Colloquio con Wei Shanshan, sorella di Wei JinshengP.P.: Qui è Paolo Pietrosanti da Radio Radicale. Vi proponiamo una voce nota, conosciuta dagli ascoltatori di radio radicale. Quella di Wei Shan Shan, la sorella di colui che è, giustamente, il più noto il più autorevole, il più prestigioso dei dissidenti nella Repubblica popolare cinese, Wei Jin Sheng. Un uomo che è in carcere sta scontando per la seconda volta una condanna a 14 anni di prigione per non aver fatto altro se non aver detto, e certo è importante, che alle 4 modernizzazioni della Cina di Deng deve aggiungersi anche la quinta modernizzazione , quella della democrazia, quella dello stato di diritto, quella della divisione dei poteri e così via. Wei Shan Shan è una nostra vecchi amica, oltre che una voce nota agli ascoltatori di radio radicale visto che spesso la sentiamo e con estremo piacere e interesse.
La prima cosa che vogliamo chiedere a Wei Shan Shan è se ha delle notizie recenti sulla situazione e le condizioni del fratello.
Wei: Prima di tutto voglio ringraziare radio radicale per l'interesse che ha sempre dimostrato per mio fratello Wei Jin Sheng e perché spesso dà notizia di lui e di quello che gli accade. Come anche la volta scorsa quando è stato picchiato in carcere radio radicale ne ha parlato, mi ha fatto un'intervista al riguardo e di questo vi sono molto grata. Per quanto ne so la situazione attuale di Wei non è buona. Comunque non è migliorata affatto rispetto alla volta scorsa quando ci siamo sentiti, quando era stato appena picchiato dalle persone con cui è in cella in cella insieme. Attualmente queste persone sono ancora in cella con lui sono state incaricate di controllarlo. Se lui vuole scrivere o vuole leggere qualcosa di fatto deve ottenere il permesso da queste persone che sono in carcere con lui. E anche le condizioni del suo cuore, perché soffre di cuore, non sono affatto buone e tutti sono preoccupati sia per la situazione in cui si trova in carcere sia per le sue condizioni di salute.
P.P.: Abbiamo seguito dai giornali, dai media, abbiamo seguito il recente congresso del Pcc, che non ha detto nulla sulla questione della democrazia oltre che dei diritti dei Cinesi, i diritti individuali dei cinesi. Qual è la tua opinione sull'esito di questo congresso?
Wei: Se il congresso del partito avesse parlato di democrazia, di diritti umani sarebbe stata una bella cosa. In realtà è ancora in vigore si basano sui diritti di base dettati da Deng Xiao Ping e quindi sul partito unico, sulla politica del partito unico, che detiene il potere. Di conseguenza finché rimane valido questo principio gli altri partiti, le altre forze non hanno assolutamente alcuna voce in capitolo, non hanno alcuna occasione di partecipare alla vita del paese e proprio sulla base di questo principio ci sono dei dissidenti in prigione e in prigione da tanti anni, come mio fratello. E penso che se non si comincia con il rilasciare i prigionieri politici non c'è niente da dire rispetto alla democrazia, non si può parlare di democrazia o di diritti umani.
P.P.: Una particolare attenzione è stata portata dalla stampa occidentale al caso del presidente dell'Assemblea del popolo cinese Qiao Shi , il quale è stato completamente fatto fuori dalla gerarchia. Era il numero 3 ed è stato fatto fuori. Era stato un po' disegnato come uno dei meno oltranzisti, uno dei più aperti leader cinesi. Come vedi questa cacciata, questo esautoramento di Qiao Shi?
Wei: L'anno scorso in Germania Qiao Shi ha fatto un discorso che è stato riportato dai giornali, dove metteva l'accento sulla necessità di avere uno stato di diritto in Cina e che non ci si basi sull'arbitrio delle persone ma sulla legge per dirimere le questioni. E questo suo discorso ha avuto ripercussioni molto favorevoli tra gli ambienti democratici e gli è stata scritta una lettera sugli stessi argomenti, chiedendo anche il rilascio dei prigionieri politici Ma la lettera è rimasta senza risposta. Penso che comunque sia, che ci sia o meno Quiao Shi al potere, che Qiao Shi ricopra o meno una posizione di potere, comunque rimane il problema dell'indipendenza della magistratura. Se non c'è un potere giudiziario indipendente non si può risolvere il problema dei prigionieri politici, come Wei Jin Shen che sono in prigione da molti anni.
P.P.: Wei Jin Sheng è tra i candidati al premio Nobel per la pace, del 1997. Il Comitato Nobel prenderà una decisione, come è consueto, tra non molti giorni. Che cosa si aspetta Wei Shan Shan? E quanto potrebbe essere importante, non per Wei soltanto, ma per la Cina, un premio Nobel a Wei Jin Sheng?
Wei: Sì, io penso che questo sia molto importante per tutto il movimento democratico cinese. Il movimento si trova in una situazione molto dura, e che diventa sempre più dura. E riceve sempre meno appoggi, sempre meno incoraggiamenti. Non ci sono dei capi che spiccano in questo movimento, dei capi che tutti riconoscono. Però Wei Jin Shen è sicuramente un simbolo del movimento democratico. Quindi il fatto che lui possa ottenere questo Nobel per la pace sicuramente può aiutare molto il movimento democratico, dargli un sostegno, una fama più grande e che dargli un appoggio perché venga riconosciuto come una forza reale, una forza effettiva. Come è successo l'anno scorso con il premio a Jos, Ramos Horta e per il vescovo di Timor est, e anche per loro è stato molto importante perché il loro paese, il loro presidente ha dovuto riconoscere la loro esistenza e intavolare in qualche modo un dialogo con queste persone. Con questi personaggi dell'Indonesia che l'anno corso hanno ottenuto il Premio, non solo il pr
esidente indonesiano e ha dovuto aprire un dialogo ma anche altri governi di altri paesi hanno dovuto riconoscerli in qualche modo, riconoscere la loro importanza e quindi aprire un dialogo con loro. E quindi questo vuol dire che l'ottenimento del premio può incoraggiare un sostegno internazionale. Non solo un riconoscimento nazionale ma anche internazionale.
P.P.: Il nostro partito, il partito radicale transnazionale ha operato moltissimo per il caso, per il simbolo che è Wei Jin Sheng. Tra l'altro favorendo, ottenendo che istituzioni parlamentari, a partire dal Parlamento europeo approvassero delle risoluzioni sulla democrazia in Cina e su Wei Jin Shen in particolare. Noi vorremmo un po' un commento sulla politica radicale in proposito, il partito radicale transnazionale.
Wei: Io sono molto grata al partito radicale per questa politica che io apprezzo moltissimo. E che è di vantaggio e di sostegno non solo a Wei Ji Sheng personalmente, ma per tutto il movimento democratico cinese. Penso che come il partito radicale ha avuto un effetto sulla democratizzazione dell'Europa dell'est, penso e spero che questa democratizzazione, questi cambiamenti possano avvenire tra non molto anche in Cina.
P.P.: Wei Shan Shan allora così come hai giù fatto una volta credo sia proprio necessario che tu ti iscriva ancora al partito radicale transnazionale.
Wei: Benissimo.
P.P.: Come si dice Partito radicale transnazionale in cinese?
Wei: Quo chi chi chinda'. Sono molto onorata di partecipare al vostro lavoro.
P.P.: Infatti è ormai diverso tempo che lavoriamo realmente insieme, Wei Shan Shan.
Wei: Sì, io sostengo molto il lavoro che voi svolgete, sono molto onorata di parteciparvi. In realtà vi ho già partecipato spesso.
P.P.: Va bene allora tanti auguri a tuo fratello e tanti auguri a te e a tutti noi.
Wei: Grazie tanto del lavoro che avete fatto. Sono stata molto commossa per tutte le firme che avete messo insieme. Spero veramente di continuare a collaborare insieme con voi. Per ottenere delle vittorie comuni.
P.P.: Grazie a Wei Shan Shan, grazie alla sorella di Wei Jin Sheng, grazie a Marisa Giorgi, eccellente interprete oltre che carissima amica. Grazie a Wei Sha Shan. Un grazie che credo debba venire anche, soprattutto, da coloro che ascoltano, facendo tesoro, conquistando la capacità di far tesoro di questo esempio. Ancora una volta Wei Shan Shan ha dato a tutti noi l'esempio di comprendere che per l'azione politica , oltre che per qualcosa che la riguarda molto da vicino, occorre dotarsi di strumenti politici adeguati, Wei Shan Shan si è di nuovo iscritta al Partito radicale transnazionale. Da Paolo Pietrosanti per radio radicale un saluto agli ascoltatori e grazie a Ivan Radicec per la regia.