di Alberto NegriPER L'EUROPA UN ALTRO SCACCO NEL MEDITERRANEO Il "gran rifiuto " di Algeri alla visita della troika europea può stupire soltanto i distratti burocrati di Bruxelles. Dov'era quando venne affondata nell'indifferenza della diplomazia internazionale l'iniziativa (ribadita ieri a Roma) per il dialogo tra i partiti algerini della Comunità romana di Sant'Egidio? E più recentemente, sarà arrivata notizia dalle parti di Bruxelles dell'alterco tra il ministro Esteri algerino, Ahmed Attaf, e la responsabilità dell'ufficio Diritto umani dell'Onu, Mary Robinson? "Statevene a casa perchè siamo capaci di gestire i nostri affari", così Attaf ha rimbeccato velenosamente il rappresentante del Palazzo di Vetro.
Gli europei non erano destinati ad avere miglior fortuna della signora Robinson. Fino all'altro ieri la Ue ha mostrato di credere, senza approfondire troppo, che "il terrorismo -parole del Presidente Zeroual- era diventato un fenomeno residuale". Il Governo algerino, dal suo punto di vista, deprecabile quando si vuole, ha tutto il diritto di essere risentito per le interferenze di Bruxelles. "Dopo aver lasciato scorrere per anni il sangue si sono svegliati proprio adesso?" Devono aver pensato ad Algeri con una punta di meraviglia. In fondo, quando nel gennaio '92 i carri armati avevano sbarrato la strada all'ascesa elettorale degli islamici, nessuno aveva protestato.
Gli anni di piombo dell'Algeria, quando i terroristi mitravagliavano politici, intellettuali, giornalisti, intellettuali, insegnanti, ex combattenti, cantanti di Ray, erano passati nell'indifferenza dei Governi europei. Certo era difficile raccontare fuori quello che nessuno riusciva a vedere di una guerra senza fronte, senza scontri sul campo, senza telecamere della Cnn. Ma che fosse una guerra sporca e terribile lo sapevano pure dalle parti dell'Unione europea. Soprattutto durava da troppo tempo per non risvegliare l'attenzione anche dei sordi e dei ciechi. Così il tempo è passato, scandito dalle stragi e dalle elezioni di regime, operazioni cosmetiche che non convincevano ma acquietavano le coscienze Un rigurgito di interesse si è avuto soltanto quando sono stati massacrati alcuni lavoratori occidentali, tra cui anche degli italiani. Improvvisamente dai vertici europei e dei Paesi più inustrializzati sono spuntati i radar: pozzi e gasdotti potevano essere in pericolo. Tutto è rie
ntrato quando dall'Algeria "utile" sono arrivate buone notizie: il raddoppio dei gasdotti mediterranei (che trasportano più del 30% delle importazioni europee), la scoperta di nuovi giacimenti.
L'Europa politica è stata un cinico spettatore della carneficina quanto il potere algerino, accusato adesso di essere incapace di proteggere la popolazione, o di essere addirittura coinvolto nelle stragi. Il risultato è davanti agli occhi di tutti. Le Pouvoir può sbattere la porta in faccia alla troika e questa tragedia mediterranea a lungo ignorata, si trasforma in un fallimento europeo, a cui possiamo aggiungere il Medio Oriente e la Turkia. Ogni giorno la lista si allunga.