Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mar 17 giu. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Paolo - 23 agosto 1997
LA COREA DEL NORD NON E' UNA PATOLOGIA

Ha certo ragione il Partito Radicale a sollevare - a chiedere si sollevi - il velo del silenzio sulla tragedia nordcoreana.

Eppure la sconfitta - purtroppo non la nostra - e' gia' nel fatto che noi si elevi la nostra voce e la nostra denuncia.

Eppure il timido squarcio di parola nel silenzio e' gia' sconfitta - non la nostra.

La follia lucida e assassina della ex-Yugoslavia si e' compiuta per anni sotto i riflettori di tutte le televisioni del pianeta.

Non occorre la documentazione dei media perche' la politica e la e le responsabilita' si sostituiscano alla loro assenza di oggi.

Va detta quella che e' forse oggi la piu' triste e grave e disarmante tra le verita' che possono dirsi di fronte a tragedie come quella del massacro di vita e diritto e legalita' nella Corea del Nord.

Vi e' tra tutte queste tragedie una identita' di destino e di risvolti che bene Ingeborg Bachmann aveva colto quando faceva dire ad un suo personaggio che i reportage e le cronache delle tragedie e delle guerre, i servizi filmati che recano al mondo la cognizione e le immagini di morte e disperazione non sono che suggello e conferma e alibi per l'assenza delle coscienze, e direi della politica. Quando immagini di ferocia e di guerra ci raggiungono a casa proprio quelle immagini sono il segno e la sentenza della colpevolezza nostra, e il suggello della sconfitta, se vi e' bisogno di immagini cruente di massacri gia' compiuti perche' il massacro cessi. Se e quando il massacro diviene immagine questa e' gia' rappresentazione, e' testimonianza della sconfitta avvenuta.

Che e' la sconfitta del diritto, e della Legge.

Nulla - nemmeno un intervento di tutti i media del mondo, che non vi e' stato e non vi e' - puo' correggere il gia' avvenuto e consumato, la sconfitta anche della mera speranza di Diritto, di Legge, di Contratto.

Meglio, forse, che il massacro nordcoreano rimanga confinato nel silenzio e nel buio, onde non consentire alibi. Ne' ai cronisti, ne' agli storici.

Il Tempio colmo di mercanti era gia' scandalo, e sconfitta; vi fosse o meno giunto il Nazareno a scacciarli. Anche se per gli storici fu il Nazareno a fare e dare scandalo, salvifico, ma scandalo.

Allo scandalo della Corea del Nord seguiranno altri scandali, cui daremo postume risposte. Nella illusione di ripristinare un Diritto e una Legge che non vi sono state mai.

Se il crimine e' patologia di un ordinamento, la tragedia nordcoreana, come quella della ex-Yugoslavia, sono la patologia di nulla; sono patologie di una Legge sovranazionale che non c'e'. E non sono patologie.

P.P.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail