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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Paolo - 12 febbraio 1997
La Conferenza e il dibattito.
Sono stato fuori da agorà, o almeno da questa Conferenza, per qualche giorno, per fortuna sopperendo alla mia pur incolpevole assenza grazie ad alcuni compagni. Ora ho letto con attenzione alcuni testi, e intendo appuntare alcune annotazioni.

Intanto, utile che si discuta un po', in questa area che è pienissima di cose utilissime, e che è ottima ed efficientissima area di lavoro quotidiano. Ma certo dibattito occorre, anche qui - non che non vi sia altrove, a proposito del Partito.

Ad Artur non rimprovero certo la sua intelligenza, che è palese nel suo intervento; ma certo rimprovero alcune forzature.

A proposito di Tibet quella iniziativa ha il solo difetto di non essere l'unica, semmai... Ma è una provocazione, che faccio, e spero mi si comprenda.

Io ho detto che la CAUSA tibetana non è la CAUSA del PR. E significa una cosa molto precisa. Significa cioè che noi non ci battiamo per la causa della indipendenza del Tibet, o per la libertà del Tibet. Non è quella la nostra causa. A me non interessa nulla se una persona, a partire da me, è libera in uno stato che si chiama x o y. Quel che conta è che sia libera. E questo non può coniugarsi con il fatto che una pur legittima causa nazionale punti alla autonomia o autogoverno di un territorio. Non è la nostra CAUSA. E' interesse nostro che la questione tibetana vada in un certo modo. E quel che ci manca è che non diciamo queste cose con chiarezza. E patiamo di questo le conseguenze.

Mi sembra chiaro.

Ma Artur introduce anche un altro aspetto, anche qui con qualche forzatura, e pure con alcune - intelligenti e azzeccate - confusioni.

O noi concepiamo oggi, praticandolo, il transpartito che funzioni, in primo luogo dal punto di vista della adeguatezza concreta, e quindi teorica, oppure ci manca una gamba di utilità e forza fondamentali.

Oggi transpartito non può essere - perché non è, se non altro - quel che pensavamo fosse. E' impensabile che il modello partito radicale funzioni essendo presente con personale proprio in alcuni paesi. Non è pensabile in prospettiva, mentre oggi non vi è purtroppo alternativa.

Artur sbaglia su una cosa, soprattutto: quando dice che il PR deve occuparsi delle cose che nei singoli paesi interessano i cittadini, perché appunto toccano direttamente i loro interessi.

L'errore è pensare che le cose che facciamo noi non riguardino gli interessi diretti delle persone, degli individui. Non è uno slogan banale, per favore...

Non solo sono certo, ma so, che alcune forze politiche organizzate, in vari paesi, hanno intersse a farsi carico di battaglie del PR. Farsene carico nel loro paese, nei binari e nella strategia fissata da noi. Vi è un interesse loro.

Se volete, vi faccio degli esempi molto precisi...

O il transpartito è questo, o non è, temo. Oggi non funziona. Ma è oggi il momento di incardinare questo. O di accentuare ed estendere un incardinamento di già esistente.

Un altro accenno a quanto da me sottoposto qui è venuto, ma altrove, cioè in conferenza Movimento dei Club, da Angiolo Bandinelli.

Egli scriveva che il mio lungo testo meritava qualche attenzione che, diceva Angiolo, non vi è stata.

A me sembra, Angiolo, che il problema non stia affatto nelle attenzioni che si palesano qui. O soltanto qui. Questa può essere o meno una sede di dibattito. Purché lo si voglia. E' un luogo di documentazione, e di lavoro, molto importante. E' vero che il dibattito sovente non fa parte del lavoro, direi soprattutto per le nostre trafelatezze e per la nostra esiguità numerica, procurata dal fato, dagli eventi, o da altro.

Però mi sembra evidetne, o almeno era mia intenzione, che quelle cose, come altre, si rivolgessero a tutti. E non a chi ricopre le responsabilità nel partito. Vi era e vi è poco quaerere e poco petere in quelle righe. O non ve ne era punto.

Quel testo, poi, risale a immediatamente prima di Natale, ed è stato da me distribuito anche nella riunione che si è svolta a Torre Argentina tra il 22 e il 23 dicembre scorsi. In quella sede mi sembra - e tu che eri presente potrai convenirne - che prese di posizione sono state espresse molto chiaramente. Magari da parte di qualcuno con qualche silenzio, e certamente da parte di altri con tutt'altro che con silenzio. In entrambi i casi con chiara esplicitezza.

 
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