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Orofino Veronica - 14 gennaio 1998
Corriere della sera / 14 gennaio

Le scelte in Iran e Turchia, i fatti d'Algeria

L'OMBRA LUNGA DEI TRE ISLAM di Franco Venturini

Tre Islam incalzano questa Europa cristiana che ha fatto della moneta la sua nuova religione. In Iran il presidente Khatami rompe con l'ideologia degli ayatollah, scopre che il dialogo con l'America è possibile e fa l'elogio del progresso libertario; dall'Algeria le stragi dei "pazzi di Dio" spruzzano sangue sulle nostre coscienze, ma i bimbi sgozzati non ci dicono cosa fare; la Turchia kemalista ci procura la scossa ammonitrice dei profughi curdi, mentre aspetta di sapere se e quando lUnione l'accoglierà.

Tre Islam con storie e identità diverse, che non sembrano avere in comune nemmeno la lettura del Corano, che davanti alla modernità occidentale oscillano dalla furia omicida al desiderio di appartenenza. Eppure, tre Islam che all'Europa lanciano una sfida unica: la sfida della politica, della lucidità strategica, della capacità di ritrovarsi e di agire anche se in discussione nonè il rispetto dei parametri di Maastricht.

Quando Mohammed Khatami parla alla Cnn e invece di Khomeini mette sugli altari i Puritani d'America, la Dichiarazione d'indipendenza e Abramo Lincoln, lEuropa potrebbe inorgoglirsi. Non siamo stati noi, dopotutto, a intrattenere con Teheran un "dialogo critico" mentre Washington sceglieva le sanzioni? Ma un simile autocompiacimento rischierebbe di non cogliere, come difatti sta accadendo, la portata della svolta.

E' stato Clinton ad allungare per primo una mano, dopo l'elezione di Khatami. E nella risposta il presidente iraniano è andato oltre ogni aspettativa, ha riconosciuto la "legittimità" dell'ex Grande Satana, ha detto di voler abbattere il muro del sospetto che ancora separa Teheran e Washington, ha invitato a un dialogo per ora culturale tra i nemici giurati di ieri. Newsweek parla già di "soccer diplomacy", evocando il ruolo che ebbe il ping-pong nell'apertura di Nixon alla Cina. Ma l'accelerazione dei sorrisi tra Iran e Usa non sembra voler attendere il confronto calcistico ai mondiali di Francia: la vera posta che spinge alla conciliazione Clinton e Khatami è la collocazione geopolitica dell'Iran nel Mondo Nuovo, il suo destino di cerniera (assieme alla Turchia) tra le ricchezze energetiche del Caspio e i mercati d'Occidente.

Molti problemi rimangono, beninteso. All'interno Khatami deve vedersela con l'Ayatollah Khamenei, che non la pensa come lui. E l'America, prima di rinunciare alle sanzioni, vorrà garantire sulle accuse tante volte formulate in tema di appoggio al terrorismo, di proliferazione degli armamenti, di ostracismo al processo di pace in Medio Oriente. L'abbraccio non è per domani, ma è diventato possibile. E dov'è l'Europa che per prima aveva visto giusto, in questa frase cruciale? Nicchia, si dice soddisfatta, lascia fare ai suoi petrolieri (altro potente incentivo per gli Usa) ma non esprime una iniziativa capace di imprimere il suo marchio politico sul cambiamento. Il prezzo lo pagheremo più avanti, se quell'abbraccio avrà luogo.

Nell'Algeria della carneficina permanente lEuropa si accinge a mandare una missione esplorativa. Meglio di nulla, se alle sue spalle non crescessero di giorno in giorno la confusione e l'ambiguità. I militari di Algeri non meritano indulgenze. E' verosimile che una parte di loro peschi nel torbido. E' sicuro che le diverse elezioni indette dal governo Zeroual non sono state del tutto corrette. Ma confondere i torti del potere con i coltelli dei massacratori, e domandarsi come molti fanno " chi sia davvero ad uccidere ", questa è una fuga dalla realtà che può nascere soltanto dall'impotenza. A corredo delle rivendicazioni e delle innumerevoli testimonianze disponibili, sul Manifesto di ieri il Gran Muftì di Marsiglia ha spiegato che "una concezione arcaica del diritto musulmano" spinge i giustizieri del Gia a voler sterminare una società che rifiuta di lasciarsi indottrinare. Nascono da questa esaltazione religiosa disumanizzata le mattanze di donne e bambini, gli stupri di massa delle ragazze -oggetto di

annientamenti di interi villaggi. Ed è a questo fanatismo assassino, come sempre accade, che si accodano lotte tribali, vendette, trame di potere.

Che cosa se non un cieco conformismo declamatorio può far pensare alle pressioni energetiche (smettere di acquistare gas, nel caso dell'Italia) per capire finalmente "chi uccide"? In Algeria un Islam d'assalto prova a sconfiggere la modernità, e raddoppia i suoi delitti quando questa non si lascia abbattere. Siamo, qui si, allo "scontro di civiltà" previsto da Huntington. Occorre capirlo per mantenere chiaro l'ordine delle priorità politiche, ma l'Europa lo capisce?

Il terzo Islam, quello turco, tende a svanire ora che le navi dei curdi non arrivano più sulle nostre coste. In questo l'Europa è lucida: sa che quella delle scorse settimane è stata soltanto la punta dell'iceberg, che la generosità umanitaria non può essere illuminata, che per non risultare destabilizzanti i flussi migratori vanno programmati con un sistema di quote -Paese come spiegano da anni gli esperti e come avverte ora anche Romano Prodi. Il che tra gli europei (Italia e Germania comprese) si affermi una volontà politica comune capace di completare gli accordi di Schengen, e che con la Turchia offesa l'Europa sappia riannodare un dialogo coinvolgente senza per questo rinunciare ai propri valori. Anche qui sono grandi le diviioni, è colpevole il ritardo.

I tre Islam ci dicono quel che sapevano già: che l'Europa politica segna il passo mentre quella monetaria galoppa, che gli Stati-nazione si preparano a difendere i loro interessi anche con la moneta unica. Ed è un segno dei tempi e della storia che siano i tanto diversi fedeli di Allah a suonare la sveglia in questa nostra irragionevole fortezza.

 
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