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Partito Radicale Roma - 21 gennaio 1998
"FIDEL CASTRO STA FACENDO UNO SHOW"

Il Tempo ( cronaca di Roma)

Mercoledì 21 gennaio 1998

Pag 30

Di Claudia Mammarella

Ieri gli attivisti hanno piazzato una mongolfiera davanti al Colosseo

Clamorosa denuncia del Partito Radicale per ricordare al Pontefice il regime di oppressione nel quale vivono i cubani

"Fidel Castro sta facendo uno show": è questa la denuncia del Partito Radicale in occasione del tanto atteso viaggio del Papa a Cuba. Già da ieri infatti, sono cominciate alcune iniziative del partito, come una mongolfiera montata di fronte al Colosseo e una fiaccolata svoltasi nel tardo pomeriggio, per ricordare al Pontefice il regime di tremenda oppressione in cui vivono i cubani.

"Ciò che vogliamo scongiurare è un compromesso tra la Chiesa e le autorità statali cubane- dice Paolo Pietrosanti, consigliere generale del Partito Radicale. Democrazia e libertà, è questo il messaggio che il Papa deve portare a Cuba".

Le accuse nei confronti di Castro sono tante e basta la storia per testimoniarle, ma la cosa più grave è che in questi giorni è il mondo a sbagliare nei suoi confronti credendo alla sua immagine di "dittatore illuminato" che accoglie il Pontefice a Cuba con grande gioia. Ma non bisogna credere a questo show, sottolinea il partito, poiché se veramente Fidel fosse così sincero avrebbe cominciato con il liberare i numerosi prigionieri politici, colpevoli solamente di aver lottato per i diritti umani.

"Attualmente la situazione degli attivisti a Cuba non è affatto facile, vivono in una situazione di repressione, sono perennemente controllati e se ancora non sono stati imprigionati è solo per il viaggio del Papa" dice Laura Gonzales, presidente del comitato diritti umani per Cuba, e a tutto ciò si aggiunge naturalmente l'atteggiamento dei media che proprio in questi giorni non fanno altro che parlare di Castro ma dimenticandosi il suo regime di terrore. I media come al solito, concentrano la loro attenzione solo su alcuni problemi legali a Cuba, ad esempio fino a qualche tempo fa si parlava solo di turismo sessuale, ora si è riproposta l'attenzione sulla dittatura ma mai si è parlato del paese cubano in assoluto.

Secondo Miriam Acevedo, dissidente politica estradata, Fidel preferirebbe che Cuba sprofondasse e che morissero tutti i cubani, piuttosto che lasciarla in mano al capitalismo; un discorso tipico di dittatore che preferisce lasciare il suo popolo nella fame e nelle povertà più estrema.

"Non lasciatevi ingannare", sostengono con forza i radicali, poiché una dittatura è sempre una dittatura e raccomandano ai media di non trasformare questo evento in uno spettacolo tra due grandi uomini ma di puntare i riflettori sulle persone, sui cubani che a stento riescono a sopravvivere. Ciò che veramente manca a Cuba è la cosa per noi più elementare: i diritti umani, che alle soglie del Duemila in questo Paese ancora non possono essere esercitati liberamente.

Dello stesso parere è anche Padre Miguel Angel Loredo che ha passato 10 anni nelle prigioni cubane accusato di dissenso nei confronti del governo. Secondo il sacerdote inoltre, è solo in vista del viaggio del Santo Padre che Castro ha permesso ai cattolici di celebrare per la prima volta il Natale, è quasi come se fosse stato un dono del regime più che un diritto. In ogni caso, padre Loredo è convinto che questa visita del Papa avrà effetti, magari non immediati, e che questo viaggio si possa definire anche come una sorta di "operazione verità" della realtà cubana, anche se c'è il rischio che l'informazione venga strumentalizzata. A molti giornalisti infatti, è stato negato il visto per aver in precedenza criticato Castro.

 
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