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Partito Radicale Roma - 6 giugno 1997
CINA PORTE APERTE PER L'ITALIA

Da "Il sole 24 ore" - 6.6.1997 - pag. 7

Di Michele Calcaterra

PECHlNO Erano sei anni che un Presidente del Consiglio italiano non si recava in visita ufficiale in Cina e ieri Romano Prodi ha rotto come si dice, il ghiaccio. Una visita lampo (oggi ripartirà per l'Italia) ma importante perché

Come ha precisato ieri il primo ministro, "si inserisce i una nuova strategia italiana" verso la Cina e i paesi asiatici che "dovrà elevare i punti di contatto con rapporti più regolari".

Ieri Prodi, accompagnato dal ministro per il Commercio con l'estero

Augusto Fantozzi e da una delegazione di 150 industriali, ha incontrato il primo ministro cinese Li Peng e ha presieduto alla firma di importanti contratti di aziende italiane. Con il premier cinese i colloqui sono stati cordiali e hanno toccato i più svariati temi tra cui l'euro, il dollaro, i diritti umani e il futuro di Hong Kong (dove manterremo un nostro consolato anche dopo il primo luglio). Mentre il palazzo dell'Assemblea del popolo (dove sono avvenute le firme) e piazza Tienanmen erano un tripudio di bandiere Tricolori e di bandiere rosse.

Li Peng ha riconosciuto all'Italia un ruolo di rilievo nel panorama economico e industriale internazionale invitando i nostri operatori, grandi e piccoli, ad aumentare la loro presenza in Cina, "Paese che offre importanti risorse naturali e un grande mercato di sbocco". Non solo nel commercio, ma anche con investimenti produttivi e joint venture. Gli italiani però ha dichiarato Li Peng devono venire in Cina portando le ultime tecnologie e non quelle ormai obsolete.

Prodi ha riposto promettendo una futura presenza italiana "con le tecnologie del domani" tenuto conto anche del fatto che il nostro Paese è leader proprio in quei settori dove la Cina dovrà naturalmente espandersi. "E soprattutto" ha tenuto a precisare - "in quei settori che possono garantire occupazione".

Non sono mancate, poi, le strigliate e le critiche del Presidente che, questa volta, hanno colpito il settore finanziario e le banche. "I nostri istituti di credito" ha detto Prodi "non organizzano pacchetti finanziari a sostegno delle imprese. E' dunque necessario che su questo punto si faccia un salto di qualità". Secondo il Primo ministro, infatti molte gare in Cina sono state perse non a causa della debolezza industriale, ma di quella finanziaria. Qualcosa in questa direzione si sta comunque muovendo. Ieri, infatti, Mario Mauro, direttore generale della Sace, ha annunciato che l'Istituto ha offerto alla State development bank una linea di credilo fino a 1 miliardo di dollari per progetti rispondenti allo sviluppo di infrastrutture e dl altri settori strategici. Mentre 100200 milioni di dollari sono stali offerti alla Agricoltural bank. "La Sace" ha dichiaralo Mauro "ha con la Cina una esposizione di 3mila miliardi di lire che può arrivare tranquillamenle a 5mila. Il Paese, infatti, lo merita . Mentre

da parte sua Giorgio Tellini amministratore delegato del Mediocredito, ha aggiunto che l'istituto sta impegnandosi sempre più frequentemente nell'organizzazione di operazioni di project finance e di export credit. L'Italia sta dunque iniziando a fare sistema. Non a caso, infatti. Fantozzi farà un lungo giro nella provincia cinese per osservare una realtà diversa e per lanciare una presenza più massiccia delle nostre imprese mediopiccole. In questo ambito, ieri Rosario Alessandrello ha siglato, in rappresentanza di CONFINDUSTRIA, un accordo di collaborazione con le Pmi cinesi per la creazione di strumenti in grado di promettere positive ricadute sulle nostre imprese che intendono investire in Cina.

C'è comunque bisogno anche dell'effetto di trascinamento dei grandi gruppi. Ieri, ad esempio, l' AGIP ha siglato un importante accordo di carattere strategico con China national petroleum corporation (un colosso da 3 milioni di barili al giorno) per la creazione di una società mista al 50%, Chinagip overseas petroleum con sede in Olanda, per l'avvio di iniziative congiunte all'estero. "Un accordo - ha dichiarato il presidente dell'Eni, Guglielmo Moscato - che è il primo di questo tipo in assoluto mai firmato dai cinesi con una società occidentale e che consentirà all'Agip nuovi interessanti sviluppi a livello internazionale, ma anche all' interno della Cina". Sempre ieri il gruppo Volani, in collaborazione con Verona fiere ha dal canto suo siglato un accordo da 200 milioni di dollari per la progettazione e la realizzazione di un nuovo quartiere fieristico nella città di Tianjin, su un'area di 500mila metri quadrati. Mentre oggi si avrà l'inaugurazione dalla joint venture Beijing Crespi synthetic lealhe

l (azionisti sono anche il gruppo Bordiga e due soci cinesi) e la sigla dell'accordo tra la Bordiga Galgano e l'Università di business and economics cinese (Uibe) per la formazione di nuovi manager cinesi e italiani. Ricordiamo che nei prossimi giorni il ministro Fantozzi parteciperà all'inaugurazione di un impianto fornito dal gruppo Fata e visiterà una joint venture di Italtel azienda che in Cina ha dall'autunno a oggi in corso contratti per 150 miliardi di lire. Altre importanti iniziative in discussione riguardano i settori aereo, ferroviario, chimico (fertilizzanti con Tecnilllont, fluoro con Ausillont e amidi con Cerestar), farmaceutico con Antibioticos. energetico e telecomunicazioni. Un caso particolare riguarda la Ctip che ha vinto una gara per un impianto di ammoniaca, ma che rischia di andare perduto a causa delle difficoltà in cui versa la società, mentre si stanno portando avanti dei progetti (ancora allo stato embrionale) con i cinesi, per lo smantellamento di Bagnoli e per alcune forniture E

nel che dovevano andare a Gioia Tauro.

 
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