La strage infinita chi sono i killer e dove nasce la loro ferocia
ALGERIA
Condannati a uccidere
di Tahar Ben Jelloun
Giovani senza ideali, senza speranze. Si credono traditi da Dio e si vendicano massacrando gli innocenti. Il regime militare è impotente, forse connivente. Anche l'Europa è minacciata. E non può continuare a rimanere indifferente:
di TAHAR BEN JELLOUN
Il mese di Ramadhan, il mese sacro ai musulmani, dedicato al digiuno e alla preghiera, si è annunciato con un bagno di sangue che non ha precedenti nell'atroce guerra che dilania l'Algeria. Più di 800 civili, vecchi, donne, bambini, sono stati sgozzati e mutilati in pochi giorni, in villaggi isolati, dai terroristi del GIA, i Gruppi islamici armati: uomini che si richiamano all'Islam e uccidono anche nelle moschee. Come si spiega una simile barbarie? E cosa potrebbe fare L'Europa per por fine a un massacro che in cinque anni ha già mietuto 100 mila vittime?
Panorama lo ha chiesto a un grande scrittore arabo e musulmano.
Quello che avviene in Algeria è sempre più incomprensibile. L'orrore supera in intensità e barbarie tutto ciò che in questi ultimi dieci anni si è visto nel massacro di popolazioni civili.Questa strage di innocenti, soprattutto di donne e bambini, non fa parte di alcuna tradizione, né araba né musulmana. Non si sa da dove viene questa ossessione di sgozzare sistematicamente le proprie vittime. Vedere colare il sangue. Il sangue dei neonati che dormono nel loro letto. Il sangue delle donne, madri, spose o adolescenti.
Si è pensato che si trattasse di riti sacrificali, come avviene talvolta in certe sette. Si è detto che uomini folli di Dio fanno colare il sangue degli innocenti sperando di ottenere chissà quale ricompensa nell'aldilà. Si è cercato di trovare una qualche logica in questa demenza che non fa parte di alcuna logica, neanche di una logica guerriera in cui il sangue viene sparso inutilmente.
Ma si tratta di una guerra? Si è parlato di una guerra civile. Eppure, quello che avviene in Algeria non ha nulla da spartire con quello che è avvenuto in Libano per più di 15 anni: Qualcuno sa che durante la guerra libanese soltanto due donne vennero assassinate? In Algeria sono i maschi che distruggono i simboli della vita: le donne e i bambini. E' una cosa molto diversa da una guerra civile di tipo classico. Ci si trova difronte, comè stato detto, a una "guerra contro i civili".
Questa guerra è strana, e tutti si domandano perchè l'esercito e la polizia non intervengono per impedire i massacri o almeno per fermarli con la forza. E allora si avanzano varie ipotesi, tutte difficilmente verificabili.
La prima riguarda la strategia del governo. Non c'è alcun dubbio che gli islamisti abbiano perduto la guerra, che è durata ormai cinque anni, come il secondo conflitto mondiale, e che ha provocato almeno 100 mila morti in un paese che conta circa 3o milioni di abitanti. Hanno perduto la guerra nel senso che non hanno più alcuna possibilità di conquistare il potere e di instaurare una repubblica islamica di tipo iraniano come sembrava loro intenzione all'inizio dei massacri.
Questa sconfitta è visibile nel modo in cui l'ex Fis (Fronte islamico di salvezza) ha preso le distanze dalle sue formazioni armate. L'ex Fis ha negoziato con il potere, ciò che ha permesso la liberazione di uno dei suoi leader più influenti, Abassi Madani.Liberazione che ben presto si è trasformata in residenza coatta.
Non si conoscono i termini del negoziato. In compenso si sa che il Gia (Gruppo islamico armato) e l'Ais (Esercito islamico di salvezza) hanno espresso il loro disaccordo a proposito delle trattative. E mentre avvenivano, gli attentati sono continuati. Ci si può chiedere se il Fis controlli tutti i suoi militanti, siano essi politici o armati. E quale influenza ha sul Gia? Nessuna. Perchè questo gruppo è sempre stato estremista e diviso al suo interno. Il regime algerino è oggi di fronte a islamisti clandestini senza leader conosciuti con cui poter parlare.
Seconda ipotesi: lo stesso governo sarebbe diviso e lascia che i generali si scontrino tra loro attraverso le varie milizie. Sono in gioco grandi interessi. L'Economia agerina va molto bene. Il prodotto nazionale cresce. Il denaro circola. I centri nevralgici di questa economia (petrolio e gas) non sono mai stati attaccati dal terrorismo. E se l'esercito non intervenisse per timore delle rappresaglie che le famiglie dei soldati potrebbero subire da parte dei terroristi? Forse. In ogni caso anche se avvisato in anticipo, l'esercito nonè mai intervenuto a fermare i massacri, recandosi sui luoghi degli eccidi a cose fatte, per constatarne la portata. Questo vuol dire che l'esercito lascia fare per compromettere sempre più la reputazione degli islamisti o semplicemente per paura? Non si saprà mai.
Si è pèarlato di connivenza tra il grande banditismo mafioso e, certi uomini politici. In che cosa il massacro degli innocenti può favorire gli affari? Certamente crea un'atmosfera di terrore e di angoscia che favorisce i traffici e il contrabbando. Il mercato nero è fiorente durante la guerra. Quelli che ne approfittano sono gli stessi che non hanno alcun interesse a una vita politica trasparente e realmente democratica.
Terza ipotesi: è la più inattesa, la più demenziale e a un tempo la più plausibile. Non ci si trova più di fronte a una strategia politica ma in un romanzo dai colori foschi in cui Satana ha sostituito Dio e in cui il Bene è stato spazzato via dal Male. In cui il misticismo del sangue versato dà un senso al delirio di esseri folli al punto da dimenticare la loro stessa umanità. Si tratterebbe di giovani che si erano impegnati nella lotta contro la corruzione, il marcio, la menzogna,il furto tutto quello che mette in rivolta una gioventù che si è sentita tradita dal potere e che ha trovato nel discorso islamista buone ragioni per raggiungere i ranghi di un'opposizione decisa a fare trionfare l'islam in Algeria.
Questi giovani un giorno hanno capito di avere perduto la guerra. Dio non era con loro. Dio aveva fatto vincere i loro nemici. Che fare? Deporre le armi e ritrovarsi in prigione o, al massimo, disoccupati senza alcuna possibilità di reinserimento sociale? Quale altra soluzione se non la continuazione di una guerra disperata? Ma come? Attaccando gli innocenti, i civili senza armi, preferibilmente nel sonno. Più le loro vittime si trovano in questa situazione di innocenza primordiale, più sarà totalizzante il massacro. Rimane da chiedersi che cosa significa tutto questo.
Molti di questi giovani hanno abbandonato Dio, o meglio sono stati abbandonati da Dio. Essendo stati abbandonati da Dio, si rivoltano contro di lui e si vendicano su creature assolutamente inoffensive e innocenti. Si sono fatte chiamare "ghadhibun", vale a dire "respinti", coloro che sono stati "cacciati da Dio", dannati e maledetti. Si radono il cranio e le sopraccglia, si amputano l'indice della mano destra, il dito che viene alzato per recitare la professione di fede musulmana, il dito che viene alzato per interpellare Dio. Respinti, non hanno più nulla da perdere e se la prendono con le donne.
Una testimonianza ci dice che una ragazza è stata violentata da settanta uomini prima di essere squartata e i resti gettati in un bosco. Perchè le donne? Perchè danno la vita e sono il simbolo del proibito. Perchè i bambini? Perchè rappresentano l'avvenire e i "ghadhibun" non hanno avvenire. Allora uccidono, bruciano, asportano i seni delle giovani con un colpo di spada, sprofondano nell'indecibile orrore e non sentono più alcuna preghiera non fanno più parte di questo mondo, sono già altrove, all'inferno
in un deserto in cui non c'è più né fede né legge, in un frammento, in una polvere in cui non c'è più umanità e civiltà.
Allora che cosa può fare il governo algerino? Come agire? Tutti gli rimproverano di non garantire la sicurezza dei propri cittadini. Alcuni fanno capire che i servizi militari avrebbero partecipato ai massacri. Nessuna prova. Nessuna informazione attendibile. Solo supposizioni. Ipotesi. E speranze: iniziative prudenti come quella del ministro degli Esteri tedesco, Klaus Kinkel, che ha chiesto alla presidenza britannica dell'Unione Europea una "riunione immediata per studiare le misure da prendere di fronte all'orrore". Romano Prodi ha sostenuto l'idea di questo incontro. La lega araba e anche l'Iran si dicono sconvolti di fronte alla barbaria algerina.
Ma che cosa può fare concretamente l'Europa? gli algerini sono suscettibili e non amano che gli stranieri, pure se con le migliori intenzioni, interferiscono nei loro affari interni. Ma si può ancora parlare di un'interferenza quando vengono massacrati donne e bambini? In realtà, si tratta di crimini contro l'umanità. Non riuscendo a impedire questi massacri a ripetizione, il governo algerino dovrebbe accettare l'aiuto dei suoi amici, siano essi europei o arabi. Perchè non prevedere la presenza di soldati di pace nei villaggi minacciati?
Bisognerebbe riconoscere che la tragedia algerina va al di là delle capacità del potere attuale di poterla contenere. Certo l'orgoglio algerino reagirà male. Ma si potrà vedere almeno (o forse) la fine degli eccidi che gettano nello sconforto il mondo arabo e musulmano e sconvolgono il mondo intero.