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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Paolo - 11 maggio 1997
Le considerazioni di Giorgio
colpiscono e meritano grande attenzione, e non solo invitano, ma per se stesse esortano alla riflessione.

Non conosco il merito dei fatti, e non per mia colpa, o per mia distrazione. Ma e' un altro discorso.

In termini di metodo, pero', a me sembra poco congruente coniugare le dimissioni dal Consiglio Generale del PR con fatti che si riferiscono a rapporti tra PR e una associazione radicale. Associazione di cui giorgio e' segretario, o presidente non so.

Mi sembrerebbe piu' efficace, ma soprattuto piu' consono, metodologicametne piu' corretto, dare le dimissioni da responsabile di una associaizone radicale, onde attrezzarsi meglio - per giorgio - rispetto alle lamentele sul partito.

Lo dico soltanto in termini di logica. Soltanto. Mi sembra assai piu' logico e soprattutto efficace, e molto piu' politico, molto piu' utile, dimettersi da responsabile dell'ERA, stanti le motivazioni espresse da Giorgio, che non dimettersi dal CG del PR. Trovo invece incongruente e incoerente e non conseguente associare le motivazioni che Giorgio adduce alle dimissioni dal CG del PR. Sempre che le motivazioni addotte da Giorgio nella sua lettera siano quelle che lui ritiene davvero fondate.

Perché così invece non capisco la pregnanza di un atto - che di per se' sarebbe pesante se non fosse tarato come ho detto, dal mero punto di vista metodologico.

E Giorgio ha ragione comunque a volere porre alla ttenzione di tutti, o di almeno alcuni, un problema che egli ritiene esista. Ma ripeto e insisto che mi sembra politicamente e metodologicamente poco o nulla adeguato dimettersi dal CG del PR, mentre ben altra adeguatezza e utilità per tutti avrebbero eventuali dimissioni dalla carica che Giorgio ricopre nell'ERA.

Senza dimenticare, beninteso, che non so come stiano le cose, e mi baso soltanto su quel che giorgio ha scritto, e che ho letto con attenzione e rispetto.

 
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