Roma, 9 novembre 1997
"Non appena TG1 ha oggi dato con grande sintesi ma anche con grande correttezza, alle ore 13,30, la notizia della nostra determinazione a restaurare a partire da Roma, in Italia e non solamente, il diritto imprescrittibile del malato, del medico, della società e della sanità alle cure che la scienza e la medicina conoscono e indicano contro il male della tossicodipendenza, e contro i nefasti indotti criminali della proibizione delle cure, abbiamo registrato quell'emozione che abbiamo già conosciuto nel passato, quando abbiamo compreso che le grandi lotte per i diritti umani e civili si erano finalmente incardinate nell'opinione pubblica e nell'agenda legislativa e politica.
Chiediamo a tutti, ora, che vengano risparmiati i tempi morti per realizzare quel che diritto e umanità chiedono alle leggi di prescrivere. I flagelli sociali peggiori, come quello a suo tempo dell'aborto clandestino, di massa, di classe, clericale (e antireligioso), non possono essere vietati in astratto e nutriti e potenziati dall'ignavia e dalla cecità della paura.
A Roma, al più presto, occorre togliere dalla corsia privilegiata della morte e della criminalità che oggi vi è costretto dalle leggi o dalle loro interpretazioni.
Il 16 novembre si vota anche per questo. O contro questo.
Vedremo per intanto, dai notiziari e dai giornali, se verrà confermato - anche agli occhi dell'Europa e della Magistratura - se persiste quell'ostracismo contro Emma Bonino ogni volta che parla e lotta anche secondo la propria storia e la propria coscienza di radicale, di leader del movimento per i diritti umani e civili in Italia".