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Partito Radicale Roma - 21 gennaio 1998
CUBA - RADIO RADICALE

Colloquio di Paolo Pietrosanti con Miguel Angel Loredo e _Laura Gonzales

19 gennaio 1998

PP: Qui e' Paolo Pietrosanti. E' ormai prossima la partenza del Pontefice cattolico Giovanni Paolo II alla volta di Cuba. Se ne sta già parlando molto, varie trasmissioni televisive già ne discutono, come interventi sulla carta stampata. Per approfondire l'argomento, e la sua valenza anche politica, abbiamo il piacere di essere con Padre Miguel Angel Loredo - personaggio di estrema importanza nella storia di questi decenni a Cuba; è un frate francescano, è stato detenuto per dieci anni nelle carceri castriste - e con una voce anche questa molto nota per chi segue Radio Radicale, quella di Laura Gonzales, Presidente del Comitato per i diritti Umani a Cuba.

Intanto voglio sottoporre a Padre Loredo una considerazione e una constatazione, a Padre Loredo, così come a Laura Gonzales: Mi sembra che questa visita di Giovanni Paolo II a Cuba si stia in realtà riducendo, per i media, ad un incontro tra il Papa e Castro. Tutto sembra venga ridotto a questo.

MAL: Penso che questo sia vero. Certo, si tratta di due leader carismatici, importanti; ma questa semplificazione non è giusta, e altri aspetti devono essere tenuti in considerazione. Dobbiamo analizzare tante altre cose che sono in gioco in questo momento. Questi due leader hanno la forza per dare all'evento il colore e i connotati che ciascuno intende dargli, e la considerazione di questo deve entrare nel considerare l'evento.

PP: Padre Loredo, ho letto una sua intervista al giornale francese Le Point, molto molto recente, in cui lei diceva che la presenza del Papa intanto porterà con sé centinaia di giornalisti, per la prima volta, vi saranno grandi raduni di folla, non organizzata dal regime, o per ragioni di regime, e anche questo è una novità. Può approfondire questa sua annotazione?

MAL: Va detto che alcuni giornalisti non hanno avuto il visto per Cuba, e che vi è stata una selezione; comunque saranno tanti i giornalisti che potranno esprimersi liberamente. Sappiamo anche che il Governo di Castro ha preparato i suoi quadri, i suoi uomini in vista degli eventi di massa, quelli all'aria aperta. Ma credo vi sarà abbastanza spazio per quella che su Le Point ho chiamato "Operation Verite'", e che tante cose verranno fuori, la critica di oggi e quella passata alla storia e alla politica di Castro. E questo c'è già; nemmeno dobbiamo aspettare i giorni della visita.

LG: Già i preparativi della visita stanno rappresentando un avvenimento nuovo, qualcosa per la quale la gente poco a poco sta perdendo la paura. Anche ieri Padre Loredo ha telefonato ad alcuni suoi amici sacerdoti, subito dopo il convegno organizzato a Roma dalla associazione "Cuba Libera", e quello che dicevano questi sacerdoti cubani dall'Avana, era: ci pare di sognare, è incredibile quello che noi stiamo vedendo, cioè partecipazione, attesa, curiosità, e movimento di massa che non vi sono stati mai per 40 anni. In questo senso, l'invito da Castro rivolto ai Cubani a partecipare è proprio un mettere le mani avanti. Parlavo con una giornalista che è tornata proprio ieri da Cuba, una giornalista non italiana, e mi parlava di un mettere le mani avanti da parte del regime, che già sa che malgrado tutti i controlli polizieschi, milioni di persone accorreranno, senza che possa essere impedito. E l'invito paternalistico di Castro ai Cubani di accogliere il Papa è stato fatto proprio perché non può evitarlo, visto

che comunque lo accoglierebbero.

PP: In questi giorni mi sembra che la retorica la stia facendo da padrona. Anche da parte di voci in qualche modo inaspettate. Si dice e ripete che questa visita costituisce la fine della guerra fredda. E in termini di informazione è terrificante.

LG: Si, terrificante, e oltretutto anacronistica. Assurda. Ed è anche assurdo vedere questa visita del papa come un momento che segna il crollo di Castro; né il Papa se lo aspetta. Non credo che la gente se lo aspetta, e soprattutto non se lo aspetta il clero cubano, che è ancora una avanguardia, ricordiamoci che il numero di sacerdoti presenti nell'isola è molto basso, nell'ordine di poche decine sono quelli che sono riusciti ad andare negli ultimi mesi. E questi preti stanno facendo un paziente lavoro di formazione, di presa di coscienza di quelli che sono i diritti minimi della gente, diritti di cui la gente ha perso ogni consapevolezza dopo 40 anni di dittatura. Per cui, per esempio, la gente non concepisce proprio che possa votarsi non per un partito unico... non conosce i diritti più elementari. E la Chiesa, come organizzazione diffusa capillarmente nell'isola, è l'unica che ha assolto, in questi ultimi anni, soprattutto in questo momento, la funzione di potere condurre questo lavoro capillare; natural

mente non in una chiave immediatamente, dichiaratamente politica, proprio per sfuggire alla repressione, cosa che non è consentita ai gruppi dei diritti umani, i quali naturalmente sono sottoposti ad una dura repressione e raggiungono un numero molto piccolo di persone proprio per la vigilanza alla quale sono sottoposti. Quindi, questa visita segna un grande passo avanti soprattutto come perdita di paura della gente, ma non potrà portare uno sconvolgimento immediato.

PP: Padre Loredo, certo dipenderà dalla immagine generale che della visita si avrà. Ma non rischia questa di costituire una legittimazione per Castro?

MAL: Non credo. Castro avrà un po' di prestigio, e non c'è dubbio. Ma penso che verranno anche fuori molti aspetti negativi di Castro. Per esempio, Castro ha consentito la celebrazione del Natale: Le persone hanno capito, il mondo ha capito che prima non era consentito celebrare il Natale, per tanti anni... Sono venute fuori cose che prima non si sapevano, che le persone avevano dimenticato; e tutto questo adesso viene fuori.

Castro ha parlato l'altra sera in modo tale che credo indurrà il Papa a rendere più energico il suo discorso, perché l'intento di Castro era di manipolazione dell'immagine del papa, e del suo ruolo, e di centrare tutto sulla posizione del Governo americano a Cuba, parlando in maniera del tutto falsata sull'embargo. Penso che il Papa parlerà in modo abbastanza chiaro, per far sapere che non si incontreranno due angeli dei poveri, ma che il Papa è il Papa, e Castro è Castro. Castro avrà qualcosa, qualche vantaggio, come dicono sempre i suoi apologeti romantici che tradizionalmente appoggiano Castro. Ma se alla fine chiederemo alle persone che avranno assistito a questo evento, diranno che sarà stato chiaro che nessun vantaggio sarà venuto a Castro.

PP: La volontà apologetica nei confronti di Castro non si è mai interrotta. In Europa, e ancor più timidamente in Italia, sta emergendo un timido dibattito su quello che è stato il comunismo, un dibattito anche sulla storiografia relativa a questi 70 o 80 anni. Castro invece, si rischia possa salvarsi da certe sentenze della storia che invece sono urgenti e necessarie.

LG: Questo è un problema che riguarda la sinistra europea, che da un punto di vista degli intellettuali e dei media rimane egemone. Questa riflessione su quelle che sono state le dittature dei paesi dell'est, e in Italia in particolare questi sono temi pochissimo affrontati anche dai media, mentre per esempio in Inghilterra, in Francia la gente ha potuto vedere e valutare molto di più. Per quanto riguarda Castro, siccome esiste tutto un mito romantico che ha falsato fin dall'inizio la realtà, la gente continua a parlare di Cuba come se fosse stato sempre un paese miserabile come la Bolivia, come il Guatemala... non si è mai voluto dire in questi anni che Cuba, malgrado la dittatura era un paese con una economia fiorente, allora oggi come oggi fa un discorso in chiave puramente terzomondista, come se Cuba fosse stato sempre un paese dell'Africa, depredato dal colonialismo. Diciamo che un certo catto-comunismo terzomondista può dare un giudizio non così negativo di Castro oggi anche perché oggi si continua a v

olere dire che non ci sono state tante vittime, che non ci sono state persecuzioni, che non ci sono stati tanti morti. I morti sono migliaia, i fucilati sono stati migliaia, e migliaia e migliaia sono morti in questi anni scappando da Cuba nel Mare dei Caraibi.. Il bilancio di sangue e' grosso, tenendo conto della dimensione della popolazione cubana. Il bilancio del Castrismo è anche superiore a quello delle vittime della guerra civile spagnola, e del Franchismo. Il problema è che è durato talmente a lungo, e anche lui è uno che rischia di morire nel proprio letto, e ovviamente, come nel caso di Franco, il giudizio si perde. Soltanto gli storici, e quelli che hanno vissuto quella storia, possono dire quanto sia stato sanguinario Franco. Ora, il problema è che se per esempio Franco è uno che è riuscito a creare una sua successione, Castro si è ostinato a non crearla; e quindi il bilancio è doppiamente negativo rispetto a Franco, perché ha ridotto il suo paese in quelle condizioni, e non ha voluto creare le co

ndizioni per un cambiamento. Solamente ora, che i margini non ci sono più, che la situazione economica è drammatica, che lui è sulla soglia della morte, non ha potuto fare altro che bussare alla porta di San Pietro. Bussare alla porta di San Pietro non credo per avere una legittimazione, ma perché c'è un timore di esplosione di scontento. Diciamo che gli è servito ad un certo punto un aiuto di tipo diciamo sociale da parte della Chiesa, come uno può chiedere un aiuto alla Caritas. Senza le medicine della Caritas a Cuba la gente non si curerebbe, senza gli aiuti alimentari che arrivano attraverso la Caritas americana gran parte della popolazione, che non ha accesso ai dollari, non mangerebbe.

PP: Senta Padre Loredo. Cito ancora questa sua intervista recentissima a Le Point. Lei diceva che probabilmente oggi Castro non ha più consenso maggioritario, ma mantiene comunque una fetta consistente di consenso popolare. Da questo punto di vista, di un regime sanguinario e dittatoriale che però mantiene un consenso piuttosto cospicuo nella popolazione, come può agire questo fatto, questa sua constatazione nella fase attuale?

MAL: E' vero che Castro ha ancora un certo consenso. Ma soprattutto perché a Cuba non abbiamo avuto veramente Comunismo, Marxismo, ma soprattutto Fidelismo. Castro fin dall'inizio è stato un leader carismatico, le persone hanno avuto fiducia in lui,, sono vissuti sempre chiusi, senza mass media, informazione, e non possono operare paragoni con altri paesi, con altre forme di governo, di politica. Da 38 anni l'unica informazione è la sua, Castro è l'unico che ha parlato pubblicamente, e si sono formate tante idee falsate, e rinforzate da molti leader internazionali che hanno visitato Cuba e si sono innamorati della figura di Castro come eroe romantico, che ha voluto mostrarsi accanto a personaggi come Che Guevara e altri. Ci sono tantissimi Fidelisti, ancora, che proteggono l'immagine di Castro. E penso che alcuni Cubani abbiano paura degli Stati Uniti e delle altre forme di governo, perché hanno visto il crollo del comunismo nei paesi europei dell'est, e i problemi che hanno in questo momento. Per questa rag

ione, e anche per i privilegi di cui godono, come parte della struttura privilegiata dal governo, appoggiano Castro. Ma penso che ormai vi sia una maggioranza contraria; anche loro vogliono liberarsi di questo incantesimo, sanno che dietro vi è una bugia. Ma non vedono ancora la possibilità di essere veramente quello che loro sono, e di rispondere ai propri sentimenti e idee. In questo momento la visita del Papa sarà un palcoscenico gigantesco per la verità, per la possibilità di esprimersi molto chiaramente. In questo momento vi sono sempre più sostenitori di Castro che soffrono la depressione, la frustrazione il dolore, anche perché questa immagine di Castro non è stata accompagnata da riscontri materiali, reali anche in termini di benessere dei Cubani che possano essere paragonati con quelli di altri paesi del mondo.

PP: questo dipende molto dagli organi di informazione, da queste centinaia e centinaia di giornalisti che saranno a Cuba... Senta, a parte e oltre il dissenso cattolico a Cuba, come viene attesa nell'isola la visita del Papa da parte dei dissidenti?

MAL: A mio parere sono contenti, perché vedono che c'è almeno qualcosa, c'è una alternativa. E' in corso una specie di gioco di scacchi, con grandi rischi, e loro non vogliono essere parte di questo gioco, di questa realtà. Almeno, le informazioni che ho ricevuto parlando con loro , io costantemente sono in contatto con loro sia per telefono che con altri mezzi, tutti sono contenti. Senz'altro aspettano. Nessuno sa cosa sarà il bilancio finale di tutto questo, ma sono sicuri che qualcosa succederà. Come dicevamo prima, anche in questo momento si vedono tante cose che prima non erano possibili, sei mesi o un anno fa; quindi loro appoggiano questa realtà e sperano anche loro di contribuire al bilancio positivo per gli interessi della democrazia del pluripartitismo e dell'apertura, del cambio verso la democrazia a Cuba.

PP: E' possibile che questa visita possa essere suggellata da un atto di amnistia almeno per una parte dei - ricordiamo che la cifra è enorme - 1.200 prigionieri politici?

MAL: A me sembra che Castro, come un grande stregone, farà un gesto teatrale in un certo momento, aprirà le mani, dichiarerà che farà questo o quello. Lo farà, per essere la stella, il divo, il grande protagonista di questa visita. Lo sappiamo. Ma non ci saranno cambiamenti sostanziali. Sara' cosmesi. che forse in un contesto di euforia saranno forse capaci di guadagnare un certo consenso generale. Ma è un po' come ha fatto con il Natale, che per me gli ha portato effetti negativi, perché si è capito come Castro giochi con i diritti umani, facendo passare per un dono quel che invece appartiene alla persona. Qualsiasi cosa faccia dirà che è stato un dono, mentre non si tratta che di diritti.

PP: Lei risiede negli USA. Come si vede questa visita dagli Stati Uniti?

MAL: Lei sa che agli Americani piace giocare il ruolo del Good American, anche perché vivono il complesso di essere imperialisti, di essere contro i poveri; e per quanto possa sembrare incredibile, tanti americani sono innamorati di Castro. Ho tante volte avuto discussioni con americani, anche con frati, che vogliono giustizia, vogliono pace, e pensano che per avere giustizia e pace devi essere a favore di Castro, di questi movimenti socialisti o molto legati a quel che è stato e ha rappresentato il sistema di Castro. Ci sono anche tanti Americani che hanno questa visione. E ci sono altri che pensano che vi sia una certa ingenuità nel pensiero di questi Americani. Non sono, a mio parere, i più grandi alleati dei nostri interessi, e parlo di noi ex prigionieri politici, esiliati. Hanno la loro propria agenda, il loro modo di attuarla, e non mi aspetto troppo da questi gruppi. Ma diciamo pure che la politica americana è anche stanca di ricevere pressioni da noi, dagli esiliati, vuole più spazio e libertà, pens

a che il dialogo incondizionato possa essere buono, pensano che Castro sia capace di creare il pluralismo. Non so... Non mi fido molto del complesso mondo nordamericano riguardo alla politica di Castro e a questo momento della visita del Papa.

PP: Laura?

LG: E' un gesto puramente simbolico, ma distensivo, quello di Clinton che ha prorogato di nuovo la Helms-Burton. Legge che non dimentichiamo si è fatta perché Castro aveva abbattuto aerei civili americani, e non è che Clinton abbia fatto né prima né dopo le elezioni una politica aggressiva contro Castro. Ma certo, se a Castro Cade lo spauracchio dell'imperialismo, e dell'embargo con il quale giustifica il disastro economico e la situazione della sua dittatura... Per questo ogni volta ricrea una tensione con gli USA. Ma penso che a livello di Dipartimento di Stato guardino con occhio favorevole a questa iniziativa, altrimenti non avrebbero prorogato la Helms-Burton alla vigilia del viaggio del Papa, come gesto simbolico.

PP: E l'Europa?

LG: Mi sembra che la posizione della UE sia stata molto ferma e giusta nel senso che per quelli che potevano essere i grossi aiuti e gli scambi commerciali ha continuato a ribadire che se non c'è un minimo di apertura democratica vera questo non sarebbe stato possibile. Poi ci sono certo gli interessi di investimenti italiani, francesi, spagnoli, soprattutto italiani e spagnoli, che naturalmente sono favorevoli al permanere del regime così come è. Anche perché questa non è una cosa che abbiamo visto solo a Cuba, ma anche nei paesi dell'est: finché c'era una situazione di controllo era anche più facile fare degli affari, perché ti mettevi d'accordo con i militari che dirigevano le fabbriche, facevi le joint-venture... Naturalmente, quando c'è una certa apertura c'è un momento di caos che rende tutto più difficile. C'è sempre il timore, del resto abbastanza fondato, che il giorno in cui Castro non ci sarà più una soluzione con gli Americani la dovranno trovare, anche perché quella è un'area che per commercio,

storia ecc e' molto legata all'economia americana. Diciamo che stanno approfittando di questo interregno agonico, di questo ultimo pezzo agonico del regno di Castro per fare un po' di affari e per mettere un piede nel futuro. Queste persone si comportano abbastanza biecamente, almeno da noi, i vari Rattazzi, Fiat, ecc... Basta guardare un po' i loro giornali, chi ci scrive sopra e cosa. Per esempio non ho più visto un articolo di Mimmo Candito che e' uno dei grandi esperti di cose cubane, e che e' uno che ha sempre detto da anni la verita' su Cuba, e adesso non lo vedo piu' scrivere, non l'ho visto a nessun dibattito. Non e' un caso che i Cubani gli abbiano negato il visto e lo abbiano dichiarato agente della CIA, e non ho visto nessuna protesta da parte per esempio del direttore della Stampa o di altri di fronte ad una accusa di questo tipo. Nemmeno da parte dei colleghi giornalisti. E questo ovviamente perche' ci sono interessi in prima persona della Fiat li'. Diciamo quindi che gli uomini di affari italia

ni ecc stanno in questo periodo facendo dei buoni affari. Mentre l'UE nel suo insieme mi sembra abbia mantenuto una posizione molto ferma, molto corretta e molto importante.

PP: Padre Loredo, quel che ha appena detto Laura mi sembra importante. Io traggo da questo uno spunto e mi permetto di porgerle una domanda che non e' provocatoria, ma e' probabilmente un po' forte. Quanto e come e' lecito, secondo lei, dialogare con un leader politico che ha nelle sue carceri 1.200 persone, carceri terribili e che lei ha a lungo conosciuto?

MAL: E' una domanda molto importante e molto interessante come punto di dibattito. Penso che il dialogo sia in se stesso una categoria universale. Siamo persone, ed e' proprio dell'uomo dialogare. aprendosi agli altri e all'incontro. Questa e' una verita' che e' molto in relazione con la possibilita' di comunicazione. l'uomo deve comunicare, sempre. Per chiedere, per dare, per ricevere... Dal punto di vista religioso, cattolico e morale, il dialogo e' una categoria, che e' stata sempre sottolineata e protetta dalla Chiesa: il dialogo ecumenico, il dialogo con gli altri, con le persone. Dialogo non vuol dire che accetti il punto di vista dell'altro. Dialogo non vuol dire che si puo' dialogare soltanto con persone dallo stesso livello morale o intellettuale. Puo' aversi dialogo tra persone diverse, assolutamente diverse. Ma una cosa e' certa: perche' vi sia dialogo e' necessaria una uguaglianza dal punto di vista delle opportunita', e della dignita' umana. Non e' possibile dialogare con una persona che sta cal

pestando la mia testa, o non posso dialogare con chi mi mette le manette, e non mi permette di agire. E in tal modo devo reagire non soltanto con le parole, ma anche con il linguaggio del mio corpo e anche con la mia liberta'. Diciamo che questa visita non ha come punto fondamentale e portante un dialogo. Direi che il punto fondamentale di questa visita e' fare una mossa, un atto, qualcosa che forza l'altro a dare una risposta. In questo senso per la Chiesa e' stata una opportunita'. Dopo aver cercato per 38 anni di distruggere la Chiesa, Castro ha bussato alla porta del Vaticano, per chiedere un aiuto, come diceva Laura prima. Per farsi la foto con il Papa, Il Papa passera' a Castro un conto salato. Non e' che sia un dialogo. Io penso alla bella leggenda di San Francesco d'Assisi, del lupo di Gubbio. Francesco e' andato dal lupo, e questo non voleva dire che accettasse la realta' del lupo dal punto di vista del suo atteggiamento morale. Ma era una realta' rispetto alla quale dobbiamo stare preparati per ent

rare in contatto. E Cristo parlava del lievito nella massa: questo e' necessario. Anche correre questi rischi. Penso che l'incontro tra Questi due uomini non debba ridursi al dire chi e' migliore e chi e' peggiore. Il Papa va verso Castro, si incontrano, ma il papa sa che Castro e' in terzo o quarto piano nei suoi interessi. Il Papa vuole incontrare la Chiesa cubana. Il Papa vuole incontrare il popolo di Cuba. Prima di tutto il popolo di Cuba. In verita' la Chiesa cubana ha invitato il Papa, e certo la chiesa non puo' invitare il Papa se il Governo di Cuba non lo accetta, e il Papa dovra' dopo incontrare anche Castro. Ma la storia dei viaggi del papa dimostra che il Papa ha sempre privilegiato, sottolineato prima di tutto l'incontro con il popolo che visita. Per questo bacia la terra (non so se adesso lo potra' fare, se le gambe glielo permetteranno) ma lo ha fatto sempre. Dopo incontra la chiesa, e dopo ha dovuto incontrare anche i presidenti dei vari stati e i personaggi politici. Ma questo non vuol dire c

he il papa va a visitare Castro. Capisco perfettamente che Castro vuole rubare lo show, e i media anche sono riduttivi riguardo a questo. Ma la cosa e' molto piu' grande. Una realta' che io posso testimoniare e' che il popolo di Cuba e la Chiesa cubana, i cattolici cubani vogliono questa visita, hanno bisogno di questa visita. E anche se non pensano che sara' la soluzione per tutti i problemi che hanno, penseranno che il Papa sara' con loro. Questa e' la speranza del popolo e della chiesa, e penso che sara' evidente che non per Castro il Papa fa questo, ma per il popolo e per la chiesa di Cuba.

PP: Si', ma i segnali sono molto chiari, pero', e qualcuno lo evocava pure Laura. C'e' un grosso spiegamento di forze perche' questa visita del papa abbia una immagine e una comprensione forse diversa da quella che lo stesso Papa vuole.

LG: Anche io sono rimasta impressionata nel senso che da anni e anni sono vietate le processioni, che erano le uniche manifestazioni diciamo di strada che si potessero fare a Cuba. Ora immagina che prima del discorso che il Papa terra' nella grande piazza l'ultimo giorno, cinque ore prima iniziera' una grande processione con la Vergine che attraversera' tutti i quartieri dell'Avana, fino ad arrivare alla Plaza de la Revolucion. Per la prima volta a Cuba in quarant'anni ci saranno due milioni di persone che potranno fare questo...

MAL: ... e per la prima volta il Cardinale dell'Avana, un vescovo cubano, ha dialogato con il popolo di Cuba tramite la televisione cubana. Questo non era nemmeno pensabile soltanto qualche mese fa. Adesso stanno dialogando i vescovi cubani con la popolazione tutta di Cuba. E la cosa non e' cosi' semplice.

PP: Sempre di piu' si parla nel mondo, a livello di istituzioni internazionali, di un nuovo concetto di diritto internazionale, di giustizia internazionale. E' stato creato il Tribunale sui crimini nella ex- Yugoslavia, in Rwanda, sta per nascere - e noi stiamo su questo battendoci in modo particolare, la Corte penale internazionale permanente. Insomma, si afferma non solo un ideale di giustizia, ma anche istituzioni di giustizia di livello e con forza sovranazionale. Castro e' in ogni modo persona da mettere sotto processo...

MAL: Senz'altro. Castro e' un criminale. Noi vogliamo certamente pace, non vogliamo sangue, ne' vogliamo privilegiare la giustizia punitiva. Ma penso che per guarire anche per le future generazioni, come esempio e come realta', sara' necessario un momento di giustizia. Poi si fara' magari il perdono della pena.. Ma senz'altro a Cuba occorrera' andare fino alla fine della ferita, dobbiamo far capire tutto quel che e' capitato, Ma non credo che questa debba essere l'idea che deve tenere il primo piano nella nostra mente in questo momento. Occorrera' un equilibrio della realta', e certo non dovra' dirsi che tutto si e' dimenticato... Io detesto la falsa pace, la pace per cui si dice che nulla e' accaduto e tutto e' a posto... No. Molto e' accaduto, e molto sta accadendo anche adesso. E bisogna tenere presente tutta la realta': la riconciliazione, la pace, il perdono, ma anche la giustizia, perche' altrimenti non c'e' speranza. Se non sappiamo cosa e' accaduto, cosa puo' ripetersi ancora, non avremo guarigioni.

E' importante una ricostruzione, una rinascita, da un punto di vista di totale realismo, e con grandi ideali. Non possiamo essere extra-idealisti, pacifisti a oltranza, e poi dimenticare la realta' con tutta la sua complessita'.

PP: Una realta' che e' attuale, e comprende centinaia e centinaia di prigionieri politici. Abbiamo detto che alcuni guardano a questa visita come alla fine della guerra fredda ecc... ma guardando al pianeta intero noi abbiamo ancora tra gli altri la Cina... Insomma, questa visita, e una sua possibile interpretazione non rischia di sterzare l'attenzione su quel che e' stato ed e' il comunismo nel mondo intero?

LG: Certo, e gli interessi in gioco che producono certe apologie sono davvero pessimi. Purtroppo il grande e gravissimo problema e' che rispetto ai cambiamenti apparenti che ci sono in Cina, che sono solo di ordine economico, vi e' una assoluta mancanza di liberta'. Rappresentando quello un immenso mercato con immensi interessi, ovviamente tutti o quasi sono disposti ad accettare qualsiasi compromesso e malgrado Tienanmen, malgrado la campagna che si continua a fare per il Tibet, nessuno pero' si vuole perdere il mercato cinese. Per quanto riguarda Castro lui e' veramente alla fine: non ci sono interessi veri, se non quelli di piccoli affaristi, perche' la situazione economica e' disastrosa, perche' e' un piccolo paese, e quindi si tratta piu' di una mitologia folklorica che sta segnando la fine. E poi non gli e' possibile, perche' e' troppo tardi una operazione alla cinese. Tutti questi tentano di accreditare miglioramenti economici e una possibilita' di castrismi di tipo cinese. In realta' non e' cosi': li

' la situazione e' un disastro, queste sono entita' omeopatiche che non incidono. Poi, e' anche visibile dalla faccia di Castro che l'uomo e' molto malato ed e' in procinto di morire, ed e' un intervento in extremis. Invece rimane gravissimo il problema dell'atteggiamento che l'Europa deve prendere, e l'Occidente in genere, di fronte a queste mostruose situazioni, con una serie di sviluppi economici, che pero' sono effettuati ancora in regime di totale assenza di liberta', e di totale ingiustizia come nel caso della Cina. Il che e' una eredita' spaventosa del comunismo apparentemente trasformato. Devo anche dire che l'Italia sul Maoismo e su questi temi, che sono stati anche piu' importanti e determinanti del Castrismo, nessuno vuole ancora prendere la parola, nella sinistra.

PP: Padre Loreedo, una ultimissima cosa. Queste voci di una eventuale ipotetica conversione di Castro alla fede...

MAL: La conversione e' sempre possibile. Anche io ho bisogno di convertirmi e devo farlo ogni giorno - ma e' una cosa privata. Ma parlare di questo tema oggi mi sembra una follia e mi sembra uno scherzo. e va visto in chiave diversa. Se vuole convertirsi che lo faccia, va in chiesa, va dal confessore, e basta. Mi sento molto a disagio quando sento queste interpretazioni in questo momento, perche' non c'entrano nulla con il viaggio. E' vero che alcuni personaggi hanno talvolta reazioni pendolari, e forse questo e' uno di quei momenti. Ma leggere questo in chiave di conversione...

PP: Queste voci girano, e oggi pure sulla prima pagina di un qualche quotidiano italiano...

MAL: Si', si sente, ed e' parte del messaggio dell'Intelligence cubano. E si ripete, perche' a Castro piace essere protagonista, magari come uomo in crisi spirituale profonda... A mio parere Castro non ha mai avuto una vera spina dorsale di serieta' in vita sua... E' semplicemente un pagliaccio, che veste i panni che gli servono. E' un grande clown, che se ora deve mettersi in ginocchio si mette in ginocchio, bacia il pavimento, porta la croce al Colosseo... E' un istrione da one man show...

PP: Padre Loredo, Laura, grazie...

MAL: GRazie a voi, che avete sempre dato a noi tutto l'appoggio, e sono molto felice di questo colloquio.

 
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