NAZIONI UNITE/DROGA: IL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE E' INTERVENUTO ALLA COMMISSIONE NARCOTICI DI VIENNA PER DENUNCIARE LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI FONDAMENTALI ATTUATE NEL QUADRO DELLA COOPERAZIONE GIUDIZIARIA INTERNAZIONALE.
Vienna-Roma 8 ottobre, 1997. La delegazione del Partito radicale transnazionale è intervenuta stamane nel corso dei lavori della commissioni narcotici delle Nazioni Unite a Vienna per chiedere agli Stati membri di porre fine alla folle corsa al rafforzamento delle misure di polizia attuate nel quadro della cooperazione giudiziaria internazionale nell'ambito della lotta alla dorga.
"La guerra contro la droga rischia di divenire un pretesto per la moltiplicazione delle possibilità di sorveglianza e di controllo su ogni aspetto della vita dei cittadini, restringendo in tal modo gli spazi di libertà di ciascuno" ha detto Marina Sikora nel suo intervento a nome del Partito radicale transnazionale. Sikora ha poi "invitato la Commissione ad escludere esplicitamente, anche in condizioni di emergenza, il ricorso alle seguenti misure:
- l'inversione dell'onere della prova (ipotizzato per persone con precedenti penali per reati connessi alle droghe);
- la doppia incriminazione per lo stesso reato;
- la confisca dei beni dell'imputato prima che sia intervenuta una condanna definitiva;
- l'estradizione verso paesi nei quali l'imputato non godrebbe di adeguati diritti processuali o rischierebbe di essere condannato a pene sproporzionate o disumane;
- lo snellimento delle procedure di estradizone, senza alcun riguardo per i differenti livelli di protezione dei diritti della persona nei rispettivi Paesi;"
"Se gli Stati membri- ha concluso Sikora - escluderanno il ricorso a tali misure, saranno poi più liberi di prendere atto del fallimento delle politiche di repressione in materia di droghe, invece che riproporre un rafforzamento di quelle stesse politiche".
Partito radicale