La prima cosa che il Papa ha detto in aereo è che l'embargo americano va abolito. Lo ha detto il Papa, e dunque non si discute. Ma interessante è come sia stata trattata la posizione espressa ieri immediatamente dal Dipartimento di STato Usa. Il Dipartimento ha detto brevemente che l'embargo è una legge dello stato americano, approvata dal Parlamento. Una legge.

Mi sembra che proprio in queste parole che affermano una legalità formale vi sia molto. Nel fatto di queste parole.

Almeno dalla tv italiana questa nota brevissima di Washington è stata liquidata come uno stare sulla difensiva da parte degli Usa. Ed in parte è certo vero. Ma vi sia uno che dica che quella è una legge, che può essere cancellata solo e soltanto da un'altra legge, e negli Usa non è possibile cancellarla per decreto autoritativo di un partito, di chi detiene il potere senza dibattito parlamentare...

Il fatto che in un qualche paese le decisioni si prendano con alcune procedure, e che quelle decisioni non si cambiano se non con certe procedure, è del tutto marginale. Non conta nulla. Conta assai più che sul piano non soltanto morale il Pontefice abbia detto magari che la chiesa è fuori dalle ideologie del comunismo marxista e dell'individualismo liberale... E altro.

Che vi sia legalità, e che la legalità sia un metodo (rule of law invece che rule by law...) è del tutto marginale. E di irrisoria importanza, come in definitiva è di irrisoria importanza che svariate centinaia di persone siano a Cuba in galera. In effetti non c'entra. Non può entrare nella logica dell'incontro in corso e del molto che vi ruota attorno.