Colloquio con Giovanni Pittella, deputato italiano della Sinistra democratica.Pietrosanti: Qui è Paolo Pietrosanti da radio radicale. Abbiamo il piacere, davvero, di avere in collegamento con noi per telefono Giovanni Pittella deputato della Sinistra democratica. Che è, non per la prima volta, ma ha deciso di iscriversi al transpartito transnazionale che è il Partito radicale. Intanto Pittella la prima domanda che vorrei farti è chiederti le ragioni di questa decisione.
Pittella: Io sono socialista, sono da socialista membro della sinistra democratica, e in un socialista non può non scorrere una vena radicale. Credo che tra i valori tra i principi dell'umanesimo socialista ci sia senz'altro quello della difesa dei diritti civili, quello di avere attenzione alle problematiche e alle condizioni in cui versa tutta l'umanità. Quindi una dimensione mondiale transnazionale, una dimensione che possa accomunare in una battaglia di civiltà l'intera umanità.
Pietrosanti: Senti, tu vieni anche da un'esperienza di amministratore, di consigliere regionale. Secondo te vi è un contrasto tra un impegno su un piano, diciamo così, locale o subnazionale, geograficamente, con un impegno di approccio internazionale, sovranazionale.
Pittella: Ma non mi pare che vi sia contrasto. Vi è una dimensione territoriale dei problemi, alla quale ognuno di noi che fa politica è ancorato al proprio territorio, si impegna. E vi è però una dimensione di problematiche che superano i confini rigidamente locali, provinciali, regionali e financo nazionali che investono gli equilibri, le situazioni dell'intera umanità. Io credo che non vi sia assolutamente né contrasto né impossibilità a far convivere sia l'impegno sui problemi del versante del proprio territorio, sono un parlamentare eletto in collegio maggioritario, ma nello stesso tempo mi interesso, ad esempio, della situazione in cui versa la nazione ucraina, che è una giovane democrazia nell'ambito dell'est, dell' Europa orientale e pone a tutto il mondo una serie di problemi, sia in termini di sviluppo economico, sia in termini di ricerca di nuove fonti di energia, sia in termini di sicurezza rispetto alla vicenda del nucleare che non è del tutto chiusa, sia in termini di conquiste sul versante
dei diritti civili. L'Ucraina era una delle nazioni in cui, non solo vi è ancora la pena di morte , ma si eseguono condanne e si mandano a morte ogni anno centinaia di persone. Una situazione che non può non interessare chiunque. Sia che esso abbia una dimensione territorialmente limitata, sia che abbia invece una visione più ampia.
Pietrosantri: Tu sei stato pochi giorni fa con una delegazione, insieme a qualche un tuo collega, in ucraina. Com'è andata?
Pittella: E' andata molto bene anche se lì i passi sono molto lenti. Per far firmare un documento congiunto di delegazioni parlamentari , la nostra era in rappresenza dell' Associazione per l'amicizia ItaliaUcraina, la loro era in rappresentanza per il loro parlamento dell' Associazione UcrainaItalia, ce n'è voluto. E alla fine pur non citando esplicitamente il documento finale, perché c'è stata una scelta di opportunità da parte loro che non fosse citato il discorso sulla pena di morte, però vi è un richiamo specifico ai diritti civili e nelle discussioni che avevamo fatto in presenza di autorità di alto livello, come il presidente del parlamento dell'Ucraina, vi è ribadito l'impegno a all'abrogazione di questa vergogna, sul piano di civiltà, sul piano della cultura, che S la pena di morte.
Pietrosanti: Senti Giovanni tu sei gi stato iscritto, in alcuni degli anni scorsi al Partito radicale. Adesso cosa pensi che debba fare il partito radicale? Certo tu ti sei iscritto, anche annunciando con questo un impegno, che mi permetto di dire in realtà non si è mai interrotto, Cosa pensi debba fare questo Partito radicale che adesso è così impegnato sul fronte Nazioni unite, sul fronte Unione europea?
Pittella: Insistere su questi impegni e mantenere e rafforzare questa dimensione, che da un lato è una dimensione transnazionale, quindi europea, mondiale, il rafforzamento dell'Europa, l'ampliamento dell'Europa, delle Nazioni unite, il discorso della cooperazione tra i popoli, della pace e della sicurezza. D'altro lato evitare di darsi, come è successo alcuni anni, almeno per quanto riguarda il mio osservatorio, il mio angolo di visuale, il mio giudizio. Una dimensione nazionale che lo ha portato anche a collocazioni molto marcate, molto nette, molto caratterizzate sul versante degli equilibri interni. Io, forse sbagliando, ho individuato una certa posizione in una certa area che faceva riferimento all'area radicale. Una collocazione netta, marcata, sul Polo delle libertà, comunque come pezzo del polo di un'alleanza che andava anche ad abbracciare il Polo delle libertà. Non ho voluto, non ho potuto non ho condiviso il mantenimento di questa adesione in cui invece la dimensione, l'area di interesse v
a oltre queste collocazioni di carattere interno, esula addirittura da queste collocazioni. Io ho ritenuto che fosse giusto riprendere la militanza, l'adesione, non solo l'adesione e quindi l'impegno a pieno titolo nell'ambito di queste battaglie. Io sono disponibile, l'ho già detto a coloro i quali ho comunicato questa adesione di essere disponibile. All'interno del Parlamento certamente troverò adesioni, collaborazioni e sostegni per queste battaglie, in un'area che è assolutamente transnazionale . Ritengo che la cultura radicale, la cultura dei diritti civili non possa appartenere a qualcuno, ma sia un elemento che attraversa l'insieme delle forze politiche italiane.
Pietrosanti: Pittella, scusami però tu pensi davvero che il Partito radicale abbia avuto queste oscillazioni che hai quantomeno evocato?
Pittella: Io le ho lette nelle vicende politiche dell' Italia. Mi riferisco alle vicende politiche nazionali e rispetto a quelle io ho assunto quella decisione. Nel momento in cui vedo un rilancio della politica transnazionale, un rilancio dell'azione dell'iniziativa nell'ambito del Parlamento europeo, una serie di documenti, di appelli che ho avuto il piacere, la gioia di leggere di apprezzare, allora io ritengo che a questo punto sia giusto che un socialista come io ritengo di essere, un libertario come io ritengo di essere si schieri da questa parte.
Pietrosanti: Grazie Pittella. Allora a presto e buon lavoro a tutti noi.
Pittella: Auguri a Radio Radicale.