La simulazione che propone Marco mi pare per molti aspetti verosimile;
tuttavia, non mi pare affatto condivisibile in quanto omette di indicare quale
debba o possa essere il ruolo della politica, delle istituzioni, del diritto
internazionali in materia di diritti umani, civili e politici, nella complessa
vicenda cubana.
Non mi pare un'omissione di poco conto.
Il progetto di fondo e costitutivo del Partito radicale transnazionale,
lo ricordo anzitutto a me stesso, è quello di dotare le istituzioni
politiche transnazionali esistenti o da istituire, degli strumenti giuridici
(il diritto positivo, la legge, le sentenze, le pene),
idonei a garantire ai cittadini di questo pianeta la possibilità di godere
i diritti sanciti in alcune Carte fondamentali (da aggiornare e liberalizzare).
Un liberale e liberista (per quanto riguarda gli anarcocapitalisti
non so quanto sia compatibile tale condizione con quella di liberale :-)),
che crede nello Stato di diritto, crede nelle istituzioni, nella
amministrazione della vita pubblica e nella tutela dei diritti dei cittadini
attraverso le leggi, oltre che attraverso il mercato (libero e regolamentato).
Se così non fosse, dovremmo ritenere che la politica di intensi scambi
commerciali e finanziari che l'occidente intrattiene con la Cina comunista,
possa essere sufficiente di per sè, a far sbocciare la democrazia e lo Stato di diritto
nel continente asiatico, o ovunque questo tipo di politica sia praticato;
dovremmo così riporre in soffitta l'ormai inutile progetto transnazionale
denominato Partito Radicale. Non mi pare sia così, il rischio di avere
democrazie (o altri tipi di regime) illiberali anche in regime di
"liberoscambio" mi pare attuale e incombente in tutto il pianeta.
Naturalmente auspico l'abolizione dell'embargo, l'ennesimo, ma non ultimo temo,
alibi dei comunisti.
nei confronti
condividendo
quel progetto di costruzione
--- MMMR v4.00reg