giorno centinaia di persone entrino in questa sfera

infernale di affari in quanto produttori, trafficanti e

consumatori, costringendo alla illegalita' ed alla criminalita' i

tossicodipendenti e fingendo stupore nell'osservare come queste

persone reclutano nuovi soldati "per l'esercito criminale".

Le vittime della droga da questo punto di vista radicale possono

essere considerate uccisi non dalla droga ma dalla legge, perche'

i tossicodipendenti sono obbligati a rapporti con la malavita ed

hanno bisogno di protezione ma prima o poi si accontenteranno di

sostanze impure.

CHE COS'E' LA SCIENZA

Produrre la droga costa pochi soldi, addirittura insignificanti

di fronte alla tassa dell'illegalita'. Questa e' una ragione

veramente importante per la distribuzione statale. Gli

antiproibizionisti hanno gia' rimpianto il prestigio una volta

grande della scienza e soprattutto della medicina, nei tempi

quando per l'amfetamina sicuramente di buona qualita' si faceva

pubblicita' in farmacia con la frase "si compri la ragione!" e

quando ancora la sanita' aveva affidato ai medici la

distribuzione di calmanti, e non agli impiegati di polizia o

giudiziari. Dipingono ritratti di un futuro scoraggiante: citta'

e periferie abbandonate, dove la giustizia e' del tutto

snaturata, le persone muoiono giovani vittime di armi e droga. Il

padrino della droga gia' adesso si prende cura della vita

sostanziosa e corta dei suoi figliuoli. Vende sogni, proprio come

le prostitute ed i politici, che si armano di informazioni poco

serie sulle droghe, di pubblicazioni di effetto negativo che

rendono impossibile agli individui di avere una possibilita' di

scelta responsabile.

DILEMMA

I militanti del CORA (cittadini italiani, francesi, belgi,

olandesi, ucraini, croati, greci) quest'anno hanno tenuto il loro

settimo congresso a Bruxelles, preparando nuove proposte di

emendamento agli articoli in qualche punto semanticamente confusi

delle convenzioni internazionali dell'ONU e della WHO inerenti la

politica sulle droghe. (Del resto esiste anche un ufficio a

Budapest caduto in abbandono per mancanza di rapporti.) In

parlamenti di numerosi paesi sono gia' riusciti ad ottenere che

il consumo di droga non venga considerato come delitto comune.

Per questa ragione in Italia, dove due anni fa qualsiasi

quantita' di marihuana dimenticata in tasca portava direttamente

in carcere, distribuivano marihuana in manifestazioni pubbliche e

insieme a Maurizio Turco, segretario generale del CORA,

digiunavano tossicomani. Vorrebbero che il cittadino possa

segliere tra il consumo e il non consumo, rendendosi conto di

tutte le conseguenze e se scegliesse quest'ultimo, allora per

sponsorizzare questa sua abitudine non sarebbe costretto ad

uccidere, rischiare il contagio-AIDS, trascinare altri, insomma

non dovrebbe per forza morirne.

HARDCORA

In Svizzera, l'Ufficio Sanitario considera come suo programma

l'idea del CORA sulla legalizzazione delle droghe pesanti tra

limiti medici e sociali. Ovvero, ai consumatori di droghe pesanti

vengono distribuiti aghi ed eroina sterile e se in altro modo non

si riuscisse a riparare la socializzazione rovinata, il malato

puo' almeno comunicare continuamente con gli assistenti sociali e

non con il suo creditore.

Il CORA garantisce anche che non si fermera' alla

riconsiderazione della punibilita' del consumo, sarebbe infatti

un paradosso dato che per legge non si puo' ne produrre ne

diffondere. Questo periodo di transizione e' folle, perche' non

si sa se sia meglio essere criminali o malati.

Dicono che se dipendesse da loro non rinuncerebbero nemmeno ad una mobilitazione militante con la quale si cercherebbe di imprimere

qualche ragionamento convincente nella testa dei dirigenti del

mondo. Si otterrebbe forse da loro generosita', impegno,

disposizione di investimento, disciplina, collaborazione e cio' acquisito si passerebbe al problema della droga.

(Traduzione a cura di Tiziana Bonafedi, sede PR Budapest)

 
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