Da un'intervista a Massimo Brutti (PDS), sottosegretario alla Difesa, apparsa sul Corriere della Sera di oggi col titolo <>:(Domanda) "L'ex ministro degli Esteri Antonio Martino, per frenare l'esodo verso le nostre coste, propone di arrestare i <> in Albania: quando gli albanesi sono già sulle navi è troppo tardi per fermarli".(Rsiposta) "Solo la polizia locale ha il potere di arrestare i traghettatori sul suolo albanese. Ma c'è una cosa che la forza multinazionale può fare: pattugliare il mare bloccando le navi vuote in arrivo dal Montenegro. Prima cioè che giungano nei porti e imbarchino i profughi. E' ciò che faremo".
Se fossi deputato o senatore rivolgerei al sottosegretario Brutti le seguenti domande: basandosi su quale base giuridica una nave italiana può bloccare in mare un nave montenegrina o ex-montengrina ed ora albanese che non ha compiutofino al momento del blocco alcun atto criminale? Vale forse nel diritto marittimo la presunzione di colpevolezza? I nostri soldati non possono difendere le aziende delle ditte italiane attaccate dai banditi e, invece, i nostri militari possono bloccare a piacimento navi nè italiane nè albanesi?
Ammesso e non concesso questo, Brutti è convinto che il blocco che nonha funzionato per tre anni al contrario (continue violazioni dell'embargo decretato dall'ONU contro la Repubblica di Serbia-Montenegro dal 1992 al 1995) ora possa funzionare?
Segnalo, infine, editoriale su "La Stampa" dell'economista Mario Deaglio, che propone un "Piano Marshall" per l'Albania; degna di nota la tirata d'orecchi ai sindacati italiani che non hanno finora avanzato alcuna proposta rispetto alproblema degli immigrati albanesi.