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Conferenza Partito radicale
Tutino Davide - 22 gennaio 1997
IL PR DEVE ANDARE A BELGRADO:
In Slovenia e Croazia c'eravamo

In Bosnia c'eravamo

sul Cossovo a parole c'eravamo:

E allora: proprio quando gli spiriti che evocammo al grido di "Bosnia libera e democrazia in Serbia" si sollevano con sorprendente e sanguinante giovinezza, ed il popolo serbo si dimostra, se non più maturo, certamente più capace di speranza dell'Italia che da 109 gioni interroghiamo;

proprio quando, con tutte le contraddizioni che gli sono proprie, sulle televisioni del pianeta c'è un barbudo oppositore del regime che ebbe a dire che la Nato doveva bombardare il suo sangue, la sua gente che in bosnia si rendeva responsabile di un genocidio, e lo diceva con più difficoltà, con tante più difficoltà e solitudine di noi che lo dicevamo con lui e lui non poteva saperlo, forse;

ora che un bandolo della matassa di guano che è il mondo ci si offre con parole così vicine alle nostre, un bandolo che vale forse quanto il bandolo tibetano, se è vero che in tanti temettero che in Bosnia siandasse alla terza guerra mondiale e se è vero che i balcani rappresentano tuttora una ferita che l'europa e l'onu hanno inferto al diritto, l'europa e l'onu su cui tanto puntiamo;

Proprio ora noi stiamo lasciando soli i nostri compagni serbi.

Io non lo so se deve andare lì nelle strade a manifestare il nostro segretario, o tanti di noi unendosi agli scioperi della fame che stanno per partire, o che dobbiamo portare lì gli eurodeputati, i caccavale, i taradash, i possibili ed i volontari, e stare alle frontiere se non ci fanno entrare, e spostare la sede da bruxelles a quelle frontiere, premendovi contro, chiedendo di entrare, insomma non lo so, ma chiedo a tutti di aiutarmi partecipando a questa riflessione: danilo, olivier, pietrosanti, mihai, d'elia, busda, kto, ecc. ecc.

Lì ci sono i nostri compagni, io credo.

Davide

 
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