MAI COSI' CENSURATO UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DALLA STAMPA ITALIANA. LA VISITA DI PRODI IN CINA E' QUASI DEL TUTTO IGNORATA DA GIORNALI E RADIO-TV.

Roma, 7 giugno 1997. Sul viaggio del Presidente del Consiglio nella Repubblica Popolare di Cina, abbiamo sottolineato, soli, la grave inopportunità di iniziare un viaggio in Cina proprio nel giorno anniversario di quel massacro. Un infortunio in cui Prodi è caduto o è stato fatto cadere.

Ma quel che va sottolineato è il comportamento dei media italiani. A leggere la quasi totalità dei giornali italiani, e a seguire i notiziari tv di stato e privati risulta che:

- l'anniversario del massacro del 4 giugno 1989 è stato una non notizia;

- che la visita del Presidente del Consiglio italiano sia iniziata proprio il 4 giugno, è una non notizia. A nessuno che sia venuto in mente di riferire o di commentare quanto meno l'essere sgradevole la coincidenza;

- il Viaggio del Capo del Governo italiano in un paese come la Cina, con le sue importanti implicazioni quanto meno economiche e politiche, è una notizia di secondo o terzo piano.

- nell'arco di soli otto anni la memoria di quel massacro, e la sua attualità, le sue conseguenze, la virata che impose o che sanzionò nella politica cinese e nella politica asiatica e mondiale non esistono.

A parte ogni considerazione su democrazia e diritto, legalità e diritti della persona, un viaggio del Primo Ministro italiano dovrebbe almeno interessare i lettori e i telespettatori. I fornitori e produttori di informazione ritengono invece di no. Con buona pace degli 800.000 cinesi, tibetani, uiguri, mongoli, che, per le loro opinioni, si trovano nei famigerati laogai, costretti a produrre merci che poi arrivano sui nostri mercati a prezzi imbatibili.

Partito Radicale

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