CINA, SCONTRI A XingjiangL'esercito uccide 2 persone
Da " L'Unità" 29 aprile 1997 pag. 9
Soldati dell'esercito cinese hanno aperto il fuoco nei giorni scorsi a Yining, nella regione musulmana dello Xinjiang, uccidendo due uomini e ferendone 5 tra un gruppo di persone che aveva cercato di bloccare un convoglio con a bordo le persone arrestate nel corso dei disordini di febbraio in questa stessa città al confine tra la Cina e il Kazakhstan. La notizia è stata confermata ieri da fonti ufficiali nel capoluogo di Urumqi. Le truppe stavano scortando i detenuti dopo il processo pubblico nel quale è stato annunciato alle migliaia di persone radunate nello stadio della città che tre imputati, tutti di etnia Uighur, erano stati condannati a morte, uno all'ergastolo e 26 a pene detentive dai 7 ai 18 anni. Un gruppo di persone (il numero è molto incerto da 15 alle centinaia) ha bloccato il convoglio. I soldati hanno cercato di disperdere la folla, non riuscendoci hanno aperto il fuoco. La situazione è tornata poco dopo alla calma e la città, tre milioni di abitanti per la metà cinesi, è per ora tranquilla
. La rivolta era scoppiata il 5 febbraio dopo una dimostrazione anticinese dell'etnia musulmana e turcofona degli Uighur che lotta per la costituzione nello Xinjiang di uno stato indipendente. Nei disordini, ai quali hanno partecipato un migliaio di persone, ci sono stati 10 morti e 198 feriti. Lo Xinjiang, terra ricca di petrolio e dove la metà dei 16 milioni di abitanti è Uighur, è stato teatro negli ultimi mesi di violenti attentati. Anticinesi. Il 25 febbraio , giorno dei funerali a Pechino del massimo leader postmaoista Deng Xio Ping, tre bombe erano esplose contemporaneamente nel capoluogo di Urumqi, facendo almeno nove morti e 74 feriti. Una decina di persone sono state arrestate per l'attentato, rivendicato da un'organizzazione di esuli Uighur in Kazakhstan. "Le condanne," ha detto ad Alma Ata il responsabile del Fronte rivoluzionario unito del Turchestan orientale, Modan Mukhlisi, "provocheranno nuove proteste Le autorità cinesi stanno spingendo gli Uighur alla rivolta."