Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale transnazionale per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina.
"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".
Tenzin GYATSO, XIV.mo Dalai Lama, 1992
Numero 56 del 15 aprile 1997
Redazione: Massimo Lensi, Dorottya u. 3.III.em 6. - 1051 Budapest (H) - Tel. +36-1-266.34.86 - 266.09.35 - Fax. 11.87.937 - e-mail M.Lensi@agora.stm.it - WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it
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Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese e croato.
COMMISSIONE ONU DI GINEVRA: CRONACA DI UNA SCONFITTA ANNUNCIATA. LE RESPONSABILITA' DELL'UNIONE EUROPEA DIVISA SUI DIRITTI UMANI.
Come avevamo annunciato prima dell'inizio dei lavori della Commissione Onu di Ginevra, l'Unione europea ha, purtroppo, confermato di essere incapace di trovare al suo interno una posizione comune sulla questione dei diritti umani in Cina. La Francia ha preferito rinunciare, seguita a scorta da Bonn, Roma e Madrid, ad una politica coerente di denuncia delle molto gravi e sistematiche violazioni dei diritti dell'uomo da parte del regime di Pechino ed optare per una politica definita di "dialogo costruttivo". Eufemismo che significa invece "politica rinunciataria" e "politica del ciascuno per sé". Ma anche ennesimo e particolarmente grave episodio di deficit di federalismo, di assenza d'Europa e conferma del lento ma costante processo di divisione interna.
Un episodio che certamente ci deve far riflettere. Riflettere su come proseguire la nostra azione, in particolare in quei paesi dove regna la politica delle due verità: quella dei diritti dell'uomo e della democrazia sulla parola e dei mercati da conquistare ad ogni costo. In particolare per quanto riguarda Francia e Italia, non possiamo più fare economia di una seria riflessione sul divario che esiste tra la consistenza degli appoggi parlamentari sulla iniziative concrete a favore del Tibet, dei diritti umani in Cina e la politica estera effettivamente portata avanti da quei paesi. Un episodio che ci deve far riflettere anche sull'urgenza e su come rilanciare la battaglia federalista europea e, in primo luogo, quella per la nascita di una vera e propria politica estera e di sicurezza comune.
Ma anche un episodio che non ci deve trovare impreparati. E' anche questo il senso del lavoro che il Partito Radicale ha continuato a condurre in queste settimane attraverso il lavoro svolto per l'approvazione da parte del Parlamento europeo di una prima risoluzione sul Turchestan orientale e sulla difesa di Hong Kong fino alla importante risoluzione della Commissione di Ginevra sulla moratoria universale delle esecuzioni capitali.
Piccoli ma importanti passi verso una maggiore e più dura mobilitazione diretta ai governi occidentali ed alle organizzazioni internazionali perché il governo di Pechino avvii finalmente delle serie riforme nel campo dei diritti civili e dei diritti umani; in altre parole per la democrazia in Tibet, nella Mongolia interna, nel Turchestan orientale, nell'intera Cina.
Nell'immediato una cosa si puo' fare: ricontattare i sindaci che hanno aderito alla campagna "Una bandiera per il Tibet" e con loro attivare le procedure per dedicare una piazza od una strada della loro città al Tibet.
Buon lavoro.
PARLAMENTO EUROPEO/RISOLUZIONE SUL TURCHESTAN ORIENTALE
Il 10 aprile il PE ha approvato, per la prima volta, una risoluzione di condanna sulle continue violazioni dei diritti dell'uomo nel Turchestan orientale (Xinjiang) da parte del regime di Pechino. Nel corso di una conferenza stampa organizzata dai deputati Karl HABSBURG-LOTHRINGEN (PPE) e Olivier DUPUIS (ARE), all'origine dell'iniziativa parlamentare, Erkin ALPTEKIN, Presidente dell'UNPO (Organizzazione delle nazioni e dei popoli non rappresentati) e presidente di una delle principali organizzazioni del Turchestan Orientale, ha rivolto un pressante appello al Parlamento europeo per sostenere la causa dei popoli della Mongolia interiore, del Tibet e del Turchestan orientale oppressi dal regime di Pechino.
Al termine della conferenza stampa il segretario del PR, Olivier DUPUIS ha dichiarato: "Di fronte ad un Consiglio dell'Unione europea sempre più incapace di stabilire una posizione comune per quanto riguarda la situazione sui diritti umani in Cina - il comportamento alla Commissione sui diritti dell'uomo di Ginevra è esemplare - il Parlamento europeo invece, facendosi in tal modo rappresentante dei cittadini d'Europa, nell'adottare questa risoluzione dimostra che, rispetto alla Cina, è possibile prendere una posizione unica ed esprimere ad una voce il proprio parere sulle violazioni dei diritti dell'uomo".
In seconda pagina il testo completo della risoluzione.
UNA BANDIERA PER IL TIBET 1997
La campagna "Una bandiera per il Tibet 1997" si è conclusa con un risultato che conferma quello ottenuto l'anno scorso. Il 9 e 10 marzo 1997 sono stati 563 i sindaci di 21 paesi, di 3 continenti, che issando la bandiera tibetana sul pennone comunale della città da loro amministrata, hanno dato un concreto segno di solidarietà politica con la lotta del popolo tibetano. Un risultato pero' che lascia oggettivamente un po' di amaro in bocca. Molte potrebbero essere le considerazioni, le analisi, ed anche le giustificazioni da portare, ma in questo momento preferiamo, come annunciato nel precedente numero del bollettino, dedicare le nostre energie alla campagna "Una piazza, una via per il Tibet". Questa campagna indirizzata anch'essa ai sindaci perché si dedichi una piazza od una via al Tibet, deve partire proprio da questi 563 sindaci. E' una occasione per contattarli e per poter avviare con loro concretamente e continuativamente un progetto politico per la libertà del Tibet occupato.
* Risultati della campagna "Una bandiera per il Tibet 1997"
Paese Conferma Adesione Totale
1996 1997 1997
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Australia - 21 21
Austria - 10 10
Belgio 21 17 38
Bulgaria - 12 12
Canada - 2 2
Croazia 1 2 3
Francia 58 104 162
Germania 9 71 80
Italia 45 53 98
Lussemburgo 7 9 16
Lituania 2 - 2
Macedonia - 2 2
Olanda 1 - 1
Polonia - 1 1
Regno Unito - 1 1
Rep.ceca 4 14 18
Slovenia - 5 5
Spagna 6 8 14
Stati Uniti - 2 2
Svizzera 1 35 36
Ungheria 25 13 38
Voivodina 1 - 1
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Totale 179 382 563
* Alcune delle città aderenti: Francoforte ed Hannover (Germania), Brisbane (Australia), Innsbruck (Austria), Charleroi (Belgio), Quebec (Canada), Osijek (Croazia), Saint-Tropez, Grenoble e Strasburgo (Francia), Veszprem (Ungheria), Roma (Italia), Vilnius (Lituania), Tetovo (Macedonia), Kidricevo (Slovenia), Bernex (Svizzera), Kanizsa (Voivodina).
TIBET CINA TELEX
PENA DI MORTE/COMMISSIONE ONU SUI DIRITTI UMANI
Il 3 aprile la Commissione sui Diritti Umani di Ginevra, ribaltando il voto negativo dell'Assemblea Generale del 1994, ha adottato una risoluzione che impegna i paesi membri a procedere verso una moratoria delle esecuzioni capitali. Il fronte abolizionista, guidato da Italia e Francia, con l'appoggio di altri 45 paesi non ha ceduto alle pressioni congiunte di USA, Cina e paesi islamici. L'iniziativa è stata promossa in sede di Commissione dalla delegazione ONG del Partito Radicale presente a Ginevra.
COSTA RICA/APPELLO AL SEGRETARIO GENERALE DELLE NU
La raccolta di firme di parlamentari sull'appello al Segretario Generale delle NU perché riceva il Dalai Lama al più presto continua. Rinchen Darlo, presidente di "Tibet Fund", ci ha comunicato che grazie al deputato Mario Carazo, 56 membri su 57 del Parlamento del Costarica hanno firmato l'appello.
Il totale delle firme raccolte sale cosi' a 1.436 tra deputati e senatori che in questa forma chiedono al Segretario Generale delle NU di intraprendere tutte le vie diplomatiche possibili per consentire l'apertura di negoziati tra Cina e Tibet sotto l'egida delle Nazioni Unite.
ITALIA/MANIFESTAZIONE A PISA
Il 9 aprile alcune decine di militanti radicali hanno inscenato una manifestazione a Pisa per la libertà del Tibet occupato e per la democrazia in Cina in occasione della visita del Presidente del parlamento cinese, Qiao Shi. La manifestazione ancor prima dell'inizio è stata interrotta dalle forze dell'ordine che hanno sequestrato decine di bandiere tibetane e fermato un gruppo di manifestanti. Sul grave accaduto è stata depositata una interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni italiano. La città di Pisa annovera tra i suoi cittadini onorari anche il Dalai Lama.
BILANCIO CONSUNTIVO "GINEVRA 1997"
Non essendo ancora in possesso di tutte le fatture della manifestazione del 9 e 10 marzo di Ginevra, siamo nell'impossibilità di fornirvi il bilancio consuntivo. Appena avremmo ricevuti questi dati, pubblicheremo il rendiconto generale di spesa della manifestazione.
BANDIERE TIBETANE
Presso la sede del Partito Radicale di Bruxelles si possono ordinare le bandiere tibetane.
Le bandiere sono di due formati:
- 90 per 130 cm a 10 USD.
- 150 per 210 cm a 30 USD.
Per i Tibet Support Group o altre organizzazioni sono previsti prezzi speciali per ordinazioni non inferiori alle 10 unità. Telefonare al 32-2-230.41.21 (Sede PR di Bruxelles: Tiziana Falletti)
SECONDA PAGINA
* Risoluzione sulla situazione dei diritti dell'uomo nel Turchestan orientale (regione dello Xinjiang)
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sulle violazioni dei diritti dell'uomo in Cina,
A. profondamente preoccupato per la crescente instabilità nel Turchestan orientale (regione dello Xinjiang),
B. allarmato per gli arresti effettuati il 20 marzo nella regione prevalentemente islamica del Turchestan orientale (regione dello Xinjiang) da parte delle autorità cinesi in seguito a disordini etnici,
C. allarmato altresì per le esecuzioni di numerosi Uiguri da parte delle autorità cinesi e per i disordini che vi hanno fatto seguito, nel corso dei quali centinaia di altre persone sono state arrestate,
D. denunciando il ricorso alla violenza, come gli attentati dinamitardi, da qualunque parte ciò accada,
E. constatando che nel Turchestan orientale (regione del Xinjiang) si registra una grave repressione della libertà di culto e che nell'ultimo anno oltre 100 scuole coraniche sono state chiuse e 180 religiosi, professori e studenti musulmani sono stati arrestati,
F. considerando le preoccupazioni espresse dal Comitato delle Nazioni Unite sulle discriminazioni razziali nei confronti del popolo uiguro,
G. considerando che, fin dal massacro di piazza Tien An Men nel 1989 l'Unione ha tradizionalmente appoggiato una risoluzione sulla Cina in seno alla Commissione ONU per i diritti dell'uomo e deplorando l'assenza quest'anno di una politica comune dell'Unione sulla Cina a Ginevra,
1. condanna le politiche - compresi il ricorso indiscriminato alla pena di morte, i trasferimenti di popolazioni e i metodi di controllo delle nascite volti a stravolgere la composizione etnica di questa regione - cui la Repubblica popolare cinese ricorre per eliminare la cultura del popolo uiguro e reprimerne l'esercizio del culto islamico;
2. invita le autorità cinesi a rilasciare immediatamente tutti i prigionieri che sono stati arrestati per presunta partecipazione ai disordini e vengono accusati di un reato che non è contemplato dalle norme internazionali e a garantire i diritti a un processo pubblico, alla difesa e alla rappresentanza da parte di avvocati, come previsto dal 1 gennaio 1997 nel diritto processuale cinese modificato;
3. chiede al governo cinese di avviare un dialogo politico con tutte le parti interessate alla questione del Turchestan orientale (regione del Xinjiang), al fine di trovare una soluzione politica negoziata in relazione alle diverse richieste del popolo uiguro;
4.chiede con insistenza alle autorità cinesi di permettere l'accesso al Turkestan orientale (regione dello Xinjiang) ai giornalisti e agli osservatori dei diritti dell'uomo;
5. invita la Commissione e il Consiglio a esercitare pressioni sulle autorità della Repubblica popolare cinese affinchè venga garantito il rispetto dei diritti dell'uomo e dei diritti fondamentali sia sul territorio cinese che nei territori annessi.