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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 26 gennaio 1998
"La Stampa" di giovedì 22 gennaio ospita tre pagine sulla figura di Gandhi, a cinquant'anni dalla morte. Scrive Alberto Papuzzi all'interno di un articolo dal titolo <>:
"...Negli Anni Sessanta la lezione di Gandhi e il metodo della non violenza ricevetero impulso sia dal fascino che esercitava la figura anarchica di Bertrand Russell sia dalla rottura che rappresentò, nella sinistra italiana, il partito radicale. Filosofo e matematico, Nobel per la letteratura nel 1950, protagonista del movimento di disobbedienza civile, famoso per i sit-in, Russell fondò il Tribunale contro i crimini di guerra, che ebbe anche una sezione italiana, per iniziativa soprattutto di Joyce Lussu, vedova dell'azionista sardo autore di "Un anno sull'altipiano". I radicali fecero del pacifismo una bandiera e un'arma, con Pannella che nel 1968 si fece arrestare a Sofia perchè protestava contro la guerra in Vietnam ma anche contro l'invasione della Cecoslovacchia da parte dell'Urss.

... una costola radicale crea la Lega degli obiettori di coscienza,con Roberto Cicciomessere e Gianfranco Spadaccia, che ebbe un'importanza storica nella fortuna dell'idea della non violenza, con un alto prezzo pagato dagli obiettori nei carceri militari per renitenza alla leva.

Con gli Anni Ottanta cadde sostanzialmente l'asprezza che aveva circondato il pacifismo.... Ma, forse, Gandhi è ormai lontano.".

Sicuramente Gandhi appare lontano ai presbiti come Papuzzi, che non vedono (o fingono di non vedere) il Gandhi sulle tessere del Partito Radicale transnazionale, impegnato anche nella creazione di quel Tribunale contro i crimini di guerra propugnato da Bertrand Russell.

 
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