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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 22 dicembre 1997
COMUNICATO STAMPA

VIGILIA DI NATALE RADICALE: GESU' BAMBINO E UN BAMBINO DI NOME "PANCHEN LAMA"........

Mercoledì 24 dicembre, dalle ore 22 fin oltre mezzanotte, alcuni militanti radicali saranno davanti alla Galleria Subalpina, in Piazza Castello, a Torino, per informare gli spettatori del film "Sette anni in Tibet" ed i passanti sui contenuti della campagna del Partito Radicale transnazionale "Libertà per il Tibet, Democrazia per la Cina"; in particolare, saranno distribuite le cartoline postali richiedenti al governo cinese la liberazione del Panchen Lama, il più giovane prigioniero politico del mondo.

Giulio Manfredi, esponente del Partito Radicale, ha dichiarato:

" Mercoledì notte milioni di persone si ritroveranno nelle chiese per ricordare la nascita di un bambino ebreo, a Betlemme, quasi 2000 anni fa. Alcuni di noi, invece, si ritroveranno davanti ad un cinema per ricordare che un bambino tibetano di otto anni, Gedhun Choekyi Nyima, è stato sequestrato tre anni fa dal governo cinese; l'unica colpa di questo bambino è di essere stato riconosciuto dal Dalai Lama come "Undicesimo Panchen Lama", la seconda autorità del buddismo tibetano. Le autorità di Pechino hanno nominato un "Panchen-Lama" di loro gradimento; intendono applicare alla religione tibetana le stesse misure repressive applicate con successo alla religione cattolica.

Solo un mese fa la mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale ha costretto il regime cinese a liberare il più famoso dei dissidenti, WEJ JINGSHENG; tre anni fa Wej era solamente un fantasma, uno dei 600.000 "fantasmi" rinchiusi nei "laogai", i gulag cinesi. Le oltre 12.000 cartoline per la liberazione del Panchen Lama inviate finora da tutto il mondo hanno costretto i cinesi ad ammettere di aver nelle loro mani il più giovane prigioniero politico del mondo; una nuova ondata di mobilitazione e di pressione può costringerli a liberare il Panchen Lama ed a trattare finalmente con il Dalai Lama.

Infine, umilmente, vogliamo ricordare a coloro che domani notte rievocheranno la "strage degli innocenti" di Erode che oggi, in Cina, in Tibet, le "stragi degli innocenti" (siano prigionieri nei laogai, siano "figli di troppo" nelle campagne) continuano...".

Torino, 23 dicembre 1997

 
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