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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Centro Radicale - 20 maggio 1997
PE/Rapporto Todini/mobilità transnazionale/intervento di Olivier Dupuis

Sessione di Strasburgo, 13 maggio 1997

DIBATTITO SUL RAPPORTO TODINI: Ostacoli alla mobilità transnazionale (A4-0148-97)

Intervento di Olivier DUPUIS (ARE).

- Signor Presidente, innanzitutto vorrei complimentarmi con la relatrice, la collega Todini; credo che si tratti di una buona relazione, che affronta problemi molto importanti di cui si è parlato molto, questa sera: le qualifiche, i diplomi, le lingue straniere. Credo però che ci sia una rimozione gigantesca che la relatrice ha tentato di colmate accogliendo uno degli emendamenti depositati, ma non credo che questo basti. Questa rimozione riguarda la comunicazione linguistica. In un Unione europea che conta oggi 15 membri e 11 lingue e domani 25 membri e 20 lingue non credo si possa continuare a fingere che non esista un problema linguistico e di comunicazione linguistica; eppure tutti i giorni in questo Parlamento ci troviamo di fronte a problemi di traduzione - come questo pomeriggio, con la cabina inglese che è "saltata". Noi facciamo parte di un mondo ristretto, che rappresenta meno dell'1% dell'Unione europea, che parla una seconda lingua e che ha la capacità di capirne un'altra, ma è un piccolo mondo c

hiuso che non si rende conto che per il 99% della popolazione dell'Unione il problema della comunicazione linguistica, quando si cambia paese e si va all'estero, quando si fa del turismo o si cerca lavoro e in altre situazioni, rappresenta un problema fondamentale. Credo quindi che non possiamo più chiudere gli occhi davanti a questo problema, ma che dobbiamo affrontare la prospettiva di offrire a tutti i cittadini, e non solo a quella percentuale che può andare a Oxford o a Harvard a studiare una lingua straniera, la possibilità di poter avere una stessa lingua di comunicazione. Si tratta di un tabù che va infranto; dico tabù perché il concetto di lingua neutrale di comunicazione si associa il nome di esperanto, una vecchia invenzione che non gode di buona stampa, ma che tuttavia probabilmente rappresenta l'unico modo, per un Unione di 25 membri con 20 lingue diverse, di dare a tutti, e quindi anche a chi è meno favorito, a chi non ha le risorse per recarsi negli Stati Uniti o nelle migliori università stra

niere, la possibilità di comunicare con gli altri cittadini dell'Unione.

 
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