PREMIO NOBEL PER LA PACE 1997 E PREMIO NOBEL PER LA PACE 1998.
UNA BUONA DECISIONE. CERTAMENTE NON LA MIGLIORE NE LA PIU' CORAGGIOSA. DICHIARAZIONE DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE DEPUTO EUROPEO.
Bruxelles-Roma, 10 ottobre 1997. "La decisione del Comitato Nobel di attribuire il premio 1997 alle organizzazioni che si battono per l'interdizione totale della produzione e dell'utilizzazione delle mine antiuomo è certamente una buona decisione. Ma, non certo la migliore e nemmeno la più coraggiosa. Dal gusto un po' "politically correct", s'iscrive assai bene nell'atmosfera attuale. Darà più spazio mediatico - non è cosa trascurabile - ad una campagna alla quale non ne è comunque mancato. Si tratta di una decisione attesa. Non ha quindi provocato più sorpresa di quanto rischi di perturbare il viaggio dei Reali norvegesi i quali si recheranno in viaggio ufficiale a Pechino il prossimo 17 ottobre.
Questa decisione rischia comunque - è questa la cosa più grave - di scoraggiare i milioni di Cinesi, Mongoli, Uighuri e Tibetani che lottano ogni giorno per l'instaurazione della democrazia in Cina, le centinaia di migliaia di loro che Io pagano al prezzo della loro libertà, della loro salute e, spesso, della loro vita nelle prigioni o nei campi di concentramento dove le condizioni disumane di detenzione, le torture e le misure arbitrarie di tutti i tipi sono il loro pane quotidiano.
Per il terzo anno consecutivo, Premi Nobel, parlamentari, e professori universitari avevano sostenuto la candidature di Wei Jingsheng, il "Padre della Democrazia", l'autore della famosa "Quinta modernizzazione: la democrazia", l'avversario irriducibile del "Piccolo Timoniere" Deng Xioping, e laureato del Premio Sakharov nel 1996.
Alcune centinaia nel 1995, più di 500 nel 1996, e, grazie al rinnovato impegno del Partito radicale transnazionale, di Human Rights in China e della Fédération pour la Démocratie en Chine, erano stati più di mille i parlamentari e i professori universitari a sostenere quest'anno la candidatura di Wei.
Ma per i cittadini del mondo detto libero, per coloro che vivono nelle democrazie, per quanto stanche queste si dimostrino, non ci può essere spazio per la stanchezza, Io scoraggiamento o la disperazione. Già da oggi, il Partito radicale transnazionale e Human Rights in China hanno deciso di rilanciare una nuova campagna, associando questa volta a Wei Jingsheng un'altra personalità incontestabile della lotta per la Democrazia in Chine: Wang Dan, leader del movimento di Tien An Men. Sono certo che moltissimi cittadini et altre organizzazioni si assoceranno a noi. Perché prima del prossimo 31 gennaio, possiamo contare sul sostegno di migliaia di parlamentari e di professori universitari."
Partito radicale transnazionale