Segnalo il silenzio del ministro degli Esteri italiano Lamberto Dini alla notizia dell'arresto di Emma Bonino, silenzio stridente se paragonato all'immediata presa di posizione del ministro degli Esteri tedesco Klaus Kinkel (che ha definito il fermo del commissario europeo "incredibile e sotto ogni punto di vista infame"); ricordo che Kinkel si era già distinto l'anno scorso per la decisa presa di posizione a favore dei dissidenti cinesi, tanto da sfiorare l'incidente diplomatico.
Segnalo anche che "La Repubblica", nella breve biografia della Bonino, omette sistematicamente la parola "radicale". Inoltre, nell'articolo di cronaca è detto che "sia la Bonino che le altre donne della spedizione avevano adottato il velo in segno di rispetto per la cultura afghana..."; accanto, nel commento, è detto che "Non solo la Bonino se ne girava spudoratamente a viso scoperto...".
CARA "LA REPUBBLICA", NON DI VELO SI TRATTA, MA DI VELINA...