Diritti all'italiana
Da "Il Manifesto" 6.6.1997 - pag. 9
Avendo scelto non troppo opportunamente proprio l'ottavo anniversario del massacro di piazza Tian'anmen per la sua visita in Cina, il presidente del Consiglio Romano Prodi è stato quasi costretto a sollevare con i suoi interlocutori il tema dei diritti umani, argomento d'obbligo per tutti i dirigenti occidentali che si recano a Pechino. Il problema è naturalmente nel come si va a parlare di diritti umani con i leader cinesi: Prodi non deve esser stato particolarmente duro.
"Sì ha detto ai giornalisti sono stato io a tirare fuori, nel colloquio con Li Peng, il tema dei diritti umani. Non c'è stato nessun imbarazzo. Non bisogna mai tacere su queste cose. Il leader cinese, nel corso della conversazione, è tornato anche lui su questo argomento." "Sicuramente ha aggiunto quello dei diritti umani non è un problema che si risolve con embarghi o veti." Del resto anche Jacques Chirac non deve esser stato tanto duro, due settimane fa, quando ha parlato a Pechino di diritti umani mentre firmava il maxicontratto per la vendita di decine di Airbus ai cinesi. Su un livello diverso ma nemmeno poi tanto, visto che nel complesso l'Italia resta il secondo partner commerciale della Cina anche Prodi aveva affari importanti da sbrigare dopo il doveroso "breve passaggio" sui diritti umani (chissà se ha saputo che nelle stesse ore in cui lui ne parlava, al dissidente Bao Ge, scarcerato dopo tre anni di lavori forzati affibbiatigli per aver manifestato nel quinto anniversario di Tian'anmen, ven
iva isolato a casa col telefono tagliato e il divieto di vedere chicchessia...). Il presidente del Consiglio, accompagnato dal ministro del commercio con l'Estero, Augusto Fantozzi, e da una foltissima delegazione di imprenditori italiani, ha preso parte alla firma di un accordo per la creazione di una società mista italocinese per le attività petrolifere, poi ha avuto un lungo colloquio con il premier Li Peng. Un incontro nel corso del quale si è discusso di molti temi, come il rafforzamento della collaborazione economica tra Italia e Cina (Li Peng ha apprezzato le tecnologie prodotte in Italia e ricordato le enormi potenzialità del mercato cinese), la moneta unica europea, il futuro del dollaro, di Hong Kong. La cerimonia di benvenuto a Prodi all'Assemblea del Popolo si era svolta) proprio sulla Tian'anmen. Prodi è stato accolto da tre picchetti d'onore dell'esercito, della marina e dell'aviazione, disposti al lato della piazza prospiciente uno degli ingressi del Parlamento. "Avete visto le divise dei sol
dati?" ha chiesto il presidente del Consiglio, affascinato, ai giornalisti nel commentare la cerimonia svoltasi sulla piazza. Prodi ha quindi espresso grande soddisfazione per gli accordi commerciali firmati a Pechino: oltre a quella nel settore petrolchimico, sono state avviate intese sulle piccole e medie imprese e con l'ente fiera Verona per un centro espositivo a Tianjin. "Ci sono grandi prospettive di cooperazione, ha detto Prodi che ha anche sottolineato la necessità di una più forte presenza degli istituti di credito italiani.