Ha certo ragione il Partito Radicale a sollevare - a chiedere si sollevi - il velo del silenzio sulla tragedia nordcoreana.
Eppure la sconfitta - purtroppo non la nostra - e' gia' nel fatto che noi si elevi la nostra voce e la nostra denuncia.
Eppure il timido squarcio di parola nel silenzio e' gia' sconfitta - non la nostra.
La follia lucida e assassina della ex-Yugoslavia si e' compiuta per anni sotto i riflettori di tutte le televisioni del pianeta.
Non occorre la documentazione dei media perche' la politica e la e le responsabilita' si sostituiscano alla loro assenza di oggi.
Va detta quella che e' forse oggi la piu' triste e grave e disarmante tra le verita' che possono dirsi di fronte a tragedie come quella del massacro di vita e diritto e legalita' nella Corea del Nord.
Vi e' tra tutte queste tragedie una identita' di destino e di risvolti che bene Ingeborg Bachmann aveva colto quando faceva dire ad un suo personaggio che i reportage e le cronache delle tragedie e delle guerre, i servizi filmati che recano al mondo la cognizione e le immagini di morte e disperazione non sono che suggello e conferma e alibi per l'assenza delle coscienze, e direi della politica. Quando immagini di ferocia e di guerra ci raggiungono a casa proprio quelle immagini sono il segno e la sentenza della colpevolezza nostra, e il suggello della sconfitta, se vi e' bisogno di immagini cruente di massacri gia' compiuti perche' il massacro cessi. Se e quando il massacro diviene immagine questa e' gia' rappresentazione, e' testimonianza della sconfitta avvenuta.
Che e' la sconfitta del diritto, e della Legge.
Nulla - nemmeno un intervento di tutti i media del mondo, che non vi e' stato e non vi e' - puo' correggere il gia' avvenuto e consumato, la sconfitta anche della mera speranza di Diritto, di Legge, di Contratto.
Meglio, forse, che il massacro nordcoreano rimanga confinato nel silenzio e nel buio, onde non consentire alibi. Ne' ai cronisti, ne' agli storici.
Il Tempio colmo di mercanti era gia' scandalo, e sconfitta; vi fosse o meno giunto il Nazareno a scacciarli. Anche se per gli storici fu il Nazareno a fare e dare scandalo, salvifico, ma scandalo.
Allo scandalo della Corea del Nord seguiranno altri scandali, cui daremo postume risposte. Nella illusione di ripristinare un Diritto e una Legge che non vi sono state mai.
Se il crimine e' patologia di un ordinamento, la tragedia nordcoreana, come quella della ex-Yugoslavia, sono la patologia di nulla; sono patologie di una Legge sovranazionale che non c'e'. E non sono patologie.
P.P.