Articolo pubblicato nel giornale "Terzo stato" del movimento dei Club Pannella.
Il transpartito transnazionale dell'Onu, della nonviolenza del diritto e della democrazia
Il Partio Radicale e' oggi un "transpartito transanazionale", a cui l'ONU stessa formalmente riconosce lo status consultivo di ONG di primo livello, con ruolo e funzioni a lungo negate e solo successivamente riconosciute alle "prestigiose" Internazionali, Socialista, Democristiana e Liberale, che si dividono il potere in tanta parte del mondo. Per essere un partito "che non esiste piu'" come molti ex amici o avversari si affrettano sempre a precisare - ne ha fatta di starda. Che non esista - per loro - significa che ancora oggi, per tanta parte delle classi e dei ceti dirigenti italiani, non esistono luoghi e forme di politica internazionale.
Pochi sanno che lo stesso Trattato di Maastricht postula ora la creazione di Partiti "trasnazionali" e che - nella speranza o nella certezza di "finanziamenti pubblici" planetari - se ne stanno costituendo artificialmente e burocraticamente in ogni "famiglia" o cosca politica internazionale. Ma quando il Partito Radicale decise di divenire e di qualificarsi tale fu una levata generale di scudi: "trasnazionale"? Ma che significa, non esiste nemmeno il termine...
Molti ex-radicali italiani (la serie inizio' nel 1962 con ... Eugenio Scalfari e prosegue oggi con suoi epigoni, menzionati dalla stampa italiana solamente come testimoni dell'assassinio compiuto da Pannella e soci del "morto" P.R.), i quali devono pur cercare una qualche qualifica e non trovano che quella di "ex", affermano spesso: "Dopo la fine del P.R.....". Figurarsi se tutte le altre forze "politiche" e sociali non seguono l'esempio!
Nel 1993 il P.R., rilancio' la sua esistenza grazie all'iscrizione di circa 40 mila persone, provenienti da ogni famiglia politica italiana, e i 13 miliardi da loro versati hanno consentito l'aggregazione di circa seicento parlamentari di tutto il mondo, appartenenti ad oltre 85 partiti nazionali di circa 70 Paesi. Certo, l'"ideale" sarebbe disporre di una organizzazione politica capace di consentire in decine di Parlamenti - nello stesso giorno, con stessi testi e con lotte nonviolente di massa convergenti nei diversi paesi - la discussione e l'approvazione di leggi fondamentali per la vita del pianeta e per la liberta' e il diritto di tutti.
Questo disegno "ideale" non e' ancora sul punto di realizzarsi.
Ma, sul Tribunale ad hoc contro i crimini di guerra compiuti nella ex Jugoslavia; sul Tribunale Internazionale permanente in via di costituzione; sull'iniziativa per la modifica e revisione delle Convenzioni Internazionali sulla droga in senso antiproibizionista; sull'organizzazione in tutto il mondo della difesa dei diritti del Tibet, d'intesa e in profonda amicizia con il Dalai Lama; su tutto questo il Partito Radicale ha rappresentato e rappresenta la sola organizzazione politica impegnata e determinante, assieme alle Associazioni "Nessuno Tocchi Caino", "Non c'e' pace senza giustizia", e CO.R.A.- Coordinamento Radicale Antiproibizionista, costituite da radicali e al P.R. federate..
Certo, occorre un nuovo, forte salto di qualità della politica e della forza del Partito Radicale. A volte e' disperante il grado di ostracismo o di ignoranza con cui la su avita e' messa in forse o negata. Ma per molti di noi lo stesso Movimento dei Club Pannella Riformatori e' stato voluto e portato avanti anche come un "serbatoio italiano", sul piano delle risorse militanti e finanziarie della lotta transnazionale, federalista mondiale (o mondialista, come altri dicono), per armare anche la "globalizzazione" con indispensabili istituzioni politiche, ed imporre la forza ordinante e liberale del mercato e della crescita dei diritti di libertà economica di tutti e di ciascuno, in un mondo nel quale il rischio di soluzioni opposte incombe da ogni parte.
Guidato da Olivier Dupuis, con Danilo Quinto, rafforzato anche nella sua immagine da Emma Bonino, sempre militante di ogni ora e momento, il Partito Radicale deve ogni giorno fare i conti con una contraddizione fortissima, non sua, ma della realtà di oggi: ovunque "la politica" resta "esistenzialmente" nazionale, con appendici di stampo vetero internazionalista: i partiti sono assolutamente "nazionali" e per le "questioni internazionali" vi sono ristrette burocrazie conservatrici di se stesse, pronte a mungere le istituzioni comunitarie e del sistema dell'ONU, come fanno i partiti in Italia.
La rigorosa indisponibilità del PR a autorizzare in suo nome qualsiasi tipo di avventura elettorale, per il carattere transpartito che intende definitivamente serbare, non aiuta la valorizzazione e l'impegno di "politici" nella sua attività organizzata. E ve ne sarebbe invece la necessita'.
In Italia, pero', e' oggi possibile fare un grande passo avanti, proprio in questa direzione. Sono numerosi, ormai, i parlamentari e i "politici" anche dell'Ulivo iscritti o sostenitori per il 1997 al PR. Francesco Rutelli sembra ben determinato a riassumere funzioni e responsabilita' per il suo rilancio immediato.
Una campagna di iscrizioni piuttosto "interna" (affidata unicamente alla struttura di telefonatori per l'autofinanziamento, che costituisce una nuova risposta all'ostracismo ed alla disinformazione, contro l'intera area radicale in Italia) ha fatto riscontrare il massimo numero di adesioni da molti anni. La conclusione della attivita' del Movimento dei Club Pannella Riformatori puo' costituire una occasione di liberazione di energie prevalentemente impegnate nella politica nazionale di questi ultimi anni. Il "morto", insomma, sta forse molto meglio di coloro che troppo presto ne hanno decretato il passaggio a miglior vita.
Vogliamo scommettere?