P: Qui è Paolo Pietrosanti da Radio radicale. Siamo a Montecitorio e siamo con un recente iscritto al Partito radicale. Flavio Rodeghiero della Lega nord. E' una voce, una persona che gli ascoltatori di radio radicale conoscono perché, è impegnato, e di questo ha parlato a lungo, sovente da radio radicale, e impegnato su molte delle iniziative del partito radicale transnazionale medesimo e nei giorni scorsi si è iscritto al Partito. Flavio, intanto il motivo di questa tua iscrizione.
R: Intanto certamente bisogna dare atto di una capacità persuasiva, persuasoria di coloro che già militano in questo gruppo nel convincermi a partecipare attivamente in un'attività che è di crescita civile. Cosi io ho motivato motivo e penso di continuare a motivare anche nei prossimi anni il mio impegno nel part radicale. Cioè la difesa dei valori umani civili attraverso battaglie anche forti anche provocatorie ma che superano i confini, certamente ideologici e anche i confini territoriali. Anche il nostro partito al quale appartengo in primis è la Lega nord per l'indipendenza della Padania sta muovendo per il coinvolgimento degli altri partiti indipendentisti in Europa. E' un discorso che si collega a un evoluzione in atto nell'ambito dei partiti. E se la nostra è una caratterizzazione territoriale, quella del Partito radicale transnazionale credo che sia una caratterizzazione civile o meglio libertaria. Ecco mi sembra che i 2 impegni possano bene andare d'accordo e anzi possano trovare dei punti in c
omune, perché in fondo l'obiettivo finale è la promozione finale dell'essere umano la realizzazione piena delle sue capacità delle sue attitudini e se non si parte dalla libertà tutto il resto non può venire, non può trovare spazio di espressione.
P: Flavio, io sottolineo questa cosa che hai detto. Hai sottolineato questa doppia iscrizione, questa doppia adesione. Laiche entrambe. Hai detto in primis alla Lega nord ed ora al Partito radicale transnazionale. Ti crea delle contraddizioni? In termini politici naturalmente, in termini di agibilità politica.
R: Ma io credo che poi ognuno col suo impegno personale dia continuità, garanzia, coerenza a quello che fa. Una battaglia, le battaglie condotte su temi come quelli della pena di morte della libertà, pensiamo al Tibet, alle realtà locali soggiogate da poteri ancora ideologici forti, siano anzi delle battaglie che approfondiscano e valorizzino ancor più l'impegno che è iniziato nell'ambito della Lega nord per l'indipendenza della Padania. Quindi non vedo contraddizioni anzi, ripeto, vedo una chiave di impegno futuro che può trovare ulteriori spazi. Perché come dicevo prima l'evoluzione transnazionale è l'evoluzione dei partiti. Superate le ideologie il confronto è su cose molto concrete, e queste sono certamente le battaglie per una cultura che trovi espressione anche nell'autonomia, nell'autogoverno così pure a livello più generale il riconoscimento nelle sedi internazionale e nello specifico da parte di ogni paese dei diritti dell'uomo, che sulla carta sono garantiti in molte convenzioni, ma se non ci
sono uomini coraggiosi che di questa bandiera fanno battaglie concrete muovendosi o portandosi dove l'uomo soffre, non potranno mai trovare una concreta difesa e tutela.
P: Senti, tra i tuoi colleghi parlamentari italiani , compresi gli 84 parlamentari europei, sono soltanto pochissime decine quelli che si sono iscritti al Partito radicale transnazionale provenienti da tutti gli schieramenti, da tutti gli schieramenti politici e rappresentati appunto nel parlamento italiano, più o meno identicamente nel parlamento europeo. Perché secondo te non vi è un attenzione, dico induco a una risposta in qualche modo, ma perché non vi è un attenzione più profonda, più radicata sulle grandi tematiche internazionali?
R: E' un deficit italiano, la nostra politica estera è stata soprattutto dal 46 _ 48 in poi, determinata da un contesto di alleanze internazionali che ha limitato la nostra capacità e la nostra attiva presenza sulla scena internazionale. Dico come Italia. Per cui tutti i partiti hanno ridotto il significato del loro programma del settore esteri, se non quei partiti che trovavano forza, la sinistra penso, classicamente il Pc, trovava forza di protagonismo con riferimento a un appoggio con dei partiti che erano presenti in altre realtà europee e allora ha sottolineato, ha sviluppato questi rapporti internazionali, mentre d'altra parte la Dc si è sempre collegata ai partiti democristiani europei. Quindi c'era un lavoro che avveniva sulla politica estera in coordinamento con questi partiti ma mai con un forza, un'autorevolezza e protagonismo. Oggi forse lo scenario, caduto il muro di Berlino, è cambiato. Si sta riscoprendo, anche per un condizionamento economico di fatto, perché la globalizzazione dell'econom
ia porta ad avere chiare le motivazione e gli obiettivi di politica estera perché connessa anche alla politica economica, e allora si riscopre anche che tante battaglie che per esempio il Partito radicale aveva condotte ben prima, nell'89, avevano un significato profondo e in questo senso prospettavano quello che sarebbe stato una proiezione futura, e cioè certi temi della politica estera, che non sono solo quelli economici, esigono chiarezza, approfondimento e prese di posizione forti, perché siano davvero tutelate, ripeto, tante dichiarazioni che avvenivano sulla carta, dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, molte altre, che quella contro la tortura, ma se poi non c'è un monitoraggio fatto anche da persone coraggiose, visto poi che a livello internazionale i condizionamenti, le forme di persuasione anche forte sono poco presenti, si fanno grandi condanne, se non ci sono uomini coraggiosi che sanno superare i confini che fanno delle battaglie appunto transnazionali, tutto rimane sulla carta
: Ecco che il vostro è stato un messaggio profetico, ha anticipato quella che sarebbe stata un 'evoluzione che antropologicamente era percepibile, avete percepito ma nei fatti concretamente, politicamente, economicamente si è sviluppata solo dopo. Come per esempio, chiedo scusa, la scoperta delle tradizioni locali , delle autonomie locali e anche inserita in questo contesto e un movimento come il nostro, la Lega nord, le ha riscoperte già negli anni 70 80. Direi che camminano sulla stessa strada, lo stesso sentiero anche se naturalmente hanno obiettivi diversi, il nord ha più l'obiettivo politico, politico in senso stretto di valorizzazione dell'autonomia e di gestione dell'autonomia, mentre il Partito radicale transnazionale di rafforzamento al di là dei partiti di valori fondamentali che di questi comunque debbono essere patrimonio.
P: Senti non ti fa paura il fatto che, paura magari non è il sostantivo più adeguato ma ci capiamo, non ti fa paura il fatto che di fronte, e tu la evocavi, alla globalizzazione, non soltanto evocato ma è palese a tutti , dell'economia le istituzioni internazionali non esistono, non sono adeguate, non hanno una capacità di potere, di autorità parallela a quella invece del rafforzamento dell'economia. Tu credo sei anche membro del Consiglio d'Europa...
R: Sì, certo.
P: E che ne pensi?
R: certo quello che fai osservare è profondamente vero, e c'è un rischio che la globalizzazione, l'urgenza determinata dai problemi economici porti a valutare, a sottolineare solamente questi e creare forme di organizzazione intergovernativa solamente con questo precipuo obiettivo. Il tema della difesa dei diritti umani, della valorizzazione delle battaglie civili che il Consiglio d'Europa da tempo porta avanti, e spesso poi è rimasto chiuso nell'ambito del contesto europeo. Ecco, non si è fatto propugnatore, anche con mezzi convincenti di forme di sanzione che possono essere naturalmente le più democratiche possibili, ma chiare ed efficaci. che a tutt'oggi oggettivamente non son state così operative. Per cui credo che ci sia un passaggio preliminare, che è quello di creare coscienze, di far maturare e crescere le coscienze. Ecco che un partito transnazionale, come il Partito radicale transnazionale, può creare questa premessa fondamentale che sta alla base poi delle motivazioni politiche che devono ispirar
e i protagonisti della vita politica delle varie nazionalità e quindi, poi, degli organismi intergovernativi o sovranazionali. Quindi è un movimento che parte che deve partire dal basso, altrimenti dall'alto i problemi emergenti sono purtroppo solo quelli economici. Il cammino, la crescita di qualsiasi coscienza collettiva o singola è molto lungo. Ma che esige proprio per questo una battaglia chiara forte quale nell'ambito del Partito transnazionale può essere condotta.
P: Ti posso chiedere un consiglio, da radicale. Un consiglio a tutti noi , al Partito radicale transnazionale.
R: Un consiglio ? quello di sottolineare in maniera sempre più forte la valenza democratica di alcune battaglie slegandole da qualsiasi riferimento politico, Quindi nel momento in cui si combatte per il Tibet , combattere anche per alcune repubbliche del centro America; nel momento in cui si combatte contro la pena di morte combattere anche contro , cosa che peraltro già fate, ma mettere in evidenza le contraddizioni che sono insite in tante posizioni polari, che sembrano, che sembrano contrapposte, ma che purtroppo su certi temi sono ancora poco rispettose dei diritti fondamentali. Così pure, mentre da una parte c'è la pena di morte in alcuni paesi può non esserci, ma non esserci talmente democrazia reale che muoiono le coscienze. Anche un sistema che può appalesarsi come il più democratico possibile magari non c'è una possibilità di crescita, di partecipazione dei cittadini, e quindi di affermazione dei propri diritti. Ecco, una battaglia a tutto campo al di là di ogni posizione che sia slegata da ogni
partito anche che si presenta alle elezioni politiche, quanto meno a livello nazionale, perché sia riconosciuta e trovi il sostegno e il consenso da parte di tutti. Anche se magari non condivisibile, perché nel passato, è vero, ci sono state condotte molte battaglie che nell'obiettivo non erano, quanto meno nella posizione, non erano condivisibili, ma nell'obiettivo di dare voce ai cittadini erano condivisibili.
Per cui ponendo pure queste differenziazioni rispetto ad alcune battaglie del passato credo che il metodo da voi usato sia tuttora valido. A questo punto sono iscritto anch'io, quindi il nostro metodo sia valido, cioè quello di dare coscienza e voce alla coscienza dei cittadini.
P: Flavio, il Parlamento italiano, da parlamentare italiano ti chiedo: a me sembra che questo parlamento sia progressivamente introvertito sull'Italia.
R: S , sono d'accordissimo. A cominciare anche dal dibattito sulle riforme. Non c'è una capacità di uscire da un provincialismo dei confini nazionali per confrontarsi, al di là dei sistemi istituzionali europei. Ma anche su quelle che sono le esigenze a livello internazionale, a livello delle istituzioni. Questo purtroppo ci penalizza: Forse i partiti devono ancora crescere, come si diceva prima, in tema di politica estera, ma forse anche in tema di coscienza civile. Spesso le battaglie sono identitarie per conservare il proprio bacino elettorale, e invece non trovano il coraggio, nei Programmi, nelle persone che sono impegnate nei partiti, di fare un salto di qualità. Sapersi spendere invece su temi che magari hanno poco consenso elettorale ma che sono fondamentali per la vita democratica. Come appunto il rispetto dei diritti umani e la condanna della pena di morte e altre battaglie fondamentali. E' un lavoro lunghissimo. Forse la mancata partecipazione dei cittadini ai referendum non era una valutazione n
egativa dell'istituto del referendum ma una valutazione negativa su quello che poi i partiti avrebbero fatto del risultato del referendum. Come è successo per quello proposto nel 93 per l'abolizione del ministero dell'agricoltura, poi ricostituito sotto un altro nome e poi riproposta l'abolizione nel recente referendum. I cittadini non si sono più fidati di quello che i partiti avrebbero fatto dopo su quel risultato, sulla loro espressione di voto. Ecco che allora c'è un salto di qualità che deve essere fatto, non solo nel funzionamento dei meccanismi istituzionali, quindi sull'organizzazione dei meccanismi istituzionali, ma soprattutto sulla coscienza, la capacità di dare espressione alla volontà dei cittadini da parte dei partiti, che in alcuni casi sono ancora espressione di burocrazia interna di crescite di funzionari che, dall'inizio, accolti in maniera giovanile, in età giovanile e poi arrivano a fare i politici, e quindi a rinchiudersi nell'ambito di interessi corporativi costituiti più che rap
presentare ampiamente la voce dei cittadini.
P: Per concludere uno o due o più buoni motivi per iscriversi al Partito radicale transnazionale.
R: Guarda, io sono iscritto anche a Mani Tese, ad Amnesty International. Credo che questi, come il Partito radicale transnazionale siano movimenti che hanno il coraggio di fare battaglie, hanno la forza per raccogliere elementi validi che creano consenso, hanno il coraggio di spendersi non solo come gruppo, ma ogni singolo partecipante ha un coraggio di spendersi personale, come in termini di tempo, di sacrificio, per valorizzare la propria battaglia per cui credo che l'aiuto di ogni singolo cittadino, personale nell'ambito proprio professionale ma anche economico sia fondamentale perché dare la voce a tutti anche a coloro che in questo momento non hanno voce, ma per i quali si combatte perché un giorno attraverso una crescita della coscienza, ma soprattutto degli spazi democratici ci sia maggiore possibilità di partecipazione.