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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 6 maggio 1997
NEWS SULL'ALBANIA.

Da un'intervista al portavoce dei Verdi Luigi Manconi ("Corriere della Sera di oggi):

"Gran parte dei flussi migratori in tutto il mondo sono controllati dalle organizzazioni criminali. C'è un solo modo per ridurre il peso di queste organizzazioni: razionalizzare e gestire l'accoglienza...".

Ragionamento debolissimo: limitarsi a gestire l'accoglienza significa creare indirettamente il terreno per nuove occasioni d'affari per la criminalità alabanese; detto poi da uno che si professa antiproibizionista (semmai è solo un "riduzionista del danno").

Da un'intervista all'esponente di Forza Italia Antonio Martino ("Corriere della Sera" di oggi):

"Da questa crisi albanese è già emrso un dubbio importante: che ci stanno a fare i nostri servizi di informazione? E'in gioco un interesse nazionale preminente. A soli 60 chilometri di distanza. Le sembra che il nostro "intelligence" abbia saputo rispondere adeguatamente alle necessità? Ora proprio i nostri servizi potrebbero intervenire: per individuare quei traghettatori. E fermarli..."

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("Sole 24ore" di oggi)

"...Cinquemila lek per entrare inlista d'attesa, altri duemila per salire sul gommone che porta alla nave, alla fine ognuno sborserà 60-70 mila lek: la grande fuga costa quasi un milione e ogni carico rende , dedotti i costi, 400-500 milioni.

Questo è ilprezzo che incassa la mafia albanese, un'organizzazione ben oliata che ha soldi da investire nell'acquisto delle navi, che sa quando e dove raccogliere gli aspiranti profughi, che decide il momento e come organizzare nelle città e nei villaggi le rappresaglie, le ondate di violenza, i raid delle bande armate. Come quella di ieri sera: un atentato incendiario hacompletamente distruttogli uffici della previdenza sociale di Valona, dov'erano custodite circa 40 mila cartelle di tutti i pensionati della zona.

Come era statoampiamente previsto il "racket del profugo" si è sposstato da Sud verso Nord, senza abbandonare naturalmente la roccaforte di Valona, da dove irei sonio partiti motoscafi e gommoni, inseguitinel Canale d'Otranto dalla Guardia di Finanza.

Al Nord dell'Albania il traffico della merce umanasi incorica con un altro business, fiorito dopo il saccheggio nelle fabbriche e nei depositi militari. Di giorno e di notte centinaia di camion attraversano la frontiera con il Montenegro esportando tonnellate di rottami ricavati dagli assalti a fasbbricheed edifici pubblici, dalla cannibalizzazione di impianti industriali e materiale bellico. E' cosìche il Montenegro riequilibrala sua bilancia commerciale alla voce ferro e una volta coperto il fabbisogno locale è disponibile naturalmente a riesportarlo verso altri mercati balcanici. Sono le stesse strade e gli stessi canali che venivano utilizzati durante gli anni della guerra in Bosnia peraggirare l'embargo dell'Onu: il petrolio arrivava in Albania e poi saliva in Montenegro, via terra con le cisterne o via mare con le petroliere che battevano tuttele bandiere, tutte tranne quelle dell'onestà...L'Adriatico è ormai il mare delle mafie: forse oggi all'Albania, e all'Italia, serve qualcosa di diverso di una co

nfusa missione umanitaria...".

 
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