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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Budapest - 17 marzo 1997
LIBERTA' PER IL TIBET/DEMOCRAZIA PER LA CINA-FAX N.54

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale transnazionale per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina.

"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".

Tenzin GYATSO, XIV.mo Dalai Lama, 1992

Numero 54 del 17 marzo 1997

Redazione: Massimo Lensi, Dorottya u. 3.III.em 6. - 1051 Budapest (H) - Tel. +36-1-266.34.86 - 266.09.35 - Fax. 11.87.937 - e-mail M.Lensi@agora.stm.it - WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it

Distribuzione: Alberto Novi - rue Belliard 89 - Rem 508, 1047 Bruxelles (B); tel.+32-2-230.41.21, fax +32-2-230.36.70.

Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese e croato.

GINEVRA 9 E 10 MARZO 1997

3.000 PERSONE A MANIFESTARE DI FRONTE ALLE NAZIONI UNITE PER LA LIBERTA' DEL TIBET OCCUPATO. UNA MEZZA VITTORIA

Molti mesi di preparazione politica, la conferenza di Bonn e due importanti riunioni organizzative a Bruxelles e a Strasburgo hanno consegnato alla storia del movimento per la libertà del Tibet occupato una manifestazione a Ginevra che ha raccolto nella giornata del 9 circa 3.000 persone. Non è tempo ora di fare bilanci o dichiarazioni di grandi successi o, d'altra parte, di immeritate sconfitte politiche.

Noi preferiamo in questo momento, a caldo, definirla una "mezza" vittoria, una iniziativa politica di portata comunque storica, per i suoi contenuti, per le partecipazioni, tra le quali anche quelle di numerosi esponenti della dissidenza cinese esterna, che ha avuto pero' grandi ostacoli e difficoltà di coordinamento. Un passo in avanti in ogni caso verso la costruzione del Satyagraha 1998, del movimento mondiale per la libertà del Tibet.

Non è nostra abitudine indugiare sugli errori o far finta che tutto è scorso come il destino aveva prestabilito. Questa "mezza vittoria" ha bisogno di riflessioni, analisi, aggiustamenti organizzativi. Ha bisogno di far fruttare per il futuro l'esperienza vissuta e specialmente quella delle ultime settimane di tensione organizzativa.

Un fatto pero' dobbiamo sottolinearlo: tutti insieme avevamo stabilito di tentare di portare a Ginevra a dimostrare di fronte alle Nazioni Unite per l'apertura dei negoziati sino-tibetani migliaia e migliaia di cittadini da tutta Europa. Le difficoltà incontrate a Ginevra per l'ottenimento del permesso di Polizia, avuto definitivamente a soli 9 giorni dal 9 marzo, hanno ovviamente complicato le giornate preparatorie in numerose città, ma non possono essere considerate scusanti generali, se non inserite in un contesto più ampio di riflessione politica sul coordinamento generale e sui rapporti tra le organizzazioni.

La campagna "Una bandiera per il Tibet 1997" ha raggiunto quota 560 sindaci aderenti, ben lontano dall'obiettivo delle 3.000 adesioni fissato al termine della conferenza di Bonn. Alcune città hanno inaugurato Piazza o via "per il Tibet libero". Le campagne vanno avanti e lo andranno, per il momento, con le 3.000 persone che hanno deciso di dedicare alcune ore della propria vita a dimostrare per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina. Non è poco. Come ha ricordato il segretario del PR, Olivier Dupuis, nel suo intervento a Ginevra, già si deve pensare al 4 giugno, alla ricorrenza della strage di Piazza Tien An Men, perché quella data e quel ricordo non cada nella retorica delle grandi e tragiche occasioni, ed invece divenga un altro - possibile - momento di lotta politica nonviolenta.

La battaglia per la libertà del Tibet e per la Democrazia in Cina appartiene alle responsabilità politica di tutti noi, occidentali ed orientali, europei ed asiatici, americani, tibetani e cinesi, buddisti e cattolici, induisti o musulmani, atei o agnostici. Sta a noi, a tutti noi, farla crescere per fare crescere la democrazia nel mondo.

E' doveroso concludere queste poche righe con un sentito, quanto forte, abbraccio a coloro che hanno garantito tra mille difficoltà lo svolgimento della "due giorni" di Ginevra: al consigliere comunale di Ginevra Regis De Battista, senza il quale non avremmo potuto ottenere i necessari permessi dalle autorità cittadine, a quanti hanno dedicato giorni e notti, intere settimane per l'organizzazione di queste due giornate. A loro e ai tanti che da Lione a Padova, da Bruxelles a Marsiglia, da Spalato a Vienna, da Strasburgo a Francoforte, da Firenze a Monaco si sono mobilitati a fondo, un grazie di cuore.

Massimo Lensi

LE MANIFESTAZIONI

GINEVRA/II MANIFESTAZIONE EUROPEA

Centinaia di bandiere tibetane hanno invaso la città svizzera sin dalle prime ore dell'alba. Tamburi e trombe tibetane hanno accompagnato le ore di attesa prima dell'inizio della II. manifestazione europea per la libertà del Tibet occupato. A Ginevra domenica 9 marzo circa 3.000 persone provenienti da numerosi paesi europei si sono riunite di fronte ai cancelli delle Nazioni Unite per chiedere l'apertura dei negoziati sino-tibetani". Folti i gruppi da Lione, Marsiglia, Grenoble, Bordeaux, Firenze, Milano e dalla Comunità tibetana in Svizzera. In una giornata fredda alle ore 13 è iniziato lo spazio dedicato agli interventi degli invitati. Dopo l'introduzione del Ministro degli esteri Kalon Tashi WANGDHI, sono intervenuti tra gli altri WEI Shan Shan, sorella del dissidente cinese WEI Jingsheng, insieme a LU Yang, membro della Federazione per una Cina Democratica, James MOORHOUSE, deputato europeo e Presidente dell'Intergruppo Tibet al PE, Gianfranco DELL'ALBA, deputato europeo, Vesca OLSOMMER, membro del Gran

Consiglio del Cantone di Ginevra, Erkin ALPTEKIN, Presidente de "Allied Committee of the People od Eastern Turkestan, Inner Mongolia and Tibet", TEMTSILTU, esule mongolo membro de "Allied Committee", Tereza GANZA-ARAS, deputata croata, Franceso SPERONI, deputato italiano, WANG Fu Chen, dissidente cinese, Claude LEVENSON, scrittrice e Presidente del CSPT svizzero ed Olivier DUPUIS, segretario del Partito Radicale. Dopo alcuni spazi musicali e saluti dei rappresentanti di numerosi TSG tra cui Clemens LUDWIG, del TID e Thomas NAGANT, di "Les Amis du Tibet" Belgio, è stato dato il via ad una marcia fino al lungo lago dove alle ore 18 sono intervenuti la Commissaria europea Emma BONINO e il Presidente della "Swiss Tibetan Friendship Association" Lobsang GANGSHONTSANG. Dalle 19 alle 20 sono state accese le fiaccole di vigilia dell'insurrezione nonviolenta di Lhasa in un grande e bellissimo cerchio intorno al lago. Il giorno seguente i manifestanti si sono di nuovo riuniti alle ore 11 di fronte ai cancelli delle NU

in Piazza delle Nazioni dove la rappresentante del Dalai Lama a Ginevra, Chungdak D. KOREN, ha letto l'intervento di Sua Santità in occasione del 38.mo anniversario dell'insurrezione di Lhasa. Dopo di che hanno preso la parola tra gli altri Jigme RISUR, Presidente della "Tibetan Youth Association in Europe", XIU Haitao, Vice-presidente della Federazione per la Democrazia in Cina, Piero VERNI, Presidente di Italia-Tibet ed Olivier DUPUIS, segretario PR. La giornata si è conclusa con un intervento di Kalon Tashi WANGDHI e con il ringraziamento finale di Tenzin EMCHI, Presidente della Comunità tibetana in Svizzera. Alle 15,30 un gruppo di bambini tibetani ha poi consegnato una petizione per la liberazione del Panchen Lama a Gerh Mautner-Markholf, rappresentante dell'Alto Commissario per i Diritti Umani presso le NU.

NEW YORK

Circa 600 persone hanno partecipato in una fredda giornata alla marcia che si è snodata il 9 marzo per le strade di NY per raggiungere la Missione cinese presso le NU. Alla marcia organizzata da Student for a Free Tibet, Tibet Committee New York/New Jersey, Tibet Women Association, Tibet Association, Office of Tibet, Tibet Fund e Transnational Radical Party insieme ad altre associazioni hanno partecipato tra gli altri José Ramos HORTA, Premio Nobel per la Pace 1996, Dawa TSERING, Rappresentante del Dalai Lama per le Americhe, XIAO Giang, direttore di "Human Rights in China", Robert THURMAN, Presidente della "Tibet House". Simpatica presenza anche di Adam YAUCH del famoso gruppo rap dei Beaste Boys. Davanti alla missione cinese i manifestanti si sono sdraiati per terra coprendosi con la bandiera tibetana, facendo faticare non poco la Polizia di NY. La manifestazione si è conclusa con l'Inno tibetano intonato dai partecipanti.

MOSCA

A Mosca più di 200 persone si sono radunate il 9 marzo in Piazza Poushkinskaja per manifestare contro l'occupazione del Tibet, per l'apertura dei negoziati sino-tibetani e per la libertà del Panchen Lama. Sono intervenuti alla conclusione tra gli altri Nawang RABGHYAL, rappresentante del Dalai Lama per la Russia, CSI e la Mongolia; Dulma SHAGDAROVA, Presidente del gruppo moscovita di sostegno al Tibet; Nikolaj KHRAMOV, coordinatore del Partito Radicale in Russia; Margarita KOZHEVNIKOVA, Presidente del TSG di San Pietroburgo. Nel corso della manifestazione sono state raccolte un centinaio di firme sull'appello al sindaco di Mosca per intitolare una piazza di Mosca al "Tibet libero".

LE ALTRE MANIFESTAZIONI NEL MONDO

Si sono svolte altre manifestazioni il 9 e 10 marzo in numerose città del mondo: Sofia, Oslo, Budapest, Canberra... Nei prossimi numeri del bollettino pubblicheremo i resoconti anche di queste importanti manifestazioni per la libertà del Tibet occupato.

NEGOZIATI SINO-TIBETANI/PARLAMENTO EUROPEO

E' stata sconfitta la linea rinunciataria dei deputati filo regime comunista cinese, Colajanni (PSE-PDS) e Colon Y Naval (PSE-PSOE). Con l'iniziativa dei gruppi di Alleanza Radicale, PPE, Liberali e Verdi, viene riaffermata la linea della verità storica e delle proposte del Dalai Lama. Il Parlamento europeo ha capovolto la risoluzione presentata dai deputati del gruppo socialista Colajanni e Colon y Naval che, in linea con molti altri tentativi di ostruzionismo o di feroce opposizione nei confronti delle iniziative a favore della risoluzione della tragica questione tibetana, avevano tentato di far passare una risoluzione nella quale le legittime aspirazioni del popolo tibetano venivano ridotte ad una mera richiesta di autonomia culturale e religiosa. Nella risoluzione adottata viene invece ribadita la posizione del governo tibetano in esilio, recentemente ancora espressa dal Dalai Lama proprio di fronte al Parlamento europeo, che prevede l'apertura di negoziati senza precondizioni e l'attribuzione ai Tibetan

i di una piena autonomia su tutte le materie, fatto salvo i settori della difesa e degli affari esteri. Nella risoluzione adottata il 12 marzo dal Parlamento europeo, viene anche richiesto l'iscrizione all'ordine del giorno delle Nazioni Unite della questione della decolonizzazione del Tibet.

* In merito a questo grave episodio, Olivier DUPUIS, segretario del Partito Radicale transnazionale e deputato Riformatore al PE, ha dichiarato:

"Questo tentativo, fortunatamente fallito, è alquanto indicativo di come delle forze politiche perdono il pelo ma non il vizio. Dopo anni di opposizione ad ogni tipo di iniziativa parlamentare e politiche al Parlamento europeo (ricordero' soltanto il voto contrario nell'autunno scorso agli emendamenti radicali a favore dei rifugiati tibetani e a favore di una informazione libera del popolo tibetano) o in Italia (ricordero' soltanto la circolare dei prefetti perché i sindaci non espongano la bandiera tibetana o la posizione de facto contraria del governo italiano alla presentazione di una risoluzione sulla questione della violazione dei diritti umani in Cina e nel Tibet), dei deputati - coerentemente con la loro lunga storia di sostegno al regime comunista totalitario sovietico, si fanno oggi gli interpreti di una "buona volontà" del regime comunista cinese comprovata tutt'oggi da una feroce repressione in Tibet, nel Turchestan orientale, in Mongolia interiore, nell'intera Cina. Basta ricordare che sono oggi

incarcerati nei famigerati laogai per ragioni prettamente politiche tra i 600.000 e gli 800.000 prigionieri ... in condizioni atroci."

ITALIA/CONTRADDIZIONI SUI DIRITTI UMANI

Su proposta del Partito Radicale è stata presentata, il 3 marzo scorso, al Senato della Repubblica italiana una mozione, a prima firma Francesco SPERONI, capogruppo della Lega Nord, sul problema delle violazioni dei diritti della persona nella Repubblica popolare di Cina, nel Tibet, nel Turchestan orientale ed in Mongolia interiore. In particolar modo si chiedeva al Governo di proporre, insieme agli altri partner europei, una risoluzione di censura alla Cina in Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite in corso a Ginevra. Nonostante l'accordo di tutti i capigruppo, il presidente del Senato Nicola MANCINO ha chiesto di rinviare la messa all'ordine del giorno di questa mozione adducendo motivi di cortesia nei confronti della prossima, probabile, visita del Ministro degli Esteri cinese in Italia: in tal modo impedendo che l'argomento venisse anche solo discusso. D'altra parte il ministro degli Esteri italiano, Lamberto DINI, ha dichiarato che "la risoluzione Onu sui diritti umani, nonostante le obiezioni de

i cinesi, deve essere varata". Vi sono allora due alternative: o il ministro degli Esteri italiano intende sconfessare il Presidente del Senato oppure siamo di fronte ad un gioco delle parti che si è riuscito a svelare e rendere evidente. Il Quai d'Orsay non ha mai negato il proprio veto che impedisce il deposito di una risoluzione congiunta dell'Unione europea alla Commissione Diritti Umani dell'Onu. L'Italia forse si nasconde dietro il veto di Parigi? Se la posizione italiana divenisse finalmente chiara, è possibile che 14 Stati UE su 15 possano - se convinti - forzare anche la Francia a non rompere il fronte europeo.

TIBET CINA TELEX

UNA BANDIERA PER IL TIBET - UNA PIAZZA PER IL TIBET

Per motivi di spazio dedicheremo nel prossimo numero di "Tibet - Cina Fax" un ampio resoconto sui risultati di queste due campagne politiche promosse dal PR insieme a numerosi TSG. E' importante comunque ricordare che a Ginevra a pochi giorni dall'inizio della manifestazione è stata intitolata una prima "Piazza per il Tibet" anche in Svizzera nel comune di VEYRIER, vicino a Ginevra.

PE/HONG KONG/DON'T SHUT UP - SPEAK UP

Una delegazione di parlamentari europei composta da Bertel HAARDER, vice-presidente del PE, liberale (Danimarca), Olivier DUPUIS, riformatori (Italia/Belgio), segretario del Partito Radicale transnazionale, Gary TITLEY, laburista (Regno Unito) e Graham WATSON, liberale (Regno Unito), ha avuto nei giorni passati incontri con i massimi esponenti del territorio britannico che dal 1 luglio tornerà sotto sovranità cinese. I deputati europei hanno incontrato tra gli altri Chris PATTEN, governatore; C.H. TUNG, prossimo governatore; Christine LO; presidente del Consiglio legislativo; Martin LEE, leader del Partito Democratico; Rita FAN, presidente del Consiglio legislativo provvisorio; Gladys LI, Vice-presidente del Dipartimento Giustizia. Dopo gli incontri i deputati europei hanno espresso l'intenzione di proporre una forte raccomandazione all'Unione europea. Tra i vari punti anche quello di chiedere alla Commissione europea un rapporto annuale sulla situazione dei diritti civili e umani a Hong Kong, discusso dal P

arlamento europeo. L'UE dovrà continuare a destinare fondi per progetti in difesa e per la promozione dei diritti umani e per lo sviluppo della democrazia a Hong Kong e in altri paesi.

COMMISSIONE DIRITTI UMANI DI GINEVRA

Lunedi' 10 marzo si sono aperti i lavori della Commissione sui diritti dell'Uomo con sede a Ginevra. Una delegazione del PR si è accreditata per partecipare ai lavori. "Tibet - Cina Fax" seguirà, attraverso i resoconti del capo-delegazione radicale a Ginevra, Marino BUSDACHIN, l'andamento dei lavori.

FRANCIA/ORDINE DEL GIORNO SU WEI JINGSHENG

Il Comune francese di EOURRES, ha approvato un ordine del giorno per sostenere la candidatura del dissidente cinese WEI Jingsheng a Premio Nobel per la Pace 1997.

APPUNTAMENTI

- Il 16 marzo alle 22,30 su "France 2" sarà trasmesso un importante documentario sulla tragica situazione in Tibet. Il titolo del filmato di Marie Louville e Pierre Lambert è "J'ai 6 ans et je suis tibétain".

RASSEGNA STAMPA

* Sulle manifestazioni del 9-10 marzo

- "Des milliers de sympathisants du Tibet défileront à Genève" di M. Roy: Le Courrier (quotidiano, Svizzera) 5 marzo.

- "Tibet: manifestazione a Ginevra del Partito Radicale. Divieto dei prefetti di issare la bandiera tibetana": Adnkronos (Agenzia stampa, Italia) 7 marzo.

- "Verdi: Manconi una bandiera per il Tibet": Ansa (Agenzia Stampa, Italia) 7 marzo.

- "A Genève, dès dimanche, la cause du Tibet mobilisera les foules" di Flavia Giovannelli: Tribune de Genève (quotidiano, Svizzera) 7 marzo.

- "All'iniziativa tibetana hanno aderito 12 comuni del paese su richiesta del Partito Radicale": Novinar (quotidiano, Bulgaria) 11 marzo.

- "Kotseto canta per il Dalai Lama": Trud (quotidiano, Bulgaria) 10 marzo.

- "La souffrance d'un peuple" di Fabrice Croizat: La Tribune (quotidiano, Francia) 27 febbraio.

- "La Drôme aux couleurs du Tibet": La Tribune (quotidiano, Francia) 27 febbraio

- "Genève tout feu tout flamme pour le Tibet Libre!" (con foto della manifestazione e titolo in prima pagina) di Jean-Noël Cuénod: La Tribune de Genève (quotidiano, Svizzera), 10 marzo.

- "La lutte pour le Tibet doit rester nonviolente mais devenir plus active" di Jean-Noël Cuénod: La Tribune de Genève (quotidiano, Svizzera), 10 marzo. Intervista al Segretario del Partito Radicale Olivier Dupuis.

- "Le cri des Tibétains. Les réfugiés rappellent l'invasion de leur pays avant la session de la Commission des Droits de l'Homme". Le Matin (quotidiano, Svizzera), 10 marzo.

- "Des Tibétains manifestent pour la libération de leur pays. A la veille de la session de la Commission de Droits de l'Homme, plus de 2.000 Tibétains réunis hier à Genève": Le Courrier (quotidiano, Svizzera) 10 marzo.

- "Des Tibétains manifestaient pour la liberté lundi devant les Nations unies": Le Monde (quotidiano, Francia) 11 marzo.

- "Migliaia solidali con il Tibet": La Padania (quotidiano), 12 marzo.

* Su Governo italiano e Commissione diritti umani di Ginevra

- "Una buona politica estera non batte la grancassa e procede per piccoli passi": il Foglio (quotidiano), 8 marzo.

- "Tibet e diritti umani. Dini: l'Italia voterà contro Pechino": La Stampa (quotidiano), 12 marzo.

- "Diritti Umani. I Radicali denunciano: 'ostacolata mozione per il Tibet'": Corriere della Sera (quotidiano), 13 marzo.

 
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