Roma, 2 luglio.
La critica senza mezzi termini della sentenza della Corte Suprema su O'Dell da parte del New York Times è importantissima proprio perché viene da un giornale tradizionalmente equilibrato ed equidistante sulla pena di morte. Il riconoscimento della violazione di un diritto costituzionale di Joseph O'Dell avvenuta nel processo che lo ha condannato a morte, non è più una rivendicazione soltanto della difesa o dei soli abolizionisti. Ora il caso O'Dell, e l'uso anticostituzionale della pena di morte nei processi, sono sotto gli occhi dell'opinione pubblica anche americana.
Siamo giunti ad un momento critico della vicenda O'Dell. Occorre in queste ore accentuare la pressione internazionale e di opinione pubblica sul Governatore della Virginia, George Allen, attraverso anche Bill Clinton (a proposito, Prodi ci dica che risposta ha avuto a Denver dal presidente americano sul caso O'Dell) e attraverso l'invio di messaggi di cittadini via Internet. Occorre che la pressione e i messaggi siano tanti e tali da indurre George Allen a "calcolare" che un atto di clemenza nei confronti di un uomo condannato "a morte fuori dalla costituzione" (come ha titolato il N.Y Times di ieri) possa essere non solo opportuno ma anche conveniente.
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