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Conferenza Partito radicale
Donvito Vincenzo - 9 aprile 1997
PISA /TIBET
INTERROGAZIONE

AL MINISTRO DELL'INTERNO

Premesso che:

- il giorno 9 aprile 1997 alcune decine di militanti del Partito Radicale Transnazionale hanno predisposto una presenza in piazza, a Pisa, in occasione della visita in citta' del Presidente del Parlamento cinese. La presenza dei militanti radicali era tesa esclusivamente ad esporre bandiere tibetane in occasione della visita dell'esponente cinese;

- i funzionari di Polizia hanno immediatamente preso contatto con i militanti radicali, dicendo loro che la esposizione di striscioni non avrebbe provocato alcuna reazione da parte delle forze dell'ordine, ma che in alcun modo sarebbe stata consentita la esposizione di bandierer del Tibet;

- i militanti radicali non hanno naturalmente accettato tale bizzarra proposta tesa a limitare e condizionare il diritto di manifestare il proprio pensiero, dichiarandosi non disponibili a consegnare le bandiere tibetane se non ottenendo in ricevuta un verbale di sequestro, in base alla legge;

- i militanti radicali sono stati accompagnati in Questura, e li' trattenuti per oltre due ore, allo scopo evidente di impedire loro di essere presenti in piazza nel momento del transito dell'esponente cinese;

- i militanti radicali sono stati rilasciati dopo la conclusione della visita del Presidente del Parlamento cinese;

- il 9 e 10 marzo scorso sul pennone del Comune di Pisa la bandiera tibetana e' sventolata, in occasione della mobilitazione internazionale degli enti locali in favore della causa tibetana;

- il Dalai Lama, capo spirituale e politico del popolo tibetano e del Governo tibetano in esilio, e' cittadino onorario di Pisa;

Per sapere:

- sulla base di quali indicazioni del Ministro dell'Interno la Questura di Pisa abbia inteso consentire la esposizione di cartelli e striscioni, ma non di bandiere tibetane;

- se il fatto che i militanti radicali siano stati trattenuti in Questura per due ore sia la ripetizione e la riproduzione di quanto avveniva in altre epoche ai danni dei dissidenti e degli oppositori politici, in occasione delle visite di membri di Casa Savoia o di esponennti di governo;

- se tale comportamento della Questura di Pisa trovi il consenso del Viminale, o se tale condotta sia stata ordinata dal Ministero;

- se tale condotta sia stata la coseguenza di precise richieste da parte delle autorita' diplomatiche in Italia della Repubblica Popolare Cinese, e se il diritto dei cittadini italiani a manifestare il proprio pensiero sia condizionato alla volonta' o all'accordo di governi stranieri.

 
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