Pechino, 6 marzo Il congresso nazionale del popolo cinese discuterà oggi le modifiche del codice penale che secondo i membri del Parlamento di Pechino segnano un grande passo in avanti nel miglioramento del sistema giudiziario cinese. Illustrate da Wanq Hanbin, vice presidente del Comitato permanente del Congresso nazionale, le modifiche riguardano in particolare i reati considerati "controrivoluzionari" che ora diventeranno "crimini contro la sicurezza dello stato". Si tratta di reati attribuiti a i dissidenti arrestati, tra i quali vi sono i partecipanti alla manifestazione repressa poi nel sangue nel 1989 sulla piazza Tienanmen di Pechino.
Secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani le modifiche sono una mera opera di cosmesi" e non una fondamentale opera di revisione del codice penale, chiesta sin dagli anni ottanta da molti accademici della giurisprudenza cinese. Le organizzazioni contestano il fatto che con i nuovi cambiamenti gli agenti di polizia in servizio non saranno responsabili della morte o del ferimento di un civile, " in caso di violenza o di minaccia della sicurezza personale del poliziotto".
La revisione, ha spiegato Wang, è necessaria per poter affrontare "nuovi reati" come il terrorismo organizzato, il riciclaggio di denaro, ed in particolare "istigazione all'odio etnico e alla discriminazione". Wang ha voluto così fare riferimento ai forti sentimenti di indipendenza emersi recentemente nella provincia dello Xingjang e sfociati anche in atti di violenza.
(GizPnAdnkronos)
06 - mar - 1997 16:11