Da "Il Foglio" 27 settembre 1997 pag. 3
Milano. Si chiamano libertarian e hanno un solo nemico, lo Stato. Sono anarchici e capitalisti allo stesso tempo e vogliono privatizzare tutto, perfino le balene. La libertà dell'individuo è la loro unica religione, il "selvaggio Far West" la loro società ideale e Murray N. Rothbard il loro profeta. Da lunedì prossimo, a Roma (Istituto Assunzione, viale Romania 32), fino al 2 ottobre, tengono il loro sedicesimo convegno internazionale. Si riuniscono in Italia, per la prima volta, proprio mentre a Roma si discute di riformare il welfare state, per discutere della ''fine dello Statonazione. Il libertarismo, una filosofia per il ventunesimo secolo". Ma anche se Sergio Cofferati dovesse cedere su tutta la linea non si sentirebbero affatto appagati. Per i membri della Società per la libertà individuale (Isil) lo Stato va abbattuto, quello sociale, quello Nazione, anche quello di diritto e non riconoscono neppure quello minimo. Se in Italia, Benedetto Croce e Luigi Einaudi hanno discusso a lungo su liberalismo e l
iberismo, gli anarcocapitalisti vanno oltre e teorizzano il liberismo libertario, una dottrina politica che porta alle estreme conseguenze le idee classiche di John Locke. Come possono accettare, sia pur in minima parte, l'ingerenza nella sfera privata di un'organizzazione come lo Stato che considerano criminale? Morto Rothbard (professore a Las Vegas), è David Friedman (presente al convegno in videoconferenza) il più autorevole rappresentante anarcocapitalista. Per intenderci, David, figlio dell'ispiratore della reaganomics Milton Friedman, considera suo padre un socialista. Perchè, loro, i libertarian, non si limitano a chiedere forti iniezioni di libertà nel mercato, ma vogliono privatizzare anche giustizia, Difesa, polizia, scuole, strade, banche centrali, moneta, oceani, elefanti. Anche il "chiaro di luna", dicono provocatoriamente gli anarcoambientalisti di mercato, teorici della soluzione capitalista per la salvaguardia della natura. Queste idee sono nate e si sono sviluppate negli Stati Uniti, in un
paese fondato sulla proprietà privata come fine più alto della società. Il partito libertarian esiste dagli anni 70 con un discreto seguito, tanto che nel suo anno migliore, riuscì a raccogliere un milione e 250 mila voti. Ora i dirigenti dell'Isil considerano l'Italia un territorio fertile, da qui l'organizzazione del convegno che è il primo a carattere accademico. Del resto è italiano, seppur semisconosciuto nel nostro paese, uno dei padri del libertarismo: Bruno Leoni. Oltre alla sezione romana dell'Isil (il convegno romano è organizzato da Alberta Martino, figlia dell'ex ministro degli Esteri Antonio), in Italia le idee anarcocapitaliste cominciano a farsi sentire e a circolare attraverso canali ancora semi clandestini. A Milano da qualche mese è in attività un'associazione di culturia libertaria animata dall'avvocato Fabio Massimo Nicosia e dal radicale Davide Leonardi, a Macerata c'è una casa editrice, la Liberilibri di Aldo Canovari, che pubblica in eleganti edizioni i testi sacri del movimento. Sul f
ronte accademico Raimondo Cubeddu, Angelo Petroni, Lorenzo Infantino e Antonio Martino contribuiscono a diffonderne i contenuti. Perfino alle elezioni padane parteciperà una lista di anarcocapitalisti. Considerati di destra per le loro posizioni sull'economia e di sinistra per quelle sui diritti individuali e sulla pace, gli anarcocapitalisti hanno il gusto della provocazione, nonostante Rothbard indicasse le scelte concrete da compiere per arrivare a una società realmente libertaria. Walter Block, presente al convegno, nel suo "Difendere l'indifendibile" (Liberilibri, traduzione di Selma Dell'Olio) sfida l'impopolarità prendendo le difese di prostitute, corrotti, usurai, speculatori, ricattatori e spacciatori. Fino a dove arriveranno con la loro rigorosa ed estrema difesa delle libertà individuali non è dato sapere. Al convegno romano punteranno sui recenti studi sulle esperienze americane di città private e del progetto di autonomia libertaria per il Limon una regione del Costa Rica. L'abolizione del monop
olio delle banche centrali (free banking) e la critica libertaria di Pascal Salin all'euro, regaleranno alla platea un Antonio Martino inedito. Davanti agli anarcocapitalisti riuniti farà la parte dell'euroottimista.