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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Giorgio - 24 febbraio 1997
ALLORA DUPUIS. ALLORA COMPAGNI.

Oggi 24 febbraio, illustre Segretario e cari compagni, sono passati, più che compiutamente, due mesi da un mio intervento in occasione di una riunione "informale" del/sul Partito radicale.

In quella occasione ebbi a dire esattamente quanto si ritrova qui di seguito ma senza, A TUTT'OGGI, avere avuto dalla controparte reali e realistiche risposte.

A quell'assurdo "inciucio" di N.Y. (di cui nell'intervento) Pr-UEA che escludeva (e sembra ancora oggi escludere) l'associazione radicale "espERAnto", e sul quale ancora fervono discussioni con Busdachin, ho saputo - sempre in quella occasione del 22/23 dicembre - che se ne sarebbe dovuto aggiungere un altro, altrettanto inciucista, per il 4 aprile, a Bruxelles ad opera dell'On. Dupuis.

Ho fatto presente subito come da molti mesi i radicali-esperantisti attendono la possibilità di tenere a Bruxelles un primo seminario organizzativo di quella campagna (ma sarebbe più esatto dire "impresa", nel senso classico, oltre che economico del termine) che ci porti entro una certa data a conquistare all'umanità un innovativo quanto importante diritto: quello di vedere garantita per tutti la comunicazione internazionale. Questa era la direzione della Mozione di Sofia, questo era stato, e in più occasioni (le ricordo nell'intervento qui di seguito) l'esplicito "input" del "leader" del Partito, questo l'impegno della Mozione del quinto congresso dell'ERA.

Pertanto ho chiesto al Segretario o che ci fosse una riconsiderazione del tema e dell'impianto organizzativo di quell'incontro del 4 aprile o, meglio, una dilazione temporale che consentisse di organizzare, finalmente, il primo vero e proprio seminario della "campagna internazionale esperantista" e, a tal fine, ho anche proposto un possibile ordine del giorno e dei lavori.

Ho proposto tale seminario non oltre i primi di maggio del 97 non solo per i motivi che qui trovate esposti ma, anche, perché solo così avremmo potuto raccogliere risorse umane e finanziarie in tempo utile a questo 1997 e alla positiva conclusione del Progetto europeo. Senza contare che dalla seconda metà di maggio fino a metà settembre gli appuntamenti esperantisti internazionali già da tempo programmati sono una miriade e, oltre metà settembre, chi si iscriverebbe per l'anno in corso? Tutto verrebbe spostato al '98.

Si vuole affermare forse che nel Partito radicale odierno l'impegno e la opportunità di cercare risorse umane e finanziarie debbano essere un compito che riguarda solo il Tesoriere?

Di fatto a noi è stato impedito di poterlo fare adeguatamente alla nostra volontà e capacità.

Comunque di questo discuteremo a tempo e luogo debito.

Al momento mi interessa anzitutto denunciare il fatto che, a tutt'oggi, un Segretario di una associazione radicale (l'unica rimasta al PR) nonché Consigliere generale del Partito radicale non abbia avuto risposta dal Segretario del Partito.

Ho inseguito Dupuis attraverso messaggi di posta elettronica e attraverso ripetute telefonate: o non mi ha mai risposto o si è sempre fatto negare.

Mi sembra che, per un Segretario del Partito del dialogo fino all'estremo, quello che accade, oltre che da cafoni, sia anche in tutta la sua profondità politica un assoluto controsenso (il Presidente della Repubblica, il "traditore" Scalfaro, per farci sapere che avrebbe risposto con una lettera di encomio alla richiesta della E.R.A. di patrocinare il proprio progetto europeo, ci aveva messo meno, molto meno!)

Ormai il tempo per organizzare quel seminario di maggio (circa 4 mesi) non c'è più.

"Grazie" Dupuis.

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Riunione Pr 22/23 dicembre 1996

PROSPETTIVA SULLA CAMPAGNA PER LA LINGUA INTERNAZIONALE.

Questo il titolo assegnatomi per una comunicazione in questa riunione di oggi del Partito radicale.

Chiarezza vuole che io dica subito una cosa: per quanto riguarda la campagna sulla lingua internazionale non c'è nessuna prospettiva in quanto non c'è nessuna campagna né un progetto di campagna del Partito radicale.

Pertanto non di prospettiva posso parlare ma di "retrospettiva", una retrospettiva che aiuti a comprendere perché siamo in questa fase di stallo, se non peggio come spiegherò più avanti.

Alla fine della estate del 1995, dopo aver riscontrato che, se pur con sacrificio personale e familiare, e come pura e gratuita militanza, riuscivo a lavorare al Partito ogni giorno per almeno mezza giornata misi al corrente il Segretario che, se lo riteneva opportuno, avrei potuto continuare così come avevo fatto nei tre anni precedenti ad occuparmi della Campagna sulla lingua internazionale del Pr ed elaborare un Progetto 1996 di essa. Non ricevetti nemmeno una riga di risposta, mesi e mesi dopo incontrandolo personalmente gli riproposi la domanda: mi si rispose con un "ormai te ne sei andato".

In una riunione informale del PR del 27 e 28 Aprile 1996 e poi a settembre in occasione di una riunione dei Club all'Ergife, il leader del Partito sottolineava, senza successo nell'ascolto da parte del Segretario, la necessità di lanciare l'idea e studiare un progetto radicale che entro una data X nel mondo e una Y in Europa si giungesse all'adozione transnazionale dell'esperanto.

Sempre a settembre, l'associazione radicale "Esperanto" e il progetto su "I costi della non comunicazione linguistica europea" sostenuto finanziariamente dall'Unione europea, vengono fatti oggetto di un duro e diffamatorio attacco da parte della "Universala Esperanto Asocio" attraverso un comunicato diffuso a tutti mezzi d'informazione esperantisti. Questo il giudizio che, del fatto, ha dato non un iscritto dell'ERA ma, Giancarlo Fighiera, Membro vitalizio dell'UEA ex Segretario Permanente per il Congresso e dirigente per le finanze dell'UEA: "l'ERA non è la sola vittima del boicottaggio che l' UEA pratica contro chiunque agisca fuori dal suo seno in favore dell'Esperanto, in questo caso la reazione dell'UEA assume forme aggressive intollerabili che si esprimono in insinuazioni che in Italia violano addirittura il codice penale"

Ebbene, a Novembre, a New York il Partito radicale proprio con quella associazione "monarchica" e senza l'associazione radicale "esperanto" decide di avviare delle iniziative congiunte presso le Nazioni Unite.

Nel frattempo, a metà ottobre, una nostra iscritta che aveva protestato per il duro attacco dell'UEA ai radicali dell'ERA ci fa avere la lettera di risposta del Direttore generale dell'UEA, dove egli porta a sua discolpa anche il fatto che - cito testualmente - "proprio adesso abbiamo di nuovo ricevuto le scuse del Partito radicale per il suo comportamento (il riferimento è al Segretario dell'ERA).

Chiedo formalmente a Dupuis e a Busdachin: chi e a che proposito si è scusato per me e per l'associazione di cui mi onoro essere Segretario?

Nel caso il fatto fosse privo di riscontro chiedo che il Partito radicale formuli subito una lettera di protesta all'UEA per le false affermazioni del suo Direttore generale, lettera che per conoscenza ci premureremo di mandare anche alla nostra preoccupata iscritta di Parma.

Il Partito radicale di Dupuis, in sintesi, non solo non ha un progetto di Campagna ma non ha nemmeno voluto che qualcuno, solo per spirito di servizio e con generosità, lavorasse per donargliene uno possibile. E ancora: nelle uniche occasioni in cui si è mosso ha operato con chirurgica precisione perché proprio quei radicali che vantano la maggiore esperienza e conoscenze in merito ne fossero tagliati fuori.

Spero, sinceramente, che il futuro sia di tutt'altro segno, con una chiara definizione di ruoli e responsabilità. Sempre che si desideri stare ancora insieme.

 
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