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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Roma - 8 gennaio 1998
Il Partito radicale e la memoria storica - L'opinione delle libertà, 8 gennaio 1998
Di Gualtiero Vecellio

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In un mondo, in un paese di ladri quantomeno di memoria, è opportuno fare quanto è in nostro potere perché la memoria, il sapere (che fatalmente diventa potere) ci venga espropriata il meno possibile. Tra le maggiori vittime di questo sistematico furto di verità e memoria, ci sono Marco Pannella e il Partito Radicale; appartengono a un filone storico-culturale di cui si sa poco o nulla: quella, per usare una bella definizione di Gaetano Salvemini, di un gruppo di pazzi malinconici: intellettuali che gravitano attorno al settimanale ll Mondo di Mario Pannunzio; reduci del Partito d'Azione e di Unità Popolare, autentici liberali e per questo anche libertari, militanti di Giustizia e Libertà, studenti dell'Unione Goliardica Italiana: si raccolgono attorno al primo Partito Radicale, che avrà vita onorevole; ma soprattutto breve e stentata. Marco Pannella, e con lui un pugno di seguaci, decidono pero di non mollare, tengono alta la bandiera del Partito radicale che ha per simbolo la Marianna con il berretto frigi

o, partito che nel 1955 viene rifondato. Chiaro l'indirizzo politico: no all'unità delle sinistre laiche, proposta dal PCI. Piuttosto unità laica delle sinistre. Che devono depurarsi, nel frattempo, di tutte le loro incrostazioni autoritarie, violente, staliniste. Un giovane Pannella duella proprio su questo, con Palmiro Togliatti, il "Migliore", dalle colonne di Paese Sera. Sono gli anni Cinquanta, quando polemizzare con il Pci significava l'isolamento e il linciaggio morale, se non fisico. Ernesto Rossi, con buona pace di recenti biografe che ignorano perfino il nome di Pannella, è tra i più viccini al nuovo partito. Con Capitini da vita alla prima marcia per la pace Perugia-Assisi; e sostiene la campagna radicale per il divorzio che inizia nel 1965 con la fondazione della Lega Italiana Divorzio, animata da Pannella, Mauro Mellini e dal socialista Loris Fortuna. Proprio Ernesto Rossi deve presenziare nel 1967 una grande manifestazione contro il Concordato a Roma. Muore qualche giorno prima, ad assisterlo,

con la moglie Ada, proprio Pannella. Alla moglie, Rossi confida: Vuoi vedere che quei pazzi di radicali ancora una volta hanno ragione? Un altro iscritto eccellente è lo scrittore Elio Vittorini. Ha rotto con Togliatti e il Pci. Diventa presidente del partito radicale. Un altro grande scrittore, tra i fondatori del Pci e poi suo ruvido e aspro oppositore - Ignazio Silone - si avvicina ai militanti nonviolenti e obiettori di coscienza che assieme ai radicali si battono per una legge che sancisca il diritto a "servire la patria" non solo indossando una divisa, ma anche, se si vuole, prestando un servizio civile alternativo. Agli obiettori, Silone regalerà parte della sua biblioteca. E al suo funerale, quando verrà sepolto a Pescina, in Abruzo, dei comunisti è presente solo il "faziosissimo" ma altrettanto umanissimo Antonello Trom~ori; e c'è Pannella con un pugno di radicali, venuti a rendergli l'ultimo omaggio. Sono anni di intensa attività, i radicali impongono all'agenda politica i diritti civili. Nel 1968

Pannella viene arrestato a Sofia, in Bulgaria: protesta contro l'invasione della Cecoslovacchia da parte dei sovietici. Comincia il primo di una lunghissima serie di digiuni. Mille iniziative anche in Italia; la più importante è quella per il divorzio; la legge viene approvata nel 1970, al termine di un lungo digiuno. Per l'impegno per l'abrogazione del Concordato; per la libertà dell'anarchico Valpreda; per l'obiezione di coscienza, per la legalizzazione delle droghe leggere.

I Radicali individuano nel referendum lo strumento per perseguire quella che definiscono alternativa laica, socialista e libertaria. Ne propongono a raffica, prima otto, poi cinque: per la legalizzazione dell'aborto, contro i tribunali e i codici militari, contro le norme fasciste del codice penale, contro il Concordato la legge sul finanziamento pubblico, le leggi speciali sull'ordine pubblico. Pier Paolo Pasolini guarda con simpatia al leader dei diritti civili, e tenta un'operazione ardita: la traduzione marxiana del suo linguaggio libertario. L'Ultimo scritto di Pasolini, quello che viene comunemente definito il suo testamento politico, è per i radicali. Lo doveva leggere lui stesso, al congresso di Firenze. Verrà ucciso qualche giorno prima, lo leggera la sorella Graziella. Una premessa, e otto densi, corposi paragrafi: "...Non dovete far altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa a essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e co

ntinuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso: a scandalizzare, a bestemmiare". E tanti, saranno gli "scandali", le "bestemmie". Il 1975 è l'anno dell'aborto. I carabinieri irrompono a Firenze in una clinica del Centro Informazione Sterilizzazione Aborto, dove un medico, Conciani, pratica aborti. viene arrestato anche il segretario radicale di allora Spadaccia, che rivendica la paternità politica dell'iniziativa. E poi Adele Faccio ed Emma Bonino, coordinatrici del Cisa. Dopo una lunga battaglia in Parlamento e nel paese, si approva una legge, la 194, grazie alla quale le donne italiane non sono più costrette a abortire clandestinamente. Nel 1976 i radicali, che nel frattempo hanno cambiato simbolo, adottando quello della rosa nel pugno, si presentano alle elezioni: quattro deputati: Pannella, Bonino, Faccio, Mellini, protagonisti di duri ostruzionismi contro l'unita nazionale e per ritardare le leggi speciali sull'ordine pubblico; e nelle piazze,

nuovi referendum.

Nel maggio del 1977 a Roma, nel corso di una manifestazione referendaria prima concessa, poi vietata, viene uccisi una ragazza, Giorgiana Masi. Una indiscussa documentazione fotografica testimonia la presenza in piazza di forze dell'ordine in borghese, colte mentre sparavano ad altezza d'uomo.Pannella è anche il primo politico di sinistra che sfida Giorgio Almirante, segretario del Movimento Sociale - a un pubblico dibattito. L'iniziativa a sinistra viene giudicata provocatoria, la trovata pubblicitaria di un mascalzone. Nel 1979 nuove elezioni politiche. Per i radicali è un grande successo: diciotto deputati, due senatori, tre parlamentari europei La linea garantita e umanitaria seguita dai radicali durante il sequestro Moro e in occasione del rapimento del giudice D'Urso da parte delle Brigate Rosse, porta nuovi consensi. Spicca tra tutte quella dello scrittore Leonardo Sciascia, in dissenso incolmabile con il Pci. Eletto deputato, si occupa del caso Moro nella commissione parlamentare d'inchiesta. E non

mancheranno le polemiche, che dure, con il Pci arroccato su una linea di intransigente fermezza, che piuttosto significa immobilismo e paralisi politica. Un elemento di riflessione che meriterebbe d'essere fatto: i quattro più eminenti scrittori del nostro tempo: Vittorini, Silone, Paolini e Sciascia, tutti per un certo periodo della loro vita militano o si pongono a fianco del Pci. Tutti e quattro, alla fine, si trovano nel Partito Radicale. Piaccia o meno, qualcosa vorrà pur significare. Il 1979 è l'anno in cui viene elaborato un documento storico, sottoscritto da ben 81 premi Nobel: un documento in cui si tratteggiano le coordinate della lotta per battere quello che viene definito l'Olocausto dei nostri tempi: la morte, per fame e povertà, di masse di persone del terzo e quarto mondo. Un impegno caratterizzato da numerosi digiuni e marce pasquali che si concludono in vaticano. E parallelo, sempre, l'impegno per i diritti civili I radicali candidano il filosofo Toni Negri all'epoca detenuto per sospetto di

terrorismo, per protestare contro la lunga carcerazione preventiva. Negri viene eletto; poco prima che il Parlamento voti l'autorizzazione all'arresto, fugge in Francia.

I radicali e Pannella vengono aspramente criticati per averlo candidato; altre critiche e polemiche arrivano per la candidatura e la conseguente elezione di Ilona Staler, pornostar più conosciuta come Cicciolina.

Altra candidatura scandalo, quella di Enzo Tortora. Il presentatore è stato arrestato dai magistrati di Napoli, con l'accusa, poi rivelatasi falsa, di essere colluso con la camorra.

Tortora viene eletto al Parlamento Europeo. Sull'ondata di questo caso radicali e socialisti indicono, con grande successo, alcuni referendum sulla giustizia, in particolare la responsabilità civile del magistrato. Al partito si iscrivono socialisti e comunisti, premio Nobel ed ergastolani; e anche il cantautore Domenico Modugno. A metà degli anni Ottanta comincia a prendere corpo l'idea del Partito transnazionale. I radicali annunciano che non parteciperanno più a competizioni elettorali nazionali con proprio liste e proprio simbolo, sono i gironi dei Congressi al estero, come quello di Budapest; dei consigli federativi a Bruxelles, Madrid, Gerusalemme, Strasburgo; nuclei di iscritti spuntano un po' ovunque, da Mosca a New York, da Parigi a Zagabria. In Italia viene varato il movimento Lista Pannella. Il Leader radicale e criticato per aver dato il suo nome a un movimento politico; si parla di inguaribile narcisismo. Analoghe critiche non verranno, però, quando scenderanno in campo, per esempio, la lista Di

ni, il patto Segni, gli amici di Di Pietro.

Il crollo del muro di Berlino, la dissoluzione del URSS, la drammatica crisi dell'Iugoslavia, forniscono occasioni di iniziativa, i radicali appoggiano le richieste di indipendenza di Slovenia e Croazia e dell'autonomia del Kossovo e della Macedonia. Pannella e i radicali si recano a Zagabria, e poi Osijek e a Nuova Gradisca, città croata più duramente investite dai combattimenti; e denunciano le incertezze del ONU e della CEE, che assistono impotenti ai massacri nella ex-Jugoslavia. Nell'autunno del 1992, risultano iscritti al Pr quasi 200 ministri e parlamentari di una trentina di paesi. Ma non basta: Pannella pone un aut aut: o almeno diecimila iscritti, oppure la chiusura del partito. La sorta dei radicali questa volta coinvolge emotivamente e politicamente l'opinione pubblica; esponenti di quasi tutti i partiti si iscrivono; alla fine 37 mila sono le nuove iscrizioni, che portano nelle casse del partito oltre 10 miliardi, assicurandone cosi' nuove prospettive di iniziativa. Il resto e cronaca: dal rinno

vato impegno per la legalizzazione delle droghe, alle riforme istituzionali, in favore di un bipartitismo secco, alla americana. Il partito che per primo a eletto segretaria una donna, Adelaide Aglietta; uno straniero, Jean Fabre; dalle mille e una battaglia per i diritti civili, facendo spesso uso di lunghi digiuni della fame e della sette; e ha fatto della disobbedienza civile la sua bandiera; che non sia mai fatto tentare da "scorciatoie" violente, e anzi abbia fatto della nonviolenza la sua arma politica (e così a strappato molte decine di migliaia di giovani dalle "sirene" che in quelli anni, contemporaneamente, venivano dai movimenti extraparlamentari di sinistra e di destra); che ha offerto agli altri partiti e movimenti un modello di statuto unico: congresso annuale a data fissa e non quando fa comodo alla segreteria in carica; nessuna possibilità di espulsione perché non esistono i probiviri, ecc.; questo partito queste persone continuano a fare scandalo: come chiedeva Vittorini, come voleva Passoli

ni, come segnava Sillone, come piaceva a Sciascia.

 
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