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Conferenza Partito radicale
Donvito Vincenzo - 19 luglio 1997
Lettera al segretario del Partito Radicale Transnazionale

Mi e' giunta notizia che hai convocato un seminario "italiano" del Partito Radicale, in quel di Roma in questi giorni, invitando diverse persone, ma nessun esponente dell'Arpa-associazione radicale pensiero e azione.

La situazione del nostro partito, mentre e' "florida in fieri" per quanto riguarda le iniziative in cantiere (pur con tutte le difficolta'), non lo e' altrettanto per la sua dinamicita' interna: il tuo mandato prosegue in prorogatio e il consiglio federale non e' stato mai convocato dalla tenuta del congresso, e quest'ultimo si sarebbe gia' dovuto celebrare.

Il solito burocrate rompiscatole che si attacca allo statuto? Non e' il mio stile e metodo. Le regole sono tali e tu non le hai violate: le stai vivendo in difficolta' cercando il metodo migliore per applicarle.

Troppo bene ti conosco, e non posso non presumere la tua buona fede e intelligenza.

E allora? Cosa voglio? Sono stizzito per non essere stato invitato? Spero che tu mi conosca altrettanto per non pensare questo.

E' evidente, invece, che abbiamo due approcci diversi allo stesso partito, pur avendo storia politica pressocche' identica e vissuta insieme nella polvere.

Io non so cosa tu abbia in testa in questo momento, anche perche', al di la' dei comunicati sulla tua attivita', non mi e' dato modo di avere altri luoghi di confronto ed elaborazione.

L'Arpa, che tu hai contribuito a far nascere, si muove su un territorio specifico -la Toscana- promuovendo le idee e le battaglie del nostro partito, e -non credo di strafare- e' riuscita a dare un grande contributo a quasi tutte le iniziative piu' significative. Ma, evidentemente, questo contributo e' marginale, molto marginale, se non inutile. Sarebbe meglio, pero' che queste cose uno le potesse apprendere in un confronto e non da sue prese d'atto di una realta' che va altrove: e' un po' triste e scoraggiante, in questo modo.

Ti potrei fare l'elenco di cio' che abbiamo fatto e di cio' che stiamo facendo, ma non serve. Tu sai, e altrettanto sa chi legge in questo luogo.

Potrei incazzarmi e mandarti al diavolo, ma -se non hai nel frattempo cambiato gli obiettivi del congresso e lo statuto- non lo faccio perche' credo che questo partito possa essere strumento per l'affermazione del Diritto e la liberazione dell'individuo.

Si tratta solo di sapere qual'e' l'azione di questo partito e se stiamo remando insieme. Io non sono -e credo di poterlo dire anche per i compagni con cui collaboro quotidianamente- "carne da tavoli, digiuni, manifestazioni e pulmann". Lo sono anche, ma dove, accanto ad "anche", c'e' una testa pensante, un cuore pulsante, un'esperienza da usare al meglio e al massimo.

E siccome non mi interessa vivere in una sorta di partito parallelo, piu' o meno tollerato per il solo fatto di esserci e di agire, credo che sia opportuno porvi un rimedio. Abbiamo entrambi a cuore il raggiungimento di alcuni obiettivi: e' questo cio' che conta.

Metto le mani avanti. Non mi interessa una tua risposta privata, come non mi interessa essere coptato tra i consiglieri del re: son fatto di altra pasta e dignita'. Siamo o no tutti dei re?

Ripeto: non so cosa tu abbia in testa. Spero solo che tu non abbia un'emulazione di cio' che Marco Pannella ha fatto giustamente con il movimento italiano che portava il suo nome, trasferendo sulla Lista Pannella cio' che di fatto avveniva da tempo in un movimento ormai peso-morto e "pericoloso" per la sua genuinita' pannelliana.

Il Partito Radicale, per scelta, storia e genialita' pannelliana, non e' assimilabile al'ex Movimento di Pannella in Italia.

Un saluto con stima calante

 
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