Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 09 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Budapest - 27 marzo 1997
LIBERTA' PER IL TIBET/DEMOCRAZIA PER LA CINA-FAX N.55

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale transnazionale per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina.

"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".

Tenzin GYATSO, XIV.mo Dalai Lama, 1992

Numero 55 del 27 marzo 1997

Redazione: Massimo Lensi, Dorottya u. 3.III.em 6. - 1051 Budapest (H) - Tel. +36-1-266.34.86 - 266.09.35 - Fax. 11.87.937 - e-mail M.Lensi@agora.stm.it - WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it

Distribuzione: Alberto Novi - rue Belliard 89 - Rem 508, 1047 Bruxelles (B); tel.+32-2-230.41.21, fax +32-2-230.36.70.

Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese e croato.

PER L'APERTURA DEI NEGOZIATI TRA CINA E TIBET

In questo numero di "Tibet - Cina Fax" pubblichiamo una prima serie di documenti sulla manifestazione di Ginevra e sulle iniziative politiche ad essa collegate. Dall'importante intervento del Segretario del PR, Olivier Dupuis, sulle prospettive future del movimento per la liberta' del Tibet occupato, il Satyagraha 98, fino alla Risoluzione del Parlamento europeo sul Tibet del 12 marzo.

Il Satyagraha e' una metodologia di azione politica nonviolenta per ottenere l'obiettivo che ci siamo prefissi in questi mesi di iniziative e di lotta politica: l'apertura dei negoziati tra Cina e Tibet per il futuro del Tetto del Mondo. Per questa ragione - e per tutte le ragioni che ci hanno indotto a promuovere le numerose campagne politiche dei mesi precedenti - occorre immediatamente mobilitarsi attraverso le altre iniziative in corso: dall'appello di parlamentari al Segretario Generale delle NU perche' riceva il Dalai Lama - appello che ha superato le 1.300 adesioni di parlamentari di tutto il mondo - fino alla campagna "Una Piazza per il Tibet".

Ancora molta strada da percorrere, molti obiettivi intermedi, molte altre iniziative nonviolente e di dialogo per la liberta' del Tibet occupato e per la democrazia in Cina.

Buon lavoro

IL SATYAGRAHA E' UNA METODOLOGIA

Intervento di Olivier Dupuis, segretario del PR, alla manifestazione "Libertà per il Tibet" del 9 marzo a Ginevra.

Vorrei cominciare a parlare delle cose meno piacevoli. Voglio parlare di cose che sono molto gravi. Sono in corso in questi giorni, in seno al Parlamento europeo, tentativi, per la settimana prossima, per la sessione di Strasburgo, di ridurre gli obiettivi del popolo tibetano, gli obiettivi del Dalai Lama, gli obiettivi del governo tibetano in esilio a un'autonomia culturale e religiosa. Ciò, sapete, è lontano 1.000 chilometri da quello che vogliono i nostri amici tibetani, da quello che vogliamo tutti. Una proposta di risoluzione è stata depositata dal deputato socialista Colajanni e dal deputato socialista spagnolo Colom y Naval. Con gli amici dell'"Intergruppo Tibet al Parlamento europeo" stiamo lavorando per impedire che una cosa simile possa prodursi, per impedire che gli anni di lavoro, gli anni di sforzi, in seno al Parlamento europeo, ma evidentemente non solo in seno al Parlamento europeo, gli anni di sforzo di noi tutti che siamo qui e di milliaia di altri in Europa e ovunque nel mondo, che lavoria

mo, che sosteniamo la causa del Tibet, per impedire di ritornare indietro di 10 anni, di limitare gli auguri, le speranze, la volontà del popolo tibetano e la nostra, per limitare tutto ciò a una semplice autonomia culturale e religiosa. Sappiamo cosa c'è in ballo oggi in Tibet. Ciò che è in ballo è la libertà di un popolo. E' la libertà del popolo tibetano, ma anche la democrazia per il popolo tibetano in Tibet, per il Tibet, e la democrazia per tutti i nostri amici cinesi.

Ma vorrei - e penso che questa sia una cosa molto positiva - vorrei salutare con particolare calore la delegazione dei nostri amici cinesi che sono venuti numerosi. Tutti i dirigenti della Federazione per la Democrazia in Cina sono oggi con noi, e in particolare la sorella di qualcuno che ci è molto caro. Anche lei ci è molto cara. Wei Shan Shan, la sorella di Wei Jingsheng è tra noi. E questo, penso, è un segno di rafforzamento della nostra battaglia. Le cose positive: siamo comunque in parecchi, siamo numerosi, il nostro programma non è che all'inizio. Penso che avremo anche un gran momento, più tardi sul lago, con un momento coreografico, penso molto bello, con queste torce, queste candele, per la libertà del Tibet, per la democrazia in Cina, per la libertà del Turchestan orientale, per la libertà della Mongolia interna.

Dunque siamo solo all'inizio. Un'altra piccola cosa, perché penso che bisogna dire delle cose. E' anche la condizione per lavorare meglio, per essere più numerosi, per essere più efficaci nei prossimi mesi e settimane. Un'altra cosa che credo debba attirare tutta la nostra attenzione, è che noi non possiamo continuare a lavorare in modo disorganizzato.

Dobbiamo rafforzare la nostra organizzazione, dobbiamo rafforzare la nostra comunicazione, dobbiamo rafforzare il lavoro ogni giorno, e non bisogna aspettare la scadenza del 10 marzo e le poche settimane che la precedono per mobilitarsi. Dobbiamo fare in modo che la campagna "Una bandiera per il Tibet", che ha visto quest'anno 700-800 municipi issare la bandiera, dobbiamo fare in modo che quello che abbiamo deciso tutti insieme a Bonn, diventi realtà nel '98 affinché effettivamente, attraverso l'Europa, attraverso il mondo, ci siano migliaia di sindaci, migliaia di borgomastri, che issino la bandiera tibetana, e affinché veramente noi lavoriamo tutti assieme.

Un'altra iniziativa che ha ottenuto un primo successo nel corso di queste giornate, questa iniziativa "una piazza per il Tibet". Voi sapete l'importanza di questa iniziativa, perché una piazza per il Tibet, una via per il Tibet rimane, non se ne va, non passa. Un primo comune in Svizzera, vicino a Ginevra, il comune di Veyrier, ha deciso di dare a una piazza del suo comune il nome di Piazza del Tibet. Penso che, nei giorni e nelle settimane a venire, bisogna che decine, centinaia di comuni svizzeri, francesi, tedeschi, ovunque in Europa, che in ogni comune d'Europa ci sia una piazza, una via per il Tibet. A Strasburgo, a Bruxelles, a Parigi, ovunque nel mondo. E questo è qualcosa alla portata di ognuno di noi, non c'è bisogno di essere deputato, di essere membro di un Consiglio comunale, ognuno di noi può cominciare a far pressione sui membri dei consigli comunali affinché nelle settimane prossime, ciò si moltiplichi.

Allora, in maniera più generale, credo che i 2-3 anni scorsi hanno visto il movimento per la libertà del Tibet assumere una dimensione che è senza paragone con quella del movimento di 5 o 10 anni fa. Ma penso anche che siamo arrivati a un momento in cui bisogna fare un salto di qualità e bisogna fare uno sforzo, ciascuno e tutti, per dare molto di più di quello che si è dato fino ad ora, per arrivare a essere molto più efficaci, per arrivare a obbligare davvero le istituzioni internazionali, per obbligare i nostri governi, per obbligare i nostri parlamenti ad affrontare la questione della libertà del Tibet e la questione della democrazia in Cina. Sapete, se ne è parlato molto, che sono stati riuniti sotto questo slogan, questo desiderio e questo sentimento di urgenza e necessità, sotto una parola, con il prof. Samdhong Rimpoché, con una parola che è Satyagraha 98 per la libertà del Tibet.

Allora, ci sono molte cose che sono state dette su quello che potrebbe essere, su quello che sarà il Satyagraha. Penso che c'è ancora molta confusione e penso che sia necessario sapere che il Satyagraha non è un obiettivo, il Satyagraha è una metodologia. Il Satyagraha è un modo di agire. L'obiettivo è quello del Dalai Lama, è quello del governo tibetano in esilio, è quello di tutti i nostri amici tibetani in Tibet, è l'autonomia, ma l'autonomia forte, reale, completa, per tutte le materie che toccano la vita dei tibetani in Tibet, tranne, come ha detto il Dalai Lama, la politica di difesa e la politica estera. Dunque su questo non si può negoziare. Questo è il nostro obiettivo, e il Satyagraha sono i mezzi, gli strumenti, la nonviolenza organizzata che dobbiamo creare, immaginare e inventare, giorno dopo giorno, affinché questo obiettivo divenga, nei mesi e negli anni che verranno, realtà in Tibet, affinché il Tibet sia liberato. Dunque, penso che in ogni città d'Europa, ogni città da dove venite oggi, si d

ovrà cominciare a riflettere, a mettere queste idee sulla carta e a cominciare a far circolare queste idee affinché nei prossimi mesi, non il 10 gennaio o il 10 febbraio prossimo, ma affinché nelle prossime settimane si cominci a lavorare, si cominci a organizzarsi anche con gli amici negli Stati Uniti, in Australia, in India, e affinché si arrivi con questo movimento Satyagraha nel 98 a creare qualcosa che sia equivalente nella forza e nella quantità al movimento anti guerra del Vietnam degli anni 60. Centinaia di migliaia di persone nel mondo, che lo stesso giorno alla stessa ora, con lo stesso slogan e con le stesse rivendicazioni, realizzino delle manifestazioni, degli scioperi della fame, dei sit-in e tutte le altre idee che ci verranno perché io so che la fantasia è una delle nostre forze e perché tutti insieme si crei questo movimento che non sarà, al contrario del movimento contro la guerra del Vietnam, un movimento "anti", ma sarà un movimento "per". Per la libertà del Tibet, per la democrazia in Ci

na. Penso che se troveremo la forza in noi di essere "per", troveremo anche la forza di stare insieme e di stare insieme a decine di migliaia l'anno prossimo, all'appuntamento del 10 marzo ma anche a decina di migliaia a partire da oggi fino al 10 marzo prossimo. Per fare 10 volte, 100 volte di più di quello che abbiamo fatto fino ad oggi. Per essere, almeno 20 mila l'anno prossimo.

UNA PIAZZA PER IL TIBET

Su iniziativa del Partito Radicale è stato chiesto ai sindaci di tutto il mondo di intitolare una piazza o una via al "Tibet libero". Una piccola, ma importante azione politica e di solidarietà che chiunque puo' attivare nei confronti della propria amministrazione cittadina perchè si arrivi ad informare di piu' sulla tragedia del Tibet. Le città che hanno già intitolato una Piazza o una via al Tibet sono: Veyrier (Svizzera); Liévin (Francia), Mazingarbe (Francia). Mentre sono state avviate le procedure a Heusden-Zolder e Woluwé-Saint-Pierre in Belgio, Amurrio in Spagna, Villeneuve D'Asq e Les-Pennes-Mirabeau in Francia e Catanzaro e Bologna in Italia.

Le informazioni sulle procedure comunali per ottenere la titolazione di una piazza o di una via sono ottenibili presso le segreteria comunali. Maggiori informazioni su questa campagna si possono ottenere presso la sede del PR di Bruxelles.

MANIFESTAZIONI E RASSEGNA STAMPA 9 - 10 MARZO

BUDAPEST

A Budapest sabato 8 marzo circa 400 persone si sono riunite di fronte all'ambasciata cinese della capitale ungherese per dimostrare contro le violazioni dei diritti umani in Cina e per chiedere l'apertura dei negoziati tra il Governo tibetano in esilio ed il Governo di Pechino. La manifestazione era organizzata dalla "Tibetet Segito Tarsasag" e dal PR. Hanno partecipato tra gli altri Chope Paljor TSERING, rappresentante del Dalai Lama a Budapest, Gabor FODOR, deputato e presidente dell'Intergruppo Tibet al Parlamento ungherese, Tibor HENDREY, presidente del TSG di Budapest e Marina SIKORA, responsabile del PR.

Rassegna Stampa

* Ungheria

- "Manifestazione per il Tibet": Kisalfold (quotidiano), 14 febbraio;

- "Una bandiera per il Tibet": Zalai Hirlap (quotidiano), 14 febbraio;

- "Cosa possiamo fare per il Tibet in Ungheria": Vas Nepe (quotidiano), 12 febbraio;

- "Messaggio ungherese alla Cina": Vas Nepe (quotidiano), 19 febbraio;

- "Bandiere per il Tibet": Delvilag (quotidiano), 20 febbraio;

- "Bandiere per il Tibet": Delmagyrorszag (quotidiano), 20 febbraio;

- "Manifestano per il Tibet": Nepszava (quotidiano), 4 marzo;

- "Il 10 marzo manifestazione per l'autonomia del Tibet": Fejer Megyei Hirlap (quotidiano), 4 marzo;

- "Solidarieta' con il Tibet": Uj Magyarorszag (quotidiano), 4 marzo;

- "Solidarieta' con il Tibet": Kisalfold (quotidiano), 4 marzo;

- "Il Tibet e' qui, sopra di noi": Blikk (quotidiano), 5 marzo.

- "Anniversario per il Tibet": Magyar Nemzet (quotidiano), 10 marzo;

- "Manifestazione per il Tibet": Magyar Nemzet (quotidiano), 10 marzo;

- "Manifestazione in sostegno al Tibet": Fejer Megyei Hirlap (quotidiano), 10 marzo;

- "Sono scesi in piazza per la liberta' del Tibet": Blikk (quotidiano), 10 marzo;

- "Per il Tibet": Jaszkun Kronika (quotidiano), 10 marzo;

- "Giornata per il Tibet su Canale Spektrum": Naplo (quotidiano), 10 marzo;

- "Non e' lontano da qui il Tibet": Jaszkun Kronika (quotidiano), 11 marzo;

- "Manifestazione per il Tibet": Reform (settimanale), 11 marzo;

* Repubblica ceca

- "Le bandiere del Tibet sventolano sui comuni per protesta": Mlada Front (quotidiano), 10 marzo.

- "Bandiere tibetane sui comuni": Zemske Noviny (quotidiano), 10 marzo.

- "Le bandiere del Tibet sventolano sui pennoni comunali": Telegraf (quotidiano), 10 marzo.

- "Tibetani manifestano a Ginevra": Prace (quotidiano), 10 marzo.

- "La bandiera del Tibet sventola sul Comune di Zizkov": Praha Denes (quotidiano), 10 marzo.

- "Ieri gli abitanti di Kladno esprimono il loro sostegno al Tibet": Mlada Front Dnes (quotidiano) 11 marzo.

- "Il Comune di Litomerice ha fatto sventolare la bandiera tibetana": Zemske Noviny (quotidiano) 11 marzo.

- "La citta' di Zizkov fara' sventolare ancora la bandiera tibetana": Mlada Front Denes (quotidiano), 6 marzo.

* Italia

- Raiuno TSP (TV) del 22 febbraio: servizio sulla orghanizzazione della manifestazione di Ginevra e sulla candidatura di Wei a Nobel per la pace. Intervista con Francesca Scopelliti, deputato italiano.

SECONDA PAGINA

Pubblichiamo la Risoluzione sul Tibet approvata il 12 marzo dal Parlamento europeo su iniziativa dei Gruppi ARE (Alleanza Radicale europea), PPE, Liberali e Verdi.

Il Parlamento europeo,

- viste le sue precedenti risoluzioni sul Tibet,

A. considerando che le autorità cinesi continuano la loro repressione nel Tibet occupato,

B. considerando che Sua Santità il Dalai Lama propone di avviare i negoziati sul futuro del Tibet tra il governo cinese e il governo tibetano in esilio, segnatamente per quanto riguarda l'autonomia e l'autogoverno del popolo tibetano,

C. considerando che tre risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, votate nel 1959, nel 1961 e nel 1965 hanno riconosciuto il diritto del Tibet all'autodeterminazione;

1. ribadisce la sua condanna per le continue violazioni dei diritti dell'uomo da parte delle autorità cinesi in Tibet;

2. appoggia la proposta del Dalai Lama di negoziati sul futuro del Tibet e invita il governo cinese a reagire in modo ufficiale e positivo alla proposta;

3. chiede al Consiglio, agli Stati membri e alla Commissione di adottare tutte le misure necessarie nel quadro delle relazioni tra l'Unione, la Repubblica popolare cinese e le Nazioni unite per riunire le due parti al fine di raggiungere un accordo che soddisfi le legittime richieste del popolo tibetano;

4. chiede ai governi degli Stati membri di far iscrivere la questione dell'occupazione del Tibet e della sua decolonizzazione all'ordine del giorno dell'Assemblea generale delle Nazioni unite;

5.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al governo della Repubblica popolare cinese, a Sua Santità il Dalai Lama, al governo tibetano in esilio e alle Nazioni unite.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail