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Partito Radicale Budapest - 26 febbraio 1997
TIBET/MANIFESTAZIONE DI GINEVRA

Una marcia per il Tibet ridimensionata dal Salone dell'auto

Le Courrier, martedì 25 febbraio 1997

di Michel ROY

I militanti in favore del Tibet libero vedono la loro grande marcia in ribasso. Causa: traffico automobilistico.

La polizia ginevrina venera l'automobile al punto da rifiutare di deviare il traffico per un paio d'ore? É questa la domanda che si pongono le associazioni europee di sostegno al popolo tibetano, che da lunga data avevano previsto una grande marcia di solidarietà da tenersi a ginevra il 9 e 10 marzo. La seconda giornata commemora, da una parte, il 38imo anniversario dell'insurrezione nonviolenta della capitale tibetana, Lasa contro l'annessione del Tetto del mondo da parte della Cina. D'altra parte coincide con l'inaugurazione della Sessione della Commissione dei Diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, dove da parecchi anni i militanti delle libertà fondamentali reclamano una condanna del regime cinese.

A Ginevra, il comitato organizzativo della grande marcia europea in favore del Tibet da tre settimane se vedono rimandare da un servizio di polizia all'altro. Fino ad oggi non è riuscito ad ottenere un'autorizzazione, se non altro per un percorso ridotto. Al punto che Olivier Dupuis, deputato europeo e segretario del Partito Radicale transnazionale (1), a indirizzato alle autorità interessate un comunicato lo scorso fine settimana: Ginevra ha dunque rinunciato alle responsabilità ed ai doveri conferitigli dalla sua qualità di ospite della più alta istanza della comunità internazionale?

Automobili e diritti dell'uomo

Ieri, Tiziana Falletti, membro del comitato organizzativo, non nasconde la propria amarezza: L'anno scorso a Bruxelles per la prima grande marcia europea siamo riusciti a risolvere tutti i problemi sebbene ci fosse in concomitanza un'ultra grande manifestazione sindacale. Forse Ginevra da più importanza al traffico delle macchine che non ai diritti dell'uomo.

Qui infatti risiede il nocciolo della questione. Domenica coincide col primo Week-end del salone dell'auto. Ciò che comporta una sovrabbondanza di macchine, pulman e autobus proprio nel settore delle Nazioni Unite dove i manifestanti vogliono convergere.

Vice-Segretario del dipartimento di Giustizia, Polizia e Trasporti, Eric Balland si dichiara dispiaciuto per tale giustapposizione di date, facendo allo stesso tempo notare che per organizzare una manifestazione di parecchie migliaia di persone, gli organizzatori avrebbero dovuto darsi da fare un po' prima: Per quanto ci riguarda non potevamo rivedere tutti i nostri piani di circolazione ad un mese dal Salone. E aggiunge: Quale compromesso, abbiamo accettato che la manifestazione si svolga in una parte della Piazza delle Nazioni Unite. Ma era impossibile prevedere un corteo che partisse dal centro della città.

Soluzione minimalista, alla quale si è visto costretto il comitato organizzativo della grande marcia viste le scarse possibilità rimaste. Il programma è tutto da stabilire....

(1) Il Partito Radicale transnazionale (PRT) non ha nulla a che vedere con il Partito Radicale svizzero. É un'associazione di cittadini e parlamentari provenienti da diversi paesi. I suoi membri non si presentano ad alcuna elezione con tale simbolo. Il Partito Radicale Transnazionale è invero un'Organizzazione nongovernativa, con status consultivo presso le Nazioni Unite che afferma di perseguire, sotto l'egida della nonviolenza gandhiana, della disobbedienza civile e della democrazia, alcuni obiettivi concreti, quali la creazione di un Tribunale Penale Internazionale permanente, l'abolizione universale della pena di morte, l'adozione di una lingua internazionale neutra di comunicazione (l'esperanto), la revisione in senso antiproibizionista delle leggi in materia di droga o ancora la libertà per il Tibet e la democrazia per la Cina.

Contatti: Parti Radical Transnational, rue Belliard 97-113, 1047 Bruxelles, tél. 0032-2-230.41.21.

 
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