ti ringrazio per la tua del 19 luglio scorso, qui "imbucata" (testo n.13720) e ti prego di scusarmi per il ritardo con il quale ti rispondo o, meglio, tento di farlo.
Intanto vorrei ricordarti che non sono mai stato un esperto di astronomia, di stelle filanti, ascendenti o cadenti, tanto meno se si tratta di cosmo donvitiano. Quindi non stupirti se queste righe voleranno basso, al livello, per intenderci, dei problemi molto concreti e difficili che il partito sta vivendo.
Di questo, del resto, abbiamo parlato nel seminario a cui ti riferisci. Un seminario, appunto, e non un Consiglio generale, né un'assemblea degli iscritti. Purtroppo dirai. E posso condividerlo. Pero' le cose, come sai, si fanno anche se ci sono le condizioni per farle. E la situazione nella quale siamo è quella, appunto, di tentare di ricreare le condizioni per poter convocare un Consiglio generale o, meglio, una grande assemblea degli iscritti o, molto meglio ancora, un Congresso del partito.
Non mi dilunghero' neanch'io sulle battaglie. So che sei un lettore assiduo di questa conferenza e di altri luoghi agoriani nei quali vengono riportate giorno dopo giorno le iniziative che stiamo portando avanti nelle difficoltà che sai. Dall'appuntamento del giugno 1998 della Conferenza Diplomatica istitutiva della Corte Penale Permanente alla possibilità di far approvare, sempre nel 1998, dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la moratoria sulle esecuzioni capitali, all'importante appuntamento antiproibizionista di Vienna, sempre l'anno prossimo. E le altre campagne, da quella per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina a quella esperantista che ci vedono attraversare momenti di difficoltà e che dovremmo trovare il modo di rilanciare.
Ma il nostro problema non è, in questa fase, quello. Il nostro problema - e in qualche modo mi sembra che anche tu cosi lo percepisci - è quello di rilanciare il partito, il progetto del partito transnazionale e transpartito, ripartendo proprio dalle ragioni che ci hanno portato a volerlo creare otto, nove anni fa.
E, come tu ben sai, storia e esperienza insegnando, pochi sono gli strumenti che abbiamo per tentare di tradurre questa necessità di rilancio in cose concrete e operative. Per questo non ti stupirai se, anche alla luce delle riflessioni fatte in quel seminario, abbiamo deciso, Danilo ed io, di lanciare una campagna straordinaria di iscrizioni al partito, fissando un obiettivo ambizioso e difficile: 10.000 iscritti da qui alla fine del mese di settembre (ovvero 7.000 nuovi iscritti di cui 300-400 da qui a ferragosto).
Dirai che la battaglia è persa in partenza, che si tratta della solita iniziativa velleitaria, per di più estiva. Non sarei franco se non ti dicessi che mi spaventa. Pero' sono convinto che esiste una possibilità, seppure minima, di potercela fare.
Quindi ... quindi ci stiamo organizzando. Con fatica, certo. Facendo cosa ? Le solite cose, Vincenzo. Le telefonate ai "Vip", artisti, parlamentari, stilisti, imprenditori, ... Un giornale da chiudere entro una settimana. Un'agenzia stampa quotidiana da martedi prossimo. Cose alla Radio. E, ovviamente, una sottoscrizione straordinaria (già una ventina di milioni raccolti).
Come vedi roba da "carne da tavoli", da militanti. Niente di nuovo sotto il sole. Come sempre, le cose da fare sono troppe e ... non bastano. Altre andrebbero, dovrebbero subito essere inventate. Dai sindaci che sono stati con noi sulla questione del Tibet, di Wei Jingsheng o sull'abolizione della pena di morte, da far iscrivere, dai membri dei Consigli regionali, comunali, provinciali, ... Continuare sarebbe offendere la tua reputazione.
Con una pernacchia filante,
Olivier