"... Soltanto un paio di anni fa, molti sostenevano che l'India era probabilmente più sicura e attraente per gli investitori esteri rispetto alla Cina, a causa dei dubbi sulla stabilità politica di quest'ultima dopo la scomparsa di Deng Xiaoping e il ritorno di Hong Kong alla madrepatria. Ora però la Cina sembra aver risolto senza particolari traumi entrambi qusti problemi e, secondo alcuni, supererà più o meno indenne anche la crisi finanziaria asiatica. Al contrario l'India si prepara ad affrontare delle elezioni politiche tutt'altro che tranquille, anche perchè s'inestano in un contsto di frature sociali, religiose ed etniche ad altopotenziale esplosivo".Le elezioni, che brutto inconveniente! Mi viene in mente la risposta che il prof. Carlo Pelanda ha dato ad una mia domanda, ieri durante il convegno su Ernesto Rossi di Verbania, a proposito del "caso Cina": Pelanda considera la situazine cinese stabile per i prossimi dieci anni, il regime conterrà le tensioni esistenti nelle grandi città reclutando il grosso dell'esercito nelle regioni più sperdute: soldati analfabeti, soldati obbedienti!
Al convegno c'era anche Nerio Nesi, presidente della Commissione Industria della Camera e responsabile economico di Rifondazione Comunista, che ha citato "il presidente Mao", che invitò i giovani cinesi a farsi una cultura (citazione atroce, che porta subito alla mente le atrocità della "Rivoluzione Culturale" (1966/1976); ma dei crimini del comunismo cinese si parla e si scrive in Italia tanto quanto di Ernesto Rossi! Posso solo citare <>,di Alberto Pasolini Zanelli (Ideazione Editrice, 1997, Roma).