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Conferenza Partito radicale
Donvito Vincenzo - 10 marzo 1997
bandiera Tibet a Firenze

COMUNICATO STAMPA

PER LA LIBERTA' DEL TIBET, PER LA DEMOCRAZIA IN CINA.

IERI MANIFESTAZIONE A GINEVRA. OGGI SUI PENNONI DEI COMUNI SVENTOLANO LE BANDIERE TIBETANE. MA A FIRENZE, GRAZIE A VIGLIACCHERIA, OPPORTUNISMO ED ARROGANZA, SUL COMUNE SVENTOLA SOLO IL NULLA DEL CREATORE DELL'ARTE DEL GALLEGGIARE: IL SINDACO PRIMICERIO.

Firenze, 10 marzo 1997. Oggi e' l'anniversaio della rivolta nonviolenta dei tibetani contro l'invasione cinese. Ieri, a Ginevra, manifestazione europea per ricordare e rilanciare la battaglia per la liberta' del Tibet e la democrazia in Cina, eravamo piu' di 5 mila persone. In contemporanea si sono svolte manifestazioni a New York-Usa, New Delhi-India e Canberra-Australia. In piu' di 50 persone siamo andati da Firenze e dalla Toscana a portare il nostro contributo e la nostra disponibilita'.

Oggi, sul pennone di quasi seicento Comuni nel mondo (una trentina dei quali sono in Toscana), sta sventolando la bandiera tibetana, nonostante le intimidazioni del ministero degli Interni che, inventandosi norme superate e di altre materie, ha vietato di compiere questo forte gesto politico.

A Firenze la bandiera non sventola, mentre in Toscana -solo per ricordare alcuni Comuni capoluogo- cio' sta succedendo ad Arezzo, Grosseto, Livorno, Pisa e Massa.

La storia del rifiuto fiorentino e' emblematica -ci ricorda Vincenzo Donvito, segretario del Partito Radicale-Arpa in Toscana- di vigliaccheria, opportunismo e arroganza. Alcuni mesi fa il Sindaco Primicerio ci scrisse che non poteva far sventolare la bandiera perche' le leggi italiane vietano di farlo per la bandiera di uno Stato non riconosciuto (il Tibet non e' uno Stato!). Una mozione presentata in Palazzo Vecchio che cercava di riprorporre il problema, grazie ad una sapiente regia dello stesso Sindaco, e' stata approvata a maggioranza assoluta, ma in mancanza del numero legale. Ultimo atto della beffa: sabato 8 marzo, presso la nostra sede a Ginevra per l'organizzazione della manifestazione, e' giunto un telegramma di Primicerio che aderiva alla manifestazione.

Dovremmo gioire? -continua Vincenzo Donvito- Affatto! Il nostro Sindaco, esperto nell'arte del galleggiare, con questa sequela di iniziative e' come se avesse tagliato la mano a chi stava cercando di dissetare un uomo nel deserto. Il Partito Radicale -con la collaborazione del Governo del Dalai Lama, delle comunita' degli esuli tibetani, dei Tibet Support Group e dell'Intergruppo parlamentare sul Tibet al Parlamento Europeo- sta ponendo la questione Tibet molto oltre il semplice gesto di solidarieta' che lava la coscienza di chi lo fa ma rafforza la spada del dittatore. Occorrono atti e gesti concreti che mettano in discussione gli assetti politico-economici che consentono ad un Paese come la Cina di invadere il Tibet e trovare intorno un enorme silenzio/assenso. Esporre la bandiera poteva essere uno di questi atti, ma mi rendo conto che va oltre le volonta' politiche di un Sindaco come Primicerio. Ci dispiace, ma faremo anche senza di lui, e soprattutto contro di lui.

 
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