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Partito Radicale Centro Radicale - 4 novembre 1997
PE/Droga/Rapporto d'Ancona: articolo dell'Unità

SI ALLE DROGHE LEGGERE, PRIMI PASSI DELLA UE

La Commissione "Libertà Pubbliche" a Bruxelles propone ai Quindici di chiedere l'autorizzazione dell'Onu

Il Rapporto passerà all'esame del Parlamento. Sottolinea l'impossibilità di uniformare le leggi europee sui traffico e controllo di stupefacenti

L'Unità, 4 novembre 1997

Bruxelles. In maniera prudente ma tutto sommato anche esplicita, il Parlamento europeo ha proposto ieri ai quindici governi dell'UE di chiedere nelle sedi internazionali, a cominciare dall'ONU, l'autorizzazione a depenalizzare le droghe leggere, a regolamentare il commercio e la produzione di cannabis e derivati ed a "permettere la prescrizione medica di metadone ed eroina".

Questa richiesta, cosi formulata, è contenuta in un emendamento al Rapporto sull'"armonizzazione delle legislazioni in materia di droga", preparato dalla socialista olandese Hedy d'Ancona, discusso, modificato ed approvato ieri pomeriggio a Bruxelles in seno alla commissione "Libertà Pubbliche". L'emendamento di compromesso, suggerito dalla stessa relatrice, è passato con 17 voti a favore e 15 contrari, segno evidente che la tematica della droga, pur addolcita nei termini, divide quasi a metà anche l'assemblea parlamentare dell'Unione. L'intera relazione dell'on. d'Ancona è stata approvata, poi, con uno scarto di più voti di maggioranza che ha compreso i gruppi Pse, del Gue (sinistra unita), dei Verdi, dei radicali e dei liberali.

A grande maggioranza, invece, la commissione ha bocciato tutta una serie di emendamenti proposti dal pannelliano on. Dupuis, che in modo diretto proponevano la legalizzazione della produzione, della distribuzione e del consumo di cannabis e derivati.

Il voto del "Rapporto d'Ancona" non è definitivo. Dopo il pronunciamento della commissione, i deputati europei saranno chiamati a discutere ed a votarlo in aula, presumibilmente nella sessione plenaria che si aprirà a Strasburgo il 17 novembre prossimo ed in quella sede potranno essere riproposti gli emendamenti bocciati o presentati altri con nuove formulazioni. La battaglia si svolgerà, come sempre accade su questioni di rilevante portata e delicatezza, sul filo dei voti di maggioranza. Intanto va detto che il voto di ieri a Bruxelles, ha sottolineato il principio che, contrariamente a quanto fa per vocazione propria l'Unione europea, non è sostenibile, in materia di disciplina di lotta al traffico illecito di droga e di controllo delle sostanze stupefacenti, l'armonizzazione delle legislazioni. Il modo d'agire di un Paese, le abitudini, gli usi e costumi, hanno portato a concludere che gli approcci al tema possono essere del tutto differenti. Semmai, ha suggerito la commissione, il Consiglio dei ministri

deve indirizzare la politica di lotta alla droga "verso un concreto miglioramento della cooperazione tra gli Stati, le Regioni e le città". Al contrario, il Consiglio dei ministri UE è stato invitato ad uniformare le legislazioni nazionali "alla loro prassi effettiva di attuazione".

"E' importante - ha commentato l'on. Rinaldo Bontempi (Pds) - aver messo l'accento sull'impossibilità di uniformare la legislazione. Abbiamo ascoltato, in commissione, dirigenti di polizia di paesi diversi che hanno sostenuto chi l'esigenza di una legislazione fortemente punitiva, l'altro permissiva". Il riferimento è a ufficiali tedeschi che si sono pronunciati a favore della depenalizzazione delle droghe leggere e ad ufficiali svedesi che, anzi, hanno sollecitato l'aumento della repressione.

Un altro significativo emendamento approvato dalla commissione del parlamento riguarda l'invito a promuovere, sulla base delle nuove disposizioni previste dal Trattato di Amsterdam, "programmi di trattamento che offrano la possibilità di somministrare droghe pesanti dietro prescrizione medica e con i necessari controlli".

Si tratta di un testo anche questo di compromesso, passato per una manciata di voti, e che ha sostituito la versione originaria della relatrice che più direttamente, aveva proposto per il "futuro" di "dare spazio" a dei progetti di somministrazione di droghe pesanti su prescrizione medica.

Sergio Sergi

 
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