CAMERA DEI DEPUTATI
ROMA, 27 FEBRAIO 1997
AI PARLAMENTARI
ADERENTI ALL'INTERGRUPPO
A FAVORE DEL POPOLO TIBETANO
Caro collega,
Ti alleghiamo l'appello predisposto dall'associazione DZADREL che sollecita il Governo affinch , in occasione della prossima sessione annuale a Ginevra della 53 Commissione per i diritti umani dell'ONU - che inizierß i suoi lavori il prossimo 10 marzo - venga trattata la questione relativa alla politica repressiva della Repubblica Popolare Cinese in Tibet, invitando il governo cinese ad aprire colloqui con il Dalai Lama e il suo governo in esilio, senza precondizioni da ambo le parti.
L'iniziativa riveste particolare importanza ed urgenza anche alla luce della notizia, battuta in questi giorni dall'agenzia France Presse, secondo cui i governi italiano e francese avrebbero posto il veto, per la terza volta, ad un'azione dell'UE tesa a far votare a Ginevra una risoluzione critica nei confronti della Cina.
L'appello giß stato sottoscritto da parecchi esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo.
Conoscendo la tua sensibilitß, Ti invitiamo a sottoscriverlo e a raccogliere le adesioni di altri colleghi, che magari non fanno parte del nostro intergruppo.
Cogliamo anche l'occasione per annunciarti una prossima convocazione dell'intergruppo per l'elezione di un ufficio di presidenza, cosø da assicurarne una maggiore operativitß ed incisivitß di azione. Sarß nostra cura comunicarTi la data ed il luogo della riunione.
Molti cordiali saluti.
Karl Zeller Giuseppe Detomas
IL MODULO SOTTOSCRITTO POTRA' ESSERE RESTITUITO IN CASELLA A GIUSEPPE DETOMAS
DZADREL (CONUNICAZONE INTEGRATA)
A P P E L L O A L G O V E R N O
I sottoscritti,
* ricordano che nel 1950 il Tibet, uno stato fino ad allora assolutamente indipendente e sovrano, venne invaso dalle truppe della Repubblica Popolare Cinese;
* ricordano che questo atto di forza ebbe come conseguenza la morte di oltre un milione di Tibetani, la distruzione della quasi totalitß del patrimonio artistico del Tibet, l'impossibilitß per il popolo tibetano di poter continuare ad esprimere la propria cultura, religione, ed il suo peculiare modello sociale;
* ricordano la politica di trasferimento, spesso forzato, di coloni cinesi sul territorio tibetano;
* ricordano la sistematica violazione dei pi· elementari diritti umani delle donne e degli uomini del Tibet, primo fra tutti il loro diritto alla autodeterminazione;
* ricordano la terribile repressione messa in atto da quasi 50 anni da Pechino sul tetto del mondo ed in modo particolare l'odiosa campagna di aborti e sterilizzazioni forzate messa in atto contro le donne tibetane e che minaccia la stessa esistenza fisica del popolo tibetano;
chiedono al governo italiano di operare in tutte le sedi possibili, e particolarmente all'interno della prossima sessione della commissione per i diritti umani dell'ONU che inizierß i suoi lavori il prossimo 10 marzo, affinch la Repubblica Popolare Cinese inizi da subito a modificare la sua politica repressiva in Tibet ed accetti di aprire dei colloqui senza precondizioni da ambo le parti con il Dalai Lama e il suo governo in esilio.