ABOLIZIONE ERGASTOLO
DICHIARAZIONE DI SERGIO D'ELIA, SEGRETARIO DI NESSUNO TOCCHI CAINO E CONSIGLIERE GENERALE DEL PARTITO RADICALE.
Roma, 17 luglio.
Ai fautori dell'ergastolo che parlano di emergenza che continua e, contro di questa, del valore deterrente del "fine pena mai", vorrei richiamare la relazione fatta dal Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione all'apertura dell'anno giudiziario. La sua "denuncia" non è stata che sono aumentati le rapine, gli omicidi o i sequestri di persona; non è stata neanche il fatto che autori di gravi crimini, usciti dal carcere, ne hanno commessi altri ancora più gravi; la denuncia clamorosa è stata che più dell'80% degli autori di rapine, omicidi e sequestri di persona non vengono individuati. Questa è la vera emergenza, la mancata individuazione di autori di gravi delitti, non la certezza o l'entità della pena. Contro questa impunità che non si riesce ad affrontare si ergono, invece, i "monumenti" della lotta alla mafia e al crimine organizzato: l'ergastolo, l'Asinara, l'Art. 41 bis. E' un classico: si richiede la pena di morte quando non si riesce ad acchiappare i criminali, quando non si riesce a
punirli, quando la polizia, la giustizia, il carcere non funzionano. Il "nuovo" si mostrerà davvero ai nostri occhi solo quando, nell'affrontare le emergenze criminali, si riuscirà a fare a meno di tutti i simulacri del giustizialismo: non solo il terribile "fine pena mai" degli ergastolani che giustamente ora molti vogliono cancellare, ma anche le Asinare e gli altri "monumenti" della lotta alla mafia che restano intoccabili sia per la destra che per la sinistra.